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Sanremo 2011 – Si cantano “Giovinezza” e “Bella ciao”

Al Festival di Sanremo 2011 si canteranno sul palco dell’Ariston Bella ciao e Giovinezza. Questa la notizia trapelata dalla conferenza stampa con Gianmarco Mazzi e Gianni Morandi. Accadrà la sera del 17 febbraio, quando verrà celebrata, a Sanremo, l’Unità d’Italia.Così Morandi: sul palco si canterà ‘Bella Ciao’ e penso che troveremo più di un cantante

pubblicato 3 Novembre 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 11:25


Al Festival di Sanremo 2011 si canteranno sul palco dell’Ariston Bella ciao e Giovinezza. Questa la notizia trapelata dalla conferenza stampa con Gianmarco Mazzi e Gianni Morandi. Accadrà la sera del 17 febbraio, quando verrà celebrata, a Sanremo, l’Unità d’Italia.

Così Morandi:

sul palco si canterà ‘Bella Ciao’ e penso che troveremo più di un cantante disposto a farlo. Il 17 febbraio è poi una data significativa visto che anticipa di un mese esatto, 17 marzo, la data scelta per festeggiare. Saranno brani che raccontano la storia dell’unità d’Italia, le contestazioni, il boom economico

E a seguire Mazzi:

Giovinezza è passata alla storia come inno del ventennio ma nata come canzone della ‘goliardia’ toscana nei primi del ‘900.

Infine, Mauro Mazza, direttore di RaiUno:

Sanremo deve ripercorrere la storia intera, senza censure e senza cesure.

La questione è destinata a suscitar polemiche. Ma prima di parlarne, un sondaggio per voi lettori.



Ora. Per dovere di cronaca, ricordiamo che:

– Bella ciao è un canto popolare italiano ottocentesco, d’origine emiliano-romagnola, diventato celeberrimo durante la Resistenza perché fu idealmente associato al Movimento partigiano italiano.
– Giovinezza, inno goliardico degli studenti universitari (1909, Oxilia-Blanc), inno degli Arditi (1917, anonimo-Blanc) inno degli Squadristi (1919, Manni-Blanc), infine inno trionfale del Partito Nazionale Fascista (1924, Gotta-Blanc)

Ricordo anche che in Italia esiste un reato che si chiama “apologia di fascismo”. E che la Liberazione è una questione che riguarda tutta la nazione, non una o l’altra parte politica. Personalmente, ritengo abbastanza paradossale questa scelta, che va verso un pericoloso appiattimento della storia, dei valori, del racconto, della narrazione.
Un appiattimento in cui sono sempre tutti uguali, tutti un po’ buoni e un po’ cattivi, secondo logiche televisive cui ormai siamo fin troppo abituati.

Personalmente, vedo nella scelta un qualcosa di endemicamente e storicamente errato. E forse, anche pericoloso.

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