Colorado: TvBlog intervista Angelo Pintus e Laura Magni
Proseguiamo con il nostro viaggio all’interno della fucina di comici di Colorado, il varietà di Italia 1 in onda ogni domenica alle 21:25 condotto da Nicola Savino e Rossella Brescia. Dopo avervi fatto conoscere meglio Marco Bazzoni (Baz), abbiamo rivolto alcune domande ad Angelo Pintus (che propone un monologo sulle sfighe a scuola) e a
Proseguiamo con il nostro viaggio all’interno della fucina di comici di Colorado, il varietà di Italia 1 in onda ogni domenica alle 21:25 condotto da Nicola Savino e Rossella Brescia. Dopo avervi fatto conoscere meglio Marco Bazzoni (Baz), abbiamo rivolto alcune domande ad Angelo Pintus (che propone un monologo sulle sfighe a scuola) e a Laura Magni, tornata a Colorado dopo un periodo di pausa.
ANGELO PINTUS
Come hai iniziato?
“A 17 anni vivevo a Trieste, ho cercato tutte le radio delle città e ho chiamato imitando una voce dicendo che avevo trovato un ragazzo bravissimo che doveva lavorare in radio. Mi hanno risposto di mandarlo che lo avrebbero visionato e ho iniziato a lavorare là. Poi ho iniziato in Valtur dove sono rimasto per 5-6 anni e poi di nuovo in radio con Marco Baldini a Radio Italia Network. Successivamente è arrivato il Costanzo Show, Buona Domenica, Stasera mi butto (che abbiamo vinto con Max Vitale ma non è servito a niente…). Dopo questa occasione ci siamo divisi e da solo ho lavorato a Radiodue con Baldini e Fiorello e poi sempre con Fiore a teatro fino a quando ho mandato un sms a Rossella Brescia dove le chiedevo insistentemente di essere preso a Colorado… E mi hanno preso!”.
Merito quindi di Rossella se sei qui… A Colorado fai un monologo dove parli delle sfighe a scuola, che immagino sia anche autobiografico. Ci racconti un aneddoto tratto da quel periodo?
“Ricordo il mio preside delle medie, che non parlava come Cesare Maldini, e ogni volta che andavo in Presidenza (praticamente un giorno sì e un giorno no), tutto sommato mi voleva bene e non voleva sospendermi. Unico suo difetto una netta inflessione dialettale tipo “Allora, quest volt non ti sospend, ma ti ammonisc!”. Non era di Trieste diciamo. E io, quando tornavo in classe e i miei compagni mi chiedevano cosa fosse successo, ripetevo imitandolo alla perfezione ciò che mi aveva detto. Poi ricordo anche la mia prof. di matematica: entrava lei, e uscivo io. Non ci potevamo proprio vedere”.
Parlando di scuola, cosa pensi della riforma Gelmini?
“Preferirei non commentare…”
La ritieni una sfiga pure questa?
“Diciamo che quando andavo a scuola io avevo un maestro unico e stavo benissimo anche perchè le nozioni le conosceva. Oggi magari i bambini hanno tanti maestri e poi ti accorgi che non tutti sono così acculturati. Non voglio entrare in politica, è tutto strumentalizzato, bisognerebbe chiedere ai bambini e non ai genitori o a chi fa propaganda se si trovino meglio prima o adesso”.
Come ti trovi a Colorado?
“Mah bene direi, una vera famiglia… Praticamente Cogne! Sto scherzando, è l’unico posto che mi ricorda i trascorsi in Valtur. Anche qui c’è un capocomico, un’equipe, e si sta bene. Non ci sono screzi e si lavora con spirito di gruppo”.
Sei qui da tre anni. L’hai trovato cambiato?
“Sì, quest’anno è un po’ diverso… I colori, la fotografia… (ride, ndr). Poi abbiamo le Coloradine… L’anno prossimo vengono a ballare direttamente i mobili di Ikea da montare, così chiudiamo il cerchio!”
Ricordiamo i tuoi trascorsi al Maurizio Costanzo Show con Max Vitale. Come siete entrati in questo programma prestigioso?
“Stavano cercando qualcuno che commentasse le storie che venivano raccontate. Mandammo noi un nostro video e, ironia della sorte, lo fece anche Digei Angelo, ma presero noi. La sfiga che mi perseguita sin dai tempi della scuola mi colpì anche lì visto che iniziammo nel settembre del 2001 (e tutti sappiamo cosa sia successo in quel periodo) e noi, che saremmo dovuti essere sul palco, restammo in platea e fu tutto più difficile”.
I rapporti con Costanzo com’erano?
“Buoni. Ci portò anche a Buona Domenica e ci siamo divertiti molto. Con Maurizio lavoravamo davvero bene, eravamo felici. Quando ha smesso di fare il programma e anche noi non siamo stati più chiamati”.
E con Max come siete rimasti?
“Il nostro è un rapporto non lavorativo. Ci sentiamo, siamo amici, però abbiamo preso strade diverse. Preferivo lavorare da solo e non fare più determinate cose che invece a lui andavano bene. Capita, è la vita”.
