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Maurizio Costanzo a TvBlog [Prima Parte]

” />Maurizio Costanzo è ripartito in questa stagione con una nuova edizione dello storico programma del 1976 “Bontà loro”. Un programma che ha segnato il suo ritorno su Rai1, dove è protagonista anche nella seconda serata del sabato in “Memorie dal bianco e nero” con Enrico Vaime. Tvblog per parlare di questo ma anche di

di Hit
pubblicato 30 Settembre 2010 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:10

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Maurizio Costanzo è ripartito in questa stagione con una nuova edizione dello storico programma del 1976 “Bontà loro”. Un programma che ha segnato il suo ritorno su Rai1, dove è protagonista anche nella seconda serata del sabato in “Memorie dal bianco e nero” con Enrico Vaime. Tvblog per parlare di questo ma anche di molto altro è stato ospite presso la sua casa: il teatro Parioli di Roma. Un tempio dello spettacolo dove le pareti trasudano delle storie raccontate nelle varie rappresentazioni teatrali qui andate in scena e dove rimani colpito dalle tante fotografie appese ai muri di attori, attrici, personaggi che hanno fatto la storia dello spettacolo e che ancora sembrano volerti parlare e raccontare di quei testi che li hanno visti protagonisti. Le storie che si respirano all’interno di queste stanze le ascoltiamo attraverso le parole del suo padrone di casa, che oltre ad aprirci le sue porte ha saputo raccontarsi e raccontarci le sue sensazioni professionali e anche private. Ascoltiamolo in questo percorso che partendo dal suo lavoro arriva poi ai suoi affetti, con alcune interessanti considerazioni sul futuro. Un viaggio di cui oggi vi proponiamo la prima parte.

BONTA’ LORO 1976

“Quando nacque nel 1976 ‘Bontà Loro’ sorprese sia me che Angelo Guglielmi, che era l’allora assistente di Mimmo Scarano direttore di Rai1, perché eravamo convinti che gli italiani alle dieci e mezza andassero a dormire. Non era vero: noi facemmo 5.400.000 telespettatori al primo numero e 13 milioni il secondo. Uno perché non c’era concorrenza e due perché gli italiani prima andavano a dormire perché non c’era nulla da vedere. Quella “Bontà loro” lanciò le interviste “vere”. Questa nuova edizione non va al pubblico della notte ma ad uno molto più complicato che è quello del primo pomeriggio. Ora io mi rivolgo a quegli eroi e a quelle eroine che non vedono “Centovetrine”, che fa il 24% di share tutti i giorni. Il problema a chi ci si rivolge conta, però io devo molto a quel primo “Bontà loro”perché da lì in poi sono nate le mie cose successive.”

BONTA’ LORO 2010

“E’ stato il direttore di Rai1 Mauro Mