La Corrida – il debutto umile di Insinna (che umilia tutti i conduttori Mediaset)
La Corrida – prima puntata con Flavio Insinna dell’8 gennaio 2010 UPDATE: Chi scrive ha inoltre apprezzato insieme ai lettori l’aspetto corale dello show, che è tornato a valorizzare il corpo di ballo dando volto e voce ai singoli componenti. E’ da brividi il ritorno de La Corrida, dopo due anni di stop e la
La Corrida – prima puntata con Flavio Insinna dell’8 gennaio 2010
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UPDATE: Chi scrive ha inoltre apprezzato insieme ai lettori l’aspetto corale dello show, che è tornato a valorizzare il corpo di ballo dando volto e voce ai singoli componenti.
E’ da brividi il ritorno de La Corrida, dopo due anni di stop e la fine del mandato di Gerry Scotti. C’era tanta attesa per il debutto di Flavio Insinna, che ha confermato di essere un personaggio umile e autocritico sin dal lancio al Tg5:
“Signora mia, venderemo cara la pelle se riusciremo ad arrivare ai primi minuti vivi. Male che vada torna gerry scotti, che ha condotto questo programma per otto anni in maniera straordinaria, mentre ora arriva insinna e dà la botta finale. Marina (Donato, moglie del compianto Corrado ndr) già si è segnata il primo errore. Io non sarò un conduttore, ma un dilettante allo sbaraglio insieme agli altri”.
A pochi istanti dall’inizio, su cui Attenti a quei due ha giocato d’anticipo di circa dieci minuti senza un break pubblicitario, spendiamo i primi commenti. Flavio Insinna fa impallidire, con la sua performance, l’intera scuderia di conduttori Mediaset. Perché, dopo i Corrado e i Vianello, è il primo vero artista che torna a mettere piede nella tv commerciale. E’ più empatico di Scotti, meno venale e più sinceramente nazionalpopolare di Bonolis, credibile come capocomico persino quanto Bisio, pur venendo dal teatro.
Insinna appartiene talmente tanto alla vecchia scuola, che gli credi davvero quando dice che non ci dorme la notte e ha studiato sodo per onorare l’eredità dei predecessori. Poi lo vedi interagire con l’Elia e sembra che lo spettacolo sia risorto (con qualche perplessità sulla presenza di Antonella, brillante quanto vuoi ma non più di primo pelo nei panni della valletta fintamente promossa a co-conduttrice). Così Flavio ha presentato la sua partner:
“Io sono un conducente, ho la patente b. Quest’anno cerco di prendere la patente c, la corrida. Abbiamo creduto nel prodotto italiano, in Italia c’è la fuga di cervelli. Noi abbiamo riportato intanto il corpo, per il cervello stiamo trattando: Antonella Elia”.
In più, Canale 5 non si è risparmiata in fatto di scenografia: complice l’illuminato Calzavara, ti sembra di sintonizzarti sulla risposta Mediaset a I Migliori Anni, vista l’atmosfera di gran varietà nostalgico che pervade lo studio (e la comune pedana al centro). E’ tutto enormemente studiato nei minimi particolari e, dopo soli due anni di stop, La Corrida sembra ritrovare tutto il suo spirito folcloristico, a partire dalla sigla storica di Pregadio. Poi c’è Marina Donato, sugli spalti, che osserva serena l’andamento della serata, mentre Insinna la coinvolge nei suoi irresistibili siparietti.
A presenziare tra il pubblico anche il direttore di rete Massimo Donelli e l’altra regina della Corima di Marina Donato, casa di produzione dello stesso Forum, Rita Dalla Chiesa: quanto si divertirà ad andare contro il suo ex marito Frizzi? Tutta l’azienda sembra sulle spine e si chiede: ripuntare sul semaforo come trovata drammaturgica darà nuovo respiro all’intrattenimento, dal sapore artigianale ‘tarallucci e vino’?
Perché poi il timore che il talento di Insinna sia troppo, per l’epoca televisiva in cui viviamo, oltre che per la stessa Canale 5, resta. Insomma, la Corrida spera di tornare per restare, aprendosi alle nuove tecnologie e all’interazione con il pubblico via sms e e-mail. Da essere una sagra pacchiana, con la spartana conduzione dello zio Gerry, ora ha mire da gran varietà chic di Canale 5.
Il vero merito va ad Insinna, che vuole riportare lentamente la tv verso la centralità del mattatore, con il dilettante retrocesso ad espediente e non più protagonista. Se La Corrida farà ascolti, sarà il trionfo dell’one man show e non più della gente comune. Che, in fondo, era il senso dello spettacolo di Corrado, un maestro paterno per il pubblico più che il suo istigatore o cerimoniere.