Rudy Zerbi a TvBlog (2a parte): “Giusy Ferreri senza Ferro è finita”. E contro Luca Jurman: “Ad Amici vendeva il suo libro”
Quello di domenica era solo un aperitivo, ma il cuore dell‘intervista a Zerbi è tutto racchiuso nella puntata di oggi. L’ex presidente della Sony replica per la prima volta, in esclusiva assoluta, alle recenti dichiarazioni sul suo conto rilasciate da Giusy Ferreri, che lui stesso ha lanciato discograficamente. E racconta la “sua” verità su Luca
Quello di domenica era solo un aperitivo, ma il cuore dell‘intervista a Zerbi è tutto racchiuso nella puntata di oggi. L’ex presidente della Sony replica per la prima volta, in esclusiva assoluta, alle recenti dichiarazioni sul suo conto rilasciate da Giusy Ferreri, che lui stesso ha lanciato discograficamente. E racconta la “sua” verità su Luca Jurman, dopo l’eterno contenzioso tra i due risoltosi nell’autoesclusione del vocal coach dal programma. In più, non potevamo non chiedere al prof di parlare della sua “preside”, Maria De Filippi. Perché in fondo a Zerbi si può chiedere tutto e gli si può rinfacciare qualsiasi cosa… “ad un patto: che non si offenda mio padre, Davide Mengacci”. Che pure qui, per evitare gossip sul privato, nessuno gli avrebbe mai nominato.
Non resisto. Voglio sapere com’è andata davvero tra te e Giusy Ferreri, visto che a Vanity Fair lei dichiara: “Per fortuna nella Sony non c’è più Rudy Zerbi”…
“Te lo racconto dal principio senza riserve. Il problema della signorina Ferreri non si chiama Rudy Zerbi, ma si chiama scarsa capacità di conoscere e valutare i propri mezzi. Io non ho mai nascosto a lei e agli altri il mio poco credere nelle sue capacità di cantautrice, tanto è vero che ritengo che l’elemento fondamentale del successo di Giusy, 50% almeno, si chiami Tiziano Ferro”.
E’ pesante, quello che stai dicendo. In pratica, è quello che le rinfacciano i più acerrimi detrattori…
“Quello che intendo dire è che Tiziano Ferro ha scritto per lei delle canzoni straordinarie, che poi la vocalità di Giusy altrettanto straordinaria ha valorizzato. Ma senza Tiziano Ferro Giusy non sarebbe arrivata da nessuna parte: questa è la mia opinione e lo dimostrano i fatti. La signorina Ferreri si è dimenticata chi le ha fatto il primo contratto all’azienda quando nessuno la voleva, cioè io, chi le ha consigliato di andare ad X Factor, cioè io e la Sony con la quale aveva avuto un contratto, che le ha dato la fiducia di rinunciare a quel contratto per poi tornare da noi. Quando si fa successo si dimenticano subito le cose”.
Da quando sono iniziati gli attriti tra voi, allora?
“Giusy si è innervosita perché, nel momento in cui ha avuto successo con quell’album e mezzo, l’ep che abbiamo fatto insieme, ha pensato di poter camminare con le proprie gambettine, fare un disco con le proprie canzoni rinunciando a collaborare con altri autori. Questo ha comportato che lei ci ha presentato pezzi suoi che a me non piacevano. E mi sono semplicemente rimbalzati. Le ho detto: ‘Ccon questi pezzi non vai da nessuna parte secondo me’. Cosa peraltro dimostrata anni prima: io le ho fatto fare il disco Gaetana, io l’ho tenuta ferma fino a che è andata a X Factor, perché le sue canzoni da cantautrice non hanno mai avuto valore commerciale e artistico per me. Io, secondo lei, non l’ho fatta esprimere come lei voleva”.
Cosa è successo dopo?
“E’ nata l’idea di un disco di cover. E lei è da lì che si lamenta. Ma, dico io, se lei quel disco non lo voleva fare, nessuno le ha messo una pistola alla tempia. Poteva stare ferma, non guadagnare soldini e aspettare. L’ha fatto, nessuno l’ha costretta. Lei è contenta che io non ci sia più, benissimo, ora può esprimersi come le pare. Però imputare al sottoscritto il suo passare da 600.000 copie, che ha venduto con me, a 60.000 del disco di cover trovo sia un po’ ingeneroso e lo trovo di poco gusto”.
Cerchiamo di stemperare un po’, ma restiamo in tema di discografia. Anche se il tuo ruolo ad Amici è cambiato, come mai i tuoi colleghi, quest’anno, fanno meno a gara per proporre contratti ai cantanti? Forse l’anno scorso si erano bruciate le tappe, anche con la compilation?
“Non so rispondere, a dire il vero. Io da prof non sono più coinvolto nelle scelte dei discografici, se sapessi che offrono un contratto ad Annalisa mi comporterei in altro modo. Chi dice che Annalisa avrà un contratto Sony grazie a me mi fa ridere, perché io non ho più rapporti con loro. Per il resto uno come Pierdavide aveva molti pezzi pronti, mentre sugli interpreti il percorso è più difficile. La musica è fatta di mesi di ricerca di un progetto forte: cinque mesi quest’anno sono stati giusti per tirar fuori qualcosa. Perciò, il lavoro sugli inediti quest’anno è stato molto scrupoloso ed è ancora in fase di sviluppo, ora inizieremo a vederne i frutti. Per esempio gli ultimi di Annalisa e Virginio sono a mio parere molto belli e quello di Annalisa mi sembra il più bello da lei cantato fino ad ora”.
