24: Legacy, ci sarà anche Kiefer Sutherland? Per Howard Gordon “Non è impossibile”
Howard Gordon ha chiarito che non ci sono piani al momento per avere Kiefer Sutherland in 24: Legacy, che si concentrerà su personaggi differenti
Howard Gordon è il produttore esecutivo di tre serie tv che analizzano l’attualità tramite diversi punti di vista, ovvero 24, Homeland e Tyrant. Il mese scorso, il produttore aveva fatto intendere che Kiefer Sutherland potesse comparire in 24: Legacy, sequel della famosa serie tv della Fox in onda dal prossimo anno. Parole che, però, hanno subito fatto pensare ad un comparsa a sorpresa di Jack Bauer all’interno dello show. Per questo, Gordon ha dovuto chiarire il suo punto di vista:
“Fatemi chiarire, non ci sono piani al momento. Credo solo che ci sia una possibilità stando alle mie fantasie. Non abbiamo detto che ci sarebbe sicuramente stato; è qualcosa su cui ho riflettuto e che credo non sia impossibile, ma non ci sono piani a riguardo. Ne dobbiamo parlare da amici e da colleghi ma lui ora sta facendo Designated Survivor (in onda sulla Abc, ndr), che lo terrà occupato”.
Se Sutherland dovesse comparire nel telefilm, però, sarà perchè la trama lo ritiene utile:
“Non c’è una tempistica specifica. Mi auguro che se dovesse accadere accada nel momento migliore creativamente. Sfortunatamente, è qualcosa di cui parlano tutti ma Legacy è uno show su qualcos’altro. E’ un’altra storia di questo franchise con Corey Hawkins, Jimmy Smits e Miranda Otto, è una storia diversa dal vecchio 24″.
In particolare, il produttore elogia il protagonista:
“[La serie tv] è una sorta di tempesta perfetta tra l’effetto nostalgia e la durata dell’effetto attualità del format di 24. Penso anche che valga molto l’introduzione di Corey Hawkins. Voglio dire, ci sono anche Jimmy Smits e Miranda Otto, certo, ma Corey in particolare è davvero incredibile, è davvero bravo. Sono rimasto e sorpreso che tutti abbiamo reagito bene al suo lavoro. Ma io dico sempre ‘Ragazzi, stiamo calmi, vediamo come va’”.
Tyrant è il suo show più recente, giunto alla terza stagione. Solo ora, secondo il produttore, la serie tv avrà una maggiore eco tra il pubblico:
“Non voglio sembrare troppo arrogante, ma credo che Tyrant non sia mai stato più importante in Medio Oriente invece che in America. Qui in America, con Trump ed altri, stiamo assistendo alle politiche del terrore e del diverso. Odio parlare dello show per fare polemica, non è destinato a quello scopo, è un drama. Ma credo che per me, Chris Keyser (altro produttore esecutivo, ndr), gli altri autori e gli attori, dobbiamo porci delle domande su come sia guidare un Paese o culture in cui per anni la gente non ha avuto voce. Credo che in questa stagione si vedrà che il fatto di dare voce al popolo non sia sempre una cosa buona ma ha i suoi azzardi -lo stiamo vedendo con la politica populista in America ed altre parti del mondo. Quindi non è una polemica sulla democrazia, ma analizziamo i limiti della democrazia. Non so come sarà visto e cosa susciterà ora, in un mondo in cui c’è Trump, ma non è stato mai così importante”.
Infine, Homeland: la sesta stagione farà domande che lo ricollegheranno alle sue prime stagioni, restando però fortemente attuale. “Prima di tutto, Homeland è di Alex Gansa, io sono solo uno Sherpa”, chiarisce Gordon. “Ma quello che posso dire è che questa stagione analizzerà e spingerà il limite delle questioni dell’inizio della serie. Di cosa dobbiamo avere paura, qual è il prezzo della sicurezza e della libertà?”.
[Via DeadlineHollywood]