Colorado: TvBlog intervista Didi Mazzilli e Herbert Cioffi (Chef Olivier)
Colorado prosegue settimana dopo settimana ad inanellare record di ascolto. L’ultimo, domenica scorsa in occasione della 100° puntata quando ha toccato il 15,48% di share con oltre 3 milioni di telespettatori. Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei comici che popolano questo varietà condotto da Nicola Savino e Rossella Brescia e oggi vi proponiamo due
Colorado prosegue settimana dopo settimana ad inanellare record di ascolto. L’ultimo, domenica scorsa in occasione della 100° puntata quando ha toccato il 15,48% di share con oltre 3 milioni di telespettatori. Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei comici che popolano questo varietà condotto da Nicola Savino e Rossella Brescia e oggi vi proponiamo due interviste, una ad un personaggio ‘storico’ come Didi Mazzilli (il disturbatore) e l’altro ad uno nuovo, Herbert Cioffi, che interpreta il simpatico Chef Olivier. Buona lettura.
DIDI MAZZILLI
Innanzitutto, ti chiami Didi Mazzilli. Ma Didi per cosa sta?
“Il mio nome vero è Dino Luigi, sono di origine meridionale. Ho 3 cugini più grandi di me che si chiamano come me per ricordarsi il nonno Didino. Da Didini il mio nome è stato abbreviato in Didi”.
Come è iniziata la tua carriera di comico?
“A 17 anni sono andato in vacanza in Sardegna in un villaggio dove con gli amici al bar facevo parecchio casino. Mi hanno visto gli animatori e mi hanno chiesto di salire sul palco e mostrare a tutti ciò che sapevo fare e così sono andato davanti a tutti e ho proposto i miei sketch, senza copione. La cosa è talmente piaciuta che l’anno successivo mi hanno richiamato a fare la stagione. Nel frattempo mi sono informato, ho frequentato laboratori, ho fatto la scuola con Jango Edwards, un americano regista con il quale sono orgoglioso di aver lavorato”.
E a Colorado come sei arrivato?
“Ho partecipato ai laboratori di Zelig e poi con il mio socio Paolo Brandolini nel ruolo dei Martelli Frax abbiamo creato tra l’altro un pezzo di cabaret estremo dove prendevamo a martellate il pubblico (con martelli di gomma piuma), sparavamo uova o acqua alla gente che si divertiva. Ci siamo ispirati in maniera comica al film di Kubrick, Arancia Meccanica. Dopo anni di serate, non essendo questo sketch troppo commerciale, abbiamo pensato a creare il mio personaggio per Zelig. Quell’anno però, quando sono nati i Giacobazzi per dire, Zelig voleva essere meno macchiettista e così sono approdato, con mia gioia, qui.”
A Colorado interpreti il personaggio del disturbatore. Come è nato?
“Nasce come un esempio di una mia doppia personalità. Quando lo facevo agli inizi l’impermeabile era metà bianco e metà nero e quando veniva qualcuno, mi difendevo aprendo le gambe di una Barbie davanti a lui dicendo Vai via tu. La Barbie è stata sostituita dal volatile essendo più colorato e anche meno ambiguo così sono diventato una sorta di Ispettore Gadget che estrae una serie di oggetti da dietro al sedere parafrasando lo slogan di una nota campagna pubblicitaria”.
E’ un ruolo che ti piace o gradiresti anche fare altro? Magari dei monologhi?
“Sono felice dei risultati che questo personaggio raggiunge con il pubblico più giovane. Non a caso io vado in onda sempre presto proprio perchè il mio target sono i giovanissimi, ma mi piacerebbe anche cimentarmi con qualcos’altro. Anche dei monologhi perchè no? Del resto io sono stato uno dei fondatori del locale Scaldasole 20 anni fa, il primo palco libero d’Italia. In questo luogo sono nati personaggi oggi noti come Pali e Dispari, Leonardo Manera, Gianmarco Pozzoli, Fabrizio Fontana e tanti altri”.
Immagino che, oltre a Colorado, tu faccia anche serate a teatro giusto?
“Sì. Un altro progetto sul quale stiamo lavorando è Favelas, uno spettacolo realizzato con un linguaggio completamente nuovo. Sarà in scena per 3 settimane al Teatro Verdi a febbraio e sarà prodotto da Bananas, la stessa di Zelig”.
Potrebbe andare su Italia 1 qualora Colorado passasse all’ammiraglia?
“Io non lo so questo, non so neppure se sia vero che Colorado passi su Canale 5. L’ho letto dai giornali”.
Ma cos’è esattamente Favelas?
“Uno spettacolo nuovo, con un linguaggio innovativo. E’ studiato come in continuto movimento come se si fosse su un tapis roulant. Nel numero zero che abbiamo girato c’è Ainett Stephens che in tutto lo spettacolo continua a correre, in scena c’è un ragazzo iraniano che balla la breakdance e pela patate. Lei inciampa, il ragazzo la insegue. Il pubblico partecipa a modo suo e i comici intervengono a staffetta. I nomi che vi partecipano sono famosi: Katia di Katia&Valeria, Stefano Chiodaroli, Rocco Barbaro, Marco Della Noce. Si pensa a farlo diventare un format televisivo. Intanto andrà nella rubrica Palco e Retropalco di Rai 3, poi si vedrà.”.
Oltre a Favelas cosa farai?
“Innanzitutto mi auguro di far parte della prossima stagione di Colorado che mi da’ molte soddisfazioni. Poi farò un nuovo spettacolo coi Martelli Frax che sarà costruito con un linguaggio multimediale grazie a videoproiettori e pedane mobili e poi anche un film”.
Dal titolo?
“Sarà una pellicola prodotta da un piccolo studio e sarà incentrato sull’Expo di Milano. Io farò una piccola parte interpretando l’uomo mucca. Insieme a me ci sarà anche Marco Della Noce, il ferrarista di Zelig”.
HERBERT CIOFFI
A Colorado interpreti il personaggio dello Chef Olivier, senz’altro particolare no?
“Sì, è un personaggio inusuale che è nato grazie al suggerimento di carissimi miei amici, i comici di Colorado. Ci conosciamo da tanti anni avendo cominciato insieme e mi hanno sempre detto che avrei dovuto unire le mie due passioni, la cucina e l’amore in generale. Quindi, essendo amante di tutto ciò che è godereccio, avrei dovuto trovare il modo di far combaciare queste due cose. Ho provato, ci sono riuscito male e piano piano l’ho pulito, fino a farlo diventare lo Chef ben vestito che propone dei quadretti erotici”.
Hai parlato di amici comici di Colorado. Quali ad esempio?
“Io sono un amico storico di Omar Fantini, siamo amici da quando abbiamo cominciato. Io ho sempre raccontato in maniera colorita le mie vicende sessuali, non trovandole un tabu, quindi siccome mi dicevano che avrei dovuto trovare una chiave di lettura che mischiasse la cucina al sesso, è nato lo chef. La cosa che mi fa piacere è che alle persone arriva questo connubio ed è molto gradito”.
Ma questi quadretti sessuali a chi li raccontavi?
“Quando finivamo gli spettacoli c’era sempre un momento in cui comicamente rendevo di più. Mi fermavo con gli altri, raccontavo le storielle e queste finivano per diventare il momento più ridicolo. C’è stato un problema grosso, una gestione complessa proprio nel pensare come si potesse raccontare a teatro queste cose”.
Un esempio di quadretto erotico mischiato al cibo?
“Io sono un fanatico della pizza, a casa ho un forno per cucinarle. Quando sono riuscito a far diventare la pizza un rapporto sessuale per me è stato l’apice. Per me la pizza è un incontro di passione. Ai miei amici dico sempre che non c’è differenza tra un pasto eccezionale, una poesia e una bella donna”.
Ma quando interpreta lo Chef Olivier, con tutti i doppi sensi che fuoriescono dalle sue ricette, Herbert a cosa pensa? Al sesso o al cibo?