Ti chiedevo della compilation, quest’anno rimandata all’infinito mentre l’anno scorso ne uscirono ben due…
“Non mi è sembrato si sia ritardato tanto, rispetto all’anno scorso (resta sul vago, ndr). Sulla strategia di uscita della compilation ognuno ha la propria visione, se la Universal ha pensato fosse giusto uscire in questo momento sono ragionamenti che io non discuto. E’ il loro lavoro, non è più il mio”.
Chiusa questa parentesi e tornando a parlare di “scazzi”, non posso non nominarti Luca Jurman. Il popolo del web insinua che il contenzioso tra voi risalga al successo dell’Amoroso, che vi sareste contesi in quanto tu suo discografico e lui suo vocal coach. C’è un fondo di verità?
“Assolutamente no, sono fantasie del web, perché il risentimento tra me e Jurman non ha nulla a che vedere con cose del passato. Io e Luca abbiamo due visioni artistiche completamente differenti e fino a qui non c’è niente di male. Il rapporto si è fatto meno civile e, da parte mia, più risentito nel momento in cui sono accadute due cose. La prima, nel momento in cui lui ha chiesto alla produzione di imbavagliarmi per non farmi esprimere opinioni nei suoi confronti, chiedendo che io non parlassi di lui, perché tutto quello che dici a Jurman è per lui un attacco personale. La produzione ci ha anche provato ad assecondarlo e lì io mi sono imbestialito. Siamo in un paese libero e in un programma tv è normale che qualcuno la pensi diversamente da te. Questo è stato il primo elemento che è nato lì e non precedentemente al programma”.
Ma immagino che la causa scatenante debba ancora arrivare… illuminaci:
“La seconda cosa che mi ha mandato in bestia è che lui imputa a me di voler avere una visibilità in televisione, cosa che io non ho mai negato perché a me piace andare in video. Invece lui dice di se stesso di non voler apparire e di essere lì per l’arte. Io non gli ho mai creduto: avendo una scuola credo che gli faccia piacere promuoversi in tv. Il punto è che in daytime l’ho visto in un pomeridiano arrivare nella casetta, tirare fuori lo zaino con tre copie del suo libro, e la copertina in primo piano, perché così i bianchi avrebbero scoperto tutti i segreti per diventare dei cantanti. Queste perle sono esclusive, non le ho mai dette a nessuno. Mi dicono di essere maleducato, invece sono stato un signore in onda perché non lo volevo ‘sputtanare’ fino in fondo”.
Questa, insomma, è tutta la tua verità sul caso Jurman. Te ne assumi piena responsabilità?
“Certo, il filmato è andato in onda su Canale 5 e La5, è visibile da chiunque. Da quel momento non gli ho più creduto. E non credo che lui non sia lì per la televisione. La differenza è che io non ho mai affrontato il colpo di fronte a milioni di persone perché in fondo mi dispiaceva. E certe cose prima o poi arrivano. Ora le sto dicendo a te perché mi auguro che chi ti legge abbia risposte che sinora non ha avuto”.
Sei consapevole che il tuo scarso gradimento da parte del pubblico sia dovuto alla storia che Jurman ha nel programma e ai talenti che ha lanciato?
“Ci vorrà tempo, ma la buona fede viene fuori prima o poi. Lui ha avuto cinque anni di visibilità nel programma e ha la sua storia. Io sono entrato quest’anno, perciò ho ancora quattro anni di tempo se ci sarò. Per concludere, io non sono mai stato invidioso, mentre è Jurman che ha problemi con me. Quando ancora non avevamo iniziato a polemizzare mi chiama mia nonna, dicendo di aver visto il mio faccione su
VistoTop con scritto ‘Quest’uomo non sa riconoscere il vero talento’, firmato Luca Jurman. Dentro due pagine aggratis, dove mi dice robe buttate lì. E’ stata la prima copertina della mia vita e mi sono dovuto sorbire una marea di insulti. Non importa, a me si può dire tutto a una condizione”.
Quale?
“Lo dico ai lettori di TvBlog, di cui ho letto una pioggia di critiche spesso pesanti. Io sono una persona dotata di un’autoironia sconfinata. Ed è l’unico complimento che mi hai sentito fare durante tutta la chiacchierata. Mi sono sempre messo in gioco prendendomi in giro, mi piace, sono fatto così nella vita. Se vai indietro nella mia carriera, io non parlo mai di quello che ho fatto e di chi ho scoperto, del fatto che sono stato il presidente della Sony a 39 anni (è un mago di dialettica, ha ragione Maria ndr). A me potete dire tutto, mi diverte quando mi date dell’antipatico e sono il primo a mettermi in discussione. Non accetto soltanto una cosa: che si infanghi il nome di mio padre, che purtroppo ho avuto l’onore di conoscere soltanto a 33 anni. Oltre a essere una persona straordinaria ha una storia nello spettacolo che non va sconfessata: lui non ha fatto solo Fornelli d’Italia”.
Per concludere, due battute sulla tua pigmaliona Maria De Filippi, che ti ha dato del mago di dialettica. Tu come la definiresti e cosa ha capito lei di te?
“Penso non ci sia bisogno che io dica che professionista e donna di televisione sia. Sarebbe banale, lo dicono tutti. Io ritengo che sia l’unica persona VERA, scritto in maiuscolo, che fino ad oggi ho visto in un mondo di ipocriti ed egoisti che ti fottono alle spalle, nessuno escluso. Nell’ambiente che è il nostro è l’unica di cui ti puoi fidare. Io penso che di me abbia capito che ho tanto da dare e da dire e penso che da straordinaria conoscitrice del mondo della televisione, qual è, abbia pensato che potessi tirarlo fuori. Poi il tempo dirà se ha ragione o no. Anche se non dovessimo più lavorare insieme in futuro, per me questo rimane”.
Questa è una di quelle interviste di cui ti senti, realmente, soddisfatto dalla generosità dell’intervistato. E questa non è piaggeria, ma sincerità.