Tv Mania – Annicchiarico peggiore del programma (stroncato persino dalla Comazzi ospite)
Sparare a zero su Tv Mania, quest’oggi, sembra al sottoscritto un esercizio di indignazione fin troppo scontato. Anche perchè il programma è riuscito a farsi stroncare persino da Alessandra Comazzi, la critica televisiva più deliziosa e comprensiva del settore. Quest’oggi, sulle pagine de La Stampa, la vediamo sfatare il mito del giornalista prezzolato, stroncando senza
Sparare a zero su Tv Mania, quest’oggi, sembra al sottoscritto un esercizio di indignazione fin troppo scontato. Anche perchè il programma è riuscito a farsi stroncare persino da Alessandra Comazzi, la critica televisiva più deliziosa e comprensiva del settore. Quest’oggi, sulle pagine de La Stampa, la vediamo sfatare il mito del giornalista prezzolato, stroncando senza mezzi termini la trasmissione di cui pure è stata opinionista ieri sera. La sua critica ve la proporrei dopo il salto, prima mi permetto qualche valutazione introduttiva alla spicciolata.
Il (bruttissimo) programma in questione, che ha fatto il 4% e poco più che 400.000 spettatori in seconda serata (dubito arriverà a scontrarsi col Grande Fratello), è della Triangle, casa di produzione tornata in pista dopo la disavventura de La Tribù – Missione India datata settembre 2009. Insomma, è un modo come un altro per tornare a fatturare, specie se ricicli un vecchio format, Le due sponde di Buona Domenica della Perego, in un quiz sulla tv (con tutte le forzature del caso e toni troppo chiassosi per la fascia).
Capoprogetto, reduce dai successi de La Talpa, Il Grande Talk e Per un pugno di libri tra gli altri, è Paolo Taggi, un eminente professore universitario e scrittore che in passato è intervenuto su queste pagine. Ieri sera ha portato in tv un suo collega accademico altrettanto illuminato, Enrico Menduni. Peccato che il disastro autorale di Tv Mania di ieri, e il frigo e la pattumiera parlanti di Lorella a Domenica In, siano entrambi un’idea sua. E questo dispiace ammetterlo.
Poi c’è la conduzione data al figlio del monumentale Walter Chiari, Simone Annicchiarico. Si parta da un presupposto, cioè che tra Facchinetti e Annicchiarico c’è una differenza abissale: il primo sta crescendo con una grande umiltà, ammettendo all’occorrenza di essere un cretino miracolato, il secondo è di una boria imperdonabile, per colpa dell’acritica legittimazione che sta ricevendo dal gotha dello spettacolo.
Tv Mania con Simone Annicchiarico
Annicchiarico, come ha rivelato a La Vita in Diretta, ha trovato in Pippo Baudo un secondo papà, quando quest’ultimo stava con la mamma Alida Chelli (il re dei presentatori, insomma, lo ha sempre supportato). Poi è stato spinto in prima serata dalla De Filippi, che tanto allocca non è e infatti gli ha subito affiancato a Italia’s Got Talent la verve di Geppi Cucciari.
Due settimane fa Simona Ventura è stata l’unica conduttrice, intervistando Simone, a rinfacciargli la sua mancanza di entusiasmo. Uno che va ospite a Quelli che il calcio, annoiato e sbracato, dichiarando che se in tv gli andasse male ci sono sempre i suoi amici e la sua vita (un lavoro vero no?).
Annicchiarico non ha nulla da perdere, sembra che a condurre ci faccia un piacere, è irritante, è sgarbato, non è preparato ed è, soprattutto, l’unico che sembra compiacersi della sua condizione di ‘figlio di’ come lasciapassare per un roseo futuro.
Tolte queste premesse arriva Tv Mania, che lascio criticare volentieri alla Comazzi perché personalmente non he ho la forza. Ah, un’ultima cosa. Amadeus ospite ieri sera gridava vendetta: avrebbe potuto benissimo condurlo lui per salvare il salvabile.
“Poteva essere una cosa bella, una buona occasione per discutere con leggerezza intorno alla televisione. Bisogna avere fiducia, anche in Raidue. E invece Tv mania, almeno nella puntata di esordio, sembrava un’Arena dei poveri, un Tv talk senza la preparazione. Tutto un frullare di autori, poche idee ma confuse, sensazione di casualità e di precarietà, ospiti imbarazzati, alcuni (io per esempio) con l’aria di chiedersi che cosa ci sto a fare, non è così che si parla di tivù. Anzi, non è così che si parla di nessun argomento, ma invece è così che se ne parla normalmente alla tele, con approsimazione e tanto al metro, come al bar, e in effetti non ha senso stupirsi. Il regista, Jocelyn, quanta strada nei suoi sandali, gestisce come i mezzi gli consentono il glorioso Teatro delle Vittorie, piccolo piccolo nella realtà. Il conduttore Simone Annichiarico, giù di voce e influenzato, fuori dall’ambiente protetto della Valigia dei sogni, non sembra il nuovo Pippo Baudo. Però i giovani bisogna provarli, speriamo che ne provino qualcuno che non è figlio di Walter Chiari. Il meccanismo è fatto di giochi risibili, di domande casuali sulla tivù, il talk è il trionfo dei luoghi comuni, con quelli si fanno i programmi. Gabriella Germani è simpatica, ma in quel contesto è solo un ingrediente in più”.