24: Legacy, Jimmy Smits: “24 è stato rivoluzionario, ecco perchè ho accettato di recitare nel sequel” (esclusiva Blogo)
Jimmy Smits, nel cast di 24: Legacy, in cui interpreta un Senatore americano, spiega in esclusiva a Blogo il suo ruolo nella serie, quanto sia legata all’attualità e perchè abbia accettato di recitare in questo sequel
Questa sera alle 21:00, su Fox (canale 112 di Sky) andrà in onda un nuovo episodio di 24: Legacy, la serie tv sequel di 24, di cui riprende il format applicandolo a nuovi personaggi e nuove storie. Al centro del nuovo show (che ha tra i produttori esecutivi Kiefer Sutherland, protagonista della serie originale), c’è infatti Eric Carter (Corey Hawkins), ex soldato che è costretto a tornare in missione quando il figlio di un terrorista ucciso dalla sua squadra minaccia l’America. Un mix di adrenalina e suspense, scandito come sempre dall’immancabile orologio digitale che racconta gli eventi in tempo reale.
In questa nuova produzione della Fox, come detto, quasi tutti i personaggi sono nuovi. Tra questi, c’è anche il Senatore John Donovan, marito di Rebecca Ingram (Miranda Otto), ex capo della Ctu, che sta per candidarsi alla Casa Bianca. La nuova minaccia terroristica, che costringerà Rebecca a tornare al lavoro, cambia però i suoi piani, soprattutto a causa del presunto coinvolgimento con i terroristi del padre Henry (Gerald McRaney).
A dare volto al Senatore Donovan c’è Jimmy Smits, attore molto noto ai fan delle serie tv per aver lavorato in show come Nypd, The West Wing e The Get Down, oltre che aver lavorato molto al cinema, interpretando, tra gli altri ruoli, anche quello del Senatore Bail Organa nella saga di Star Wars.
In occasione della messa in onda di 24: Legacy, Smits ha partecipato ad una chiacchierata con la stampa internazionale, a cui anche Blogo era presente. Di seguito, potete trovare tutte le sue dichiarazioni su 24: Legacy, ma anche sull’attuale situazione americana e sul suo ruolo di interprete di ruoli legati alla politica.
La serie tv ha tanti collegamenti con la situazione attuale americana. E’ voluto?
“Chiariamo subito che nulla di quello che vedete nella serie è paragonabile a quella soap opera che sta accadendo nella realtà. Le scene sono state scritte tempo prima. Ma è la fantasia che supera la realtà o la realtà che supera la fantasia? Non lo so”.
Questo ruolo ha cambiato la tua visione della politica?
“Per me questo ruolo conferma che per quanto si possano avere delle intenzioni idealistiche su come si voglia essere, o su come si voglia servire il proprio Paese, c’è un processo di negoziazione e di diplomazia che si estende a tutta la macchina politica per cui si deve stare attenti che quell’idealismo non sia compromesso. C’è molta negoziazione, e spero che quel briciolo di conoscenza possa far capire meglio cosa stiamo passando. La morale è che ci sono delle cose che bisogna fare per il bene del Paese e che i personaggi nella serie devono affrontare e che, presumo, si possa confrontare con quanto sta accadendo oggi”.
C’è qualcosa di tuo che hai aggiunto al personaggio?
“Per me era importante restare fedele al ruolo, e non diventare troppo enigmatico, come si vede in alcune soap opera. Sono due generi diversi, ma in alcuni casi il personaggio è enigmatico perchè gli autori non sanno cosa gli faranno fare il giorno successivo. Per me, in quanto attore, è importante fare bene il mio lavoro e non solo recitare delle battute. E’ stato interessante, quindi, fare delle modifiche al personaggio nel corso della stagione”.
Sia in 24: Legacy che in Star Wars ha lavorato dentro due mondi già ben definiti precedentemente. Questo ha cambiato il tuo modo di lavorare rispetto a quando sei sul set di una serie tv nuova?
