Colorado: TvBlog intervista Omar Fantini (Nonno Anselmo e il vampiro di Twilight)
Proseguiamo a conoscere meglio i tanti comici di Colorado, il varietà di Italia 1 condotto da Nicola Savino e Rossella Brescia che ogni domenica ottiene ascolti record. Questa volta, dopo Laura Magni e Angelo Pintus, Marco Bazzoni, Daniele Ronchetti e Simonetta Guarino, abbiamo intervistato Omar Fantini. Il comico, presente a Colorado da 7 stagioni, in
Proseguiamo a conoscere meglio i tanti comici di Colorado, il varietà di Italia 1 condotto da Nicola Savino e Rossella Brescia che ogni domenica ottiene ascolti record. Questa volta, dopo Laura Magni e Angelo Pintus, Marco Bazzoni, Daniele Ronchetti e Simonetta Guarino, abbiamo intervistato Omar Fantini. Il comico, presente a Colorado da 7 stagioni, in questa sta ottenendo consensi di pubblico interpretando il vampiro di Twilight e riproponendo Nonno Anselmo. In questa intervista ci racconta anche qualcosa di più delle sue precedenti esperienze e dice la sua sulla chiusura dello Zoo di 105.
Hai sempre voluto fare il comico? Da quanto si vede a Colorado sembri nato per fare il battutista.
“E’ uno dei complimenti più belli che mi siano stati fatti perchè in realtà mi sono sempre sentito come prestato al cabaret. Vengo dal teatro comico, non ho un passato di animatore, e ho sempre avuto la sensazione di non saper dire le battute. Quello che mi dici invece mi fa estremamente piacere”.
Quando ti è venuta l’ispirazione di fare il comico?
“Intorno ai 16-17 anni quando non c’era nessuna ragazzina in tutta la provincia di Bergamo che avesse l’intenzione di… farsi un giretto sulle giostre con me. L’ho buttata sul ridere ed è nata la passione. Ho iniziato a fare teatro per darmi più importanza artistica che forse poteva farmi risultare agli occhi delle ragazzine più appetibile, cosa che non è accaduta (ride ndr), però ho scoperto una cosa che mi piaceva molto come il teatro comico e ho cominciato a lavorare su quello”.
Ti sei ispirato a qualcuno in particolare?
“All’epoca mi piacevano molto Aldo, Giovanni e Giacomo, Antonio Albanese e Paolo Rossi. Andava in onda un programma su Rai 3, Su la testa, che mi piaceva tantissimo pertanto l’ispirazione più etica per la comicità mi è arrivata da lì. Poi nel mio dna, essendo stato piccolo negli anni ’80, ho sempre avuto il Drive In che aveva piantato delle radici forti dentro di me e, non ultimo, sono sempre stato un fan di Jim Carrey, che ho sempre visto come un idolo. Tutte le mie smorfie e i miei racconti che faccio oggi sul palco arrivano da quella scuola”.
Il Jim Carrey dei film o quello di Saturday Night Live?
“In realtà lui a SNL ci è andato solo come ospite quando era già famoso, invece partecipava a Living Color ed era l’unico comico bianco in mezzo a tanti di colore. Era la trasmissione più maleducata degli Stati Uniti. Io ho iniziato a seguirlo dopo, mi sono innamorato con film come Ace Ventura, Scemo + Scemo. Jim è il tipo di attore che un film mediocre lo fa diventare bello”.
Parliamo di te. Sei alla settima stagione di Colorado. Notiamo che oggi nel programma la tua partecipazione si è molto ampliata: fai delle caratterizzazioni come Nonno Anselmo o come Edward Cullen e poi ti dedichi ai monologhi.
“Sono contento che il capo degli autori mi abbia concesso questa fiducia. Non essendo un cabarettista puro, mi diverto molto di più ad esplorare le varie possibilità piuttosto che una fino in fondo. Mi sono sempre venuti in maniera spontanea i personaggi, però anche il monologo l’ho sempre usato dal vivo. Il primo spettacolo era un monologo comico sul teatro, all’interno del quale c’erano dei personaggi che poi ho fatto”.
E attualmente i tuoi monologhi a Colorado sono tutti abbastanza attuali, sul benessere.
“Sull’obbligo al benessere a dire il vero, perchè lo star male è diventata quasi una delle possibilità più belle che abbiamo. Oggi alla ricerca ostentata del benessere ci si arriva tramite le fatica fisica e tutto quello a cui si viene sottoposti è sempre stressante nonostante tutto”.
Parlando di personaggi, quello che in questo periodo sta ottenendo consensi è la parodia del vampiro di Twilight, Edward Cullen. Un successo confermato pure dalla community della saga che ti ha intervistato di recente. Come mai hai deciso di interpretarlo?
“L’amore sconfinato che la mia compagna ha per questo genere le ha fatto dire che assomiglio un po’ al vampiro e se mi guardo bene tra il naso schiacciato, la mascella importante un po’ è vero. Il personaggio poi è molto buffo: ha i sopracciglioni, le labbra con il rossetto, questo fare cupo e torvo mi ha messo facilmente nelle condizioni di poterlo prendere in giro. In più Patterson è il nuovo love symbol delle ragazzine. E’ un mio meccanismo comico abbastanza ricorrente quello di creare un’aspettativa incredibile e poi distruggerla. L’ho fatto anche con Marilyn Manson che era cattivo, cattivo, cattivo poi bastava una canzoncina romantica per farlo piangere”.
