Rai, Gubitosi smentisce l’arrivo di Lilli Gruber: “Vanno privilegiate risorse interne”. Poi cita Belen Rodriguez…
Luigi Gubitosi esclude il ritorno in Rai di Lilli Gruber, commenta il licenziamento di Alessandro Di Pietro, assicura che le partite dell’Italia ai Mondiali 2014 saranno in chiaro e alla fine tira in ballo Belen Rodriguez.
Il direttore generale della Rai Luigi Gubitosi non vuole parlare di rivoluzione di Viale Mazzini, ma di semplice introduzione di regole di buona gestione, per riportare alla normalità la televisione pubblica. Gli elementi forti del piano industriale triennale (2013-2015) approvato pochi giorni fa dal Cda sono, come noto, lo sviluppo delle news e delle fiction, il rilancio delle produzioni interne e quindi la digitalizzazione dell’informazione. Su questo ultimo punto Gubitosi ha ostentato orgogliosamente un dato:
Nel triennio destineremo alla digitalizzazione dell’informazione 163 milioni contro i 239 milioni del decennio 2003-2012.
Gubitosi nel corso dell’intervista rilasciata al quotidiano Il Messaggero ha anche smentito i rumors circolati nelle scorse ore – anche TvBlog ne aveva dato conto – riguardanti un possibile ritorno in Rai (anche) di Lilli Gruber. Il dg ha infatti negato qualsiasi tipo di trattativa-discussione in corso con la giornalista ed ha escluso che nel futuro prossimo possa aprirsi, proprio perché l’indirizzo da seguire è quello di privilegiare le risorse interne. Con qualche eccezione evidentemente, considerata la recente nomina alla direzione del Tg1 di Mario Orfeo.
Gubitosi ha anche risposto ad una domanda sul caso Alessandro Di Pietro, il conduttore di Occhio alla spesa licenziato per pubblicità occulta:
Quando si scopre che il giornalista ha perduto la necessaria indipendenza è fatale che il rapporto fiduciario venga meno.
L’ex a.d. di Wind ha inoltre assicurato che in occasione dei Mondiali di calcio che si disputeranno in Brasile l’anno prossimo sulle reti Rai “vedremo la nazionale italiana e le partite di cartello, le semifinali e le finali”, sebbene i diritti appartengano a Sky. Infine, la rivendicazione della tv di stato come servizio pubblico e come televisione di qualità. Con riferimento a Belen Rodriguez, dello stesso tenore di quello che fece infuriare il direttore di Rai1 Giancarlo Leone:
Chi ha detto che gli italiani non apprezzano una televisione di qualità? I 17 milioni di ascoltatori che hanno seguito il Festival di Sanremo dimostrano che un pezzo di Chopin vale come e più di Belen.