RAI – Atto di indirizzo. Per distruggere i talk show
Torna alla ribalta il testo di atto di indirizzo per il pluralismo in RAI. Dopo che si è tentato di vietare ai talk show in RAI di occuparsi dello stesso tema nell’arco di otto giorni (a chi poteva apparir cosa di buon senso? Non si sa), si tenta un’altra strada, modificando il precedente testo di
Torna alla ribalta il testo di atto di indirizzo per il pluralismo in RAI. Dopo che si è tentato di vietare ai talk show in RAI di occuparsi dello stesso tema nell’arco di otto giorni (a chi poteva apparir cosa di buon senso? Non si sa), si tenta un’altra strada, modificando il precedente testo di atto di indirizzo.
La nuova bozza del testo, illustrata da Alessio Butti contiene un’indicazione che da alcuni è stata definita per talk show a targhe alterne. Secondo Butti, l’occupazione delle serate del martedì e del giovedì (ogni riferimento a Ballarò ed Annozero è assolutamente evidente) è diventata una rendita a vantaggio di alcuni conduttori. E così, cosa propone Butti? Propone alla Rai di
sperimentare l’apertura di altri spazi informativi affidati ad altri conduttori, da posizionare negli stessi giorni alla stessa ora sulle stesse reti e con le stesse risorse esistenti secondo una equilibrata alternanza settimanale.
Un modo, quindi, per distruggere i successi d’ascolto dei due talk show in questione, altro che targhe alterne. Perché usare termini edulcorati? Questa è un’idea che non ha nulla a che vedere con una sana pianificazione aziendale; è una proposta che, in una situazione di normalità, dovrebbe essere tranquillamente bollata come una boutade. O quantomeno come irrealizzabile.
Ma a chi la proposta sembrasse sensata, be’, si potrebbe obiettare che allora tutti i Tg dovrebbero essere diretti, magari a settimane alterne, da direttori di diverse estrazioni politiche (tutte le estrazioni politiche. Conoscendo l’Italia si potrebbe quasi trovare un direttore diverso a settimana), che Vespa dovrebbe alternarsi con un alter ego sinistro (difficile) e magari l’Isola dei Famosi dovrebbe essere condotta una volta da Simona Ventura e una volta da Alessia Marcuzzi, per par condicio (e per far un po’ di pubblicità al Grande Fratello, che non guasta).
Migliora, invece, ma di poco, quella che era stata ribattezzata norma Gabanelli, secondo la quale il conduttore avrebbe dovuto essere sempre responsabile dell’attendibilità e della qualità delle fonti e delle notizie, sollevando la RAI da reponsabilità civili e/o penali. Ora la questione è cambiata: si chiede alla RAI di stipulare contratti con i conduttori di trasmissioni di approfondimento politico che
indindividuino con chiarezza la responsabilità del conduttore, e le relative sanzioni in ordine all’attendibilità e alla qualità delle notizie diffuse.
Un bavaglio un po’ più soft, insomma. Morbido. Di cachemire. Ma pur sempre un bavaglio.