A proposito, di solito le community dei fan sono molto cattive. Abbiamo visto che quelli di Twilight hanno apprezzato l’ironia, ma con quelli più forti di Manson come sono andate le cose?
“Devo dire che l’attenzione carina da parte dei fan di Twilight mi ha stupito positivamente, cosa che non è accaduto invece con quelli di Manson. Sul loro sito sono stato minacciato di ogni tipo di morte. Ricordo cosa avevano scritto: ‘Lo priveremo delle viscere e le purificheremo nell’ammoniaca per farlo tornare puro come era un tempo’. Ad un concerto addirittura ho rischiato di essere malmenato e sono stato salvato da 4 con la maglietta dei Metallica. La cosa comica è che io sono sempre stato un fan di Marilyn Manson quindi il mio era in un certo senso un tributo a lui. Io imito sempre chi mi piace e non chi odio. Nel momento in cui l’astio prende il sopravvento su di me, perdo la mia parte comica”.
Vampiro e Manson a parte, l’altro personaggio presente a Colorado da tempo è Nonno Anselmo. Esiste davvero? Hai preso spunto da qualcuno che hai conosciuto per interpretarlo?
“Ti racconto un simpatico aneddoto. In realtà è nata prima la voce del personaggio perchè un giorno, mentre ero a Napoli, vidi un cane pastore maremmano in mezzo alla strada che in un traffico pazzesco attraversava con una calma imbarazzante e nessuno osava urlare o toglierlo da lì. In quel frangente mi è venuta la voce del nonno come se parlasse il cane ‘O che fatica attraversare la strada in ste città incasinate…’ Poi, un’esigenza che ho sempre avuto è sempre stata quella di esternare il mio lato volgare e l’ho fatto attraverso il nonno. La cosa divertente è che non è mai stato censurato nonostante fino agli anni scorsi dicesse delle volgarità assolute. Quasi come se a lui si potesse perdonare di tutto”.
Parlando di volgarità, hai lavorato in passato allo Zoo di 105, chiuso in questi giorni per il linguaggio giudicato scurrile e offensivo. Cosa pensi di questa decisione?
“Su alcune cose convengo con Mazzoli e mi stupisce che arrivino adesso a prendere questa decisione. La cosa bella dello Zoo è che hanno dei picchi altissimi a livello creativo perchè Fabio Alisei è una delle menti più belle che abbia mai conosciuto e raggiunge delle bassezze che prima attraverso Leone di Lernia e ora con Mazzoli, mostra uno spettro di comicità abbastanza ampio. Per quanto mi riguarda, non sempre mi piacciono però hanno trovate geniali. L’unica cosa che ho sempre criticato è che loro spesso dichiarano guerra ai personaggi e poi quando li incontrano fanno gli amiconi. Non sono veri incazzati, lo fanno quasi per convenienza, sono un po’ paraculi. Quanto alla chiusura, non sono d’accordo, anche se andava affrontato questo discorso. Così come c’è una tutela per i minori in televisione, forse è giusto che ci sia un ammodernamento in questo senso anche in radio”.
Per quanto ti riguarda, hai interpretato vari spot, ti piacerebbe anche fare cinema o fiction?
“Logicamente mi piacerebbe molto e in particolar modo vorrei vedere se in Italia ci fosse spazio per realizzare un film dichiaratamente comico che ultimamente ha fatto solo il buon Checco Zalone. Arrivando dalle esperienze di Adam Sandler, Jim Carrey, Ben Stiller, mi piacerebbe avere una possibilità di riuscire a fare qualcosa del genere anche nel nostro Paese”.
Oggi i film comici li fanno principalmente De Sica con i cinepanettoni, Salemme e Boldi.
“Sì, anche se a volte sembra che si fermino alle basi. Potrebbero forse spostare un po’ più in là la loro creatività. E non si pensi che in America non si facciano cose becere, anche là le volgarità sono all’ordine del giorno, però c’è la sensazione che ci siano delle idee più ricercate rispetto alle nostre”.
Progetti per il futuro?
“Ci sono ancora cinque puntate di Colorado che devono andare in onda, poi dobbiamo capire se ci sarà la terza edizione di Central Station che va sul canale satellitare Comedy Central. E’ un programma che è andato bene per due edizioni, nel quale mi cimento anche come conduttore che dovrebbe ripartire a gennaio. Poi a fine novembre uscirà il libro del nonno ‘Nonno Anselmo Superstar: confessioni di una mente indecorosa‘ che promuoverò in vari programmi e poi il tour estivo a teatro”.
Visto che avete registrato la 100esima puntata, ci anticipi cosa farai domenica?
“Il monologo sarà sui negozi di abbigliamento trendy mentre ti anticipo cosa succederà al vampiro. Ho preso una sberla da Rossella Brescia tanto forte che non mi ha fatto sentire niente dall’orecchio sinistro per tutta la durata della puntata. Io ho fatto 10 anni di kickboxing, pratico sport, e non ho mai preso una sberla del genere. Sintonizzatevi già nella Revolution, nell’anteprima, almeno questo sacrificio umano sarà servito a qualcosa..”.
Ringraziamo Omar Fantini e gli auguriamo di poter realizzare il desiderio di recitare in un film comico sullo stile di Sandler o Carrey.
mb