“Assolutamente e te lo dico con sincerità, solo al cibo. Se io per un momento pensassi ad altro, passerebbe un significato più sconcio. Io mi entusiasmo della ricetta e poi lascio risuonare le corde della malizia dentro ognuno”.
Lo Chef Olivier si può considerare una risposta ai tanti programmi di cucina che ci sono in tv?
“In realtà no, il mio è veramente un amore poetico. Tre puntate fa Savino ha parlato di me come fossi un poeta e un pittore e io utilizzo questo sistema descrittivo per tutte le cose che mi entusiasmano. Non c’è mai stato un legame con l’attualità o i programmi che fanno adesso. E per farti capire, adesso mentre parliamo sto sognando un bel tartufo che mangerò stasera…”.
Hai detto che hai riscontrato che al pubblico piaccia questo personaggio. Hai qualche aneddoto in tal senso che ci vuoi raccontare?
“Una signora mi ha rivelato che è andata ad uno spettacolo di cabaret e l’unico personaggio non ritenuto volgare per lei ero stato io. E poi il gradimento dello Chef è dato dal fatto che arrivano a suggerirmi i temi. Mi hanno scritto di fare un pezzo sul gelato che farò presto. Avrà a che fare con i coni, quindi vi lascio intendere…”
A te invece è mai capitato di corteggiare una bella donna con questo sistema?
“Assolutamente sì. Una sera, scherzando con una ragazza dicendole che era una riccia marinata, la cosa ha avuto una presa pazzesca. Mi sono accorto di quanto fosse potente questo strumento. E me ne sono accorto durante. Nonostante questo personaggio sia nato 3 anni fa, prima a Central Station e poi a Colorado”.
Domanda provocatoria. Se lo Chef Olivier incontrasse due regine dei fornelli come Antonella Clerici o Benedetta Parodi, quale sarebbe la ricetta per ciascuna?
“Alla Clerici spiegherei bene come deve essere guarnita una lasagna, mentre alla Parodi racconterei come si devono fare i tortellini. Ad Antonella direi che nella realizzazione di una lasagna bisogna abbondare di besciamella; la farei molto corposa e piuttosto succulenta in modo tale che ne possa avanzare un po’ da tirar su con la forchetta fino in fondo. E le direi di non essere restia a guarnirla, in modo che fosse umida e non secca. Alla Parodi parlerei del tortellino in brodo dicendole quanto sia importante che sia saporito, ben fatto e ripieno, una parte che non si trascura mai. Quando il commensale gradisce il ripieno, hai il massimo dei successi in cucina…”
E una ricetta per Rossella Brescia?
“Lei è da pranzo in piedi, è uno stuzzichino da farsi in piedi, il preludio ad una mangiata successiva. La stuzzicherei con delle cosine che possano accendere la curiosità di un successivo invito a cena. Le farei delle bruschettine con un buon olio della Val d’Orcia di quelli che pizzica un po’ sulla lingua e le farei assaggiare le mie olive..”
Cosa farai dopo Colorado?
“Io sono un comico puro però, siccome ho la passione per il racconto, mi piacerebbe creare dei nuovi personaggi ma non dal punto di vista della macchietta quanto invece sul raccontarli. E poi mi piacerebbe scrivere un libro sulla Chef Olivier”.
Un libro di ricette?
“Potrebbe chiamarsi i 100 modi per godere in cucina”
E il cinema non ti attrae?
“Eccome, ma sempre in chiave comica. A volte mi immagino come sarebbe lo Chef Olivier in un cinepanettone con De Sica. Sarebbe perfetto. In un ristorante, uno si troverebbe, anzichè uno chef normale un satiro come questo con le sue ricette fuori dalle righe. Pensate ad una patata imburrata su un letto di cicoria riccia e come risponderebbe Christian …”
Ringraziamo Didi Mazzilli e Herbert Cioffi per essersi raccontati a TvBlog. Da parte nostra, un grande in bocca al lupo per entrambi.
mb