“E’ vero, la serie ha un suo contesto ben definito. Ed è una delle ragioni per cui ho accettato il lavoro, perchè l’ho capito, e l’ho considerato rivoluzionario quando andò in onda per la prima volta. E la componente temporale aggiunge una dose di energia in ogni episodio in modo differente. Mi è davvero piaciuto quell’aspetto. Ed il fatto che Stephen Hopkins, che ha diretto il pilot di 24, abbia diretto anche il nostro pilot ed anche altri episodi mi ha messo in una posizione comoda come attore. Nel pilot non ho molte scene, e questo mi ha permesso di parlare un po’ con gli autori e produttori che già avevano lavorato al format, e di avere un atto di fede verso il progetto”.
In 24: Legacy ci sono numerose serie d’azione: ti vedremo durante la prima stagione con un pistola, in un combattimento, o in una scena tipica di 24?
“Ho fatto avanti ed indietro tra Los Angeles, New York ed Atlanta, ho preso un sacco di anti-infiammatori per via di certe scene. Ma è un bene, ne ero consapevole, cerco solo di stare al passo con Corey e Miranda”.
24: Legacy ha un cast molto variegato. Tu sei un modello per la comunità latino americana, e stiamo vedendo che le cose stanno cambiando nel mondo dello spettacolo per la comunità afroamericana. Come vedi questo cambiamento per la popolazione latino americana?
“E’ un’altra delle ragioni per cui ho accettato di recitare nella serie, l’attenzione del casting verso la scelta di Corey e la direzione che hanno preso le diverse storyline. Adoro il fatto che le donne nella serie siano molto attive e contribuiscano a mandare avanti la trama, ed il fatto che quando sono in posizioni di potere lo esercitano. Per quanto riguarda la presenza di attori latino americani nel mondo dello spettacolo, credo che ci sia molto da imparare su quanto stia facendo la comunità afroamericana sia per quanto riguarda le storyline che per quanto riguarda la scrittura ed i personaggi. Non è questione solo di chi sta davanti alla telecamera, ma anche di chi produce, scrive, dirige. Avere persone che occupano questi ruoli aumenta le possibilità che queste storie si possano raccontare”.
Quanto oltre si spingerà il tuo personaggio nei prossimi episodi?
“All’inizio vediamo solo qualche aspetto del mio personaggio, ma lo stesso vale per quello di Miranda. Vogliamo esplorare questa coppia di potere. E la realtà che abbiamo dovuto affrontare nella serie ha a che fare con la politica. Abbiamo parlato anche con il regista, tra di noi e con gli autori su come due persone legate tra di loro si comportino quando si trovano nello stesso ambiente lavorativo ed ad alti livelli, per cui devono fare dei sacrifici per l’altra persona. In 24: Legacy, il personaggio di Miranda è una donna di successo che, dopo aver stretto un accordo con il marito, decide di fare un passo indietro e di sostenere la campagna elettorale di Donovan, ma poi vengono entrambi risucchiati da un’altra vicenda. Sta tutto nella dinamica tra loro due ed il loro lavoro, in cui non si possono dire tutto, devono mantenere dei segreti. Nel corso dei dodici episodi sarà molto, molto evidente e giocherà la sua parte nella loro relazione”.
Ci sono delle emozioni a livello personale che hai portato nella serie?
“Negli ultimi episodi vivo un via vai di emozioni, ma riguarda anche tutti gli altri personaggi. Ma non immaginavo che il mio personaggio ne avrebbe passate così tante”.
Spesso gli attori sono identificati con i personaggi che interpretano. Ma chi è in realtà Jimmy Smits, come ti percepisci?
“Nel corso degli anni le persone mi hanno fermato per motivi differenti. Può essere per il mio lavoro in 24: Legacy, ma anche perchè alcune di loro sono diventate degli avvocati perchè ispirati dai miei personaggi, o ho avuto a che fare con dei ragazzini che mi hanno chiesto se ho davvero recitato in Star Wars. Mi fa piacere creare questo effetto su più direzioni. Ma voglio mantenere un po’ di mistero, perchè questo mi dà la carica come attore. Nessuno di voi conosce come sono nella vita di tutti i giorni, perchè sono molto diverso dai personaggi che ho interpretato.”