Del periodo da animatore invece cosa ricordi?
“E’ stata l’esperienza più bella della mia vita. I sette mesi passati a Cuba sono la cosa a cui penso più spesso: la libertà, la vita che si vive lì… Che bella cosa, soprattutto a vent’anni!”.
Animatore giovane a Cuba… Abbiamo capito.
“No, non è come pensi tu. Ho bevuto tutti i tipi di Rhum che fanno: alla menta, all’arancia, al caffè, al… Non si può descrivere.”
Ora sei a Colorado, ma ti è rimasto un sogno che vorresti realizzare?
“Vojo alenare Madrid! (imitando Josè Mourinho ndr). Vorrei provare a recitare, di solito lo dicono quelli che escono dal Grande Fratello, io credo sia una predisposizione che si debba avere dalla nascita, ma una prova la vorrei fare…”
E con chi vorresti recitare?
“Rocco Siffredi!”.
Andiamo ora a conoscere meglio Laura Magni, tornata a Colorado quest’anno con un monologo sulle donne e contro il sistema dopo esservi stata in passato nei panni di Ganascia.
LAURA MAGNI
Laura, sei tornata a Colorado quest’anno dopo le esperienze passate con un monologo in cui prendi in giro i difetti degli uomini. Perchè?
“In realtà prendo molto in giro anche noi donne. Diciamo che prendo in giro il sistema televisivo: da donna se vuoi ottenere un po’ di attenzione devi metterti in mostra ed è quello che racconto nel monologo. Sempre con il sorriso sulle labbra ovviamente”.
Un po’ femminista alla Sex and the City?
“Più che Sex and the City direi Così fan tutte, un tipo di comicità al femminile più realistica. Semplicemente la donna dovrebbe cercare di evitare di fare sempre la vittima dell’uomo, ma parlare anche dei propri difetti in relazione al sistema che la circonda. Io più che aggressiva mi sento Bridget Jones. Sex and the City è più aspirazionale, è ambientato a New York; Così fan tutte è più portato all’estremo e più vicino alla nostra realtà, più italico”.
Come mai secondo te le donne comiche fanno monologhi in cui prendono spesso in giro gli uomini? Pensiamo a Geppi Cucciari, Teresa Mannino…
“Tu hai presente monologhi di uomini in cui non mettono alla berlina le donne? Nel cabaret racconti cose di vita e quindi ci si prende anche in giro reciprocamente”.
Come hai iniziato la tua carriera?
“Vengo dal teatro, ho sempre fatto produzioni televisive e negli ultimi anni ho lavorato a Mtv sia come producer che come co-autrice. Nell’ultimo anno ho lavorato con Pif a ‘Il Testimone'”.
E come è avvenuto il passaggio da producer-autrice alla comicità?
“Non è stato un passaggio, io ho cominciato a fare cabaret nel 2001 ma con il cabaret non ci campi. Siccome l’altro mio lavoro mi piaceva, l’ho sempre mantenuto. Ora però sto cercando di riuscire a vivere solo con il lavoro di attrice comica”.
Hai già partecipato a Colorado, poi hai lasciato per tornare quest’anno.
“Sono arrivata qui nel 2008 facendo il pezzo sulla Beba, la milanese stronza; poi ho fatto Ganascia nell’edizione del 2009 e poi qualche passaggio la scorsa edizione. Nel frattempo oltre ad aver lavorato per Mtv, ho fatto molte serate”.
Anche tu vieni da quella fucina di talenti che sono i Laboratori?
“Per questo pezzo sì, mentre per quelli precedenti, nel 2001, venivo da quelli di Zelig.”
Preferisci interpretare personaggi come Beba o Ganascia o fare i monologhi?
“Mi diverto moltissimo a fare le caratterizzazioni da attrice, però con i monologhi puoi dire molte più cose tue e considero quella che mi è stata offerta una grande opportunità di crescita”.
Dici che ti diverti a fare l’attrice, quindi possiamo affermare che l’obiettivo successivo sia quello di recitare magari in una sitcom?
“Sicuramente e visto che Colorado Film produce… Mi piacerebbe molto. Adoro fare l’attrice comica”.
Qual è il tuo ideale di attrice comica italiana?
“Secondo me le cabarettiste che riescono ad uscire sono tutte numero uno. Da Geppy Cucciari, a Debora Villa, Teresa Mannino, Rita Pelusio, Luciana Littizzetto. Non ce n’è una in particolare, secondo me dovremmo imparare un po’ a guardare all’estero dove c’è un pubblico più abituato ad ascoltare i comici rispetto a quanto avviene in Italia”.
Perchè secondo te?
“Perchè il pubblico è meno educato a seguire satira politica e sociale come invece avviene in Inghilterra o in America. Un popolo che ha voglia di sentirsi dire delle cose, magari le ascolta anche da un comico. Guarda la Littizzetto..!”
Ringraziamo Angelo Pintus e Laura Magni per essere stati con noi in queste interviste e auguriamo loro il meglio per il futuro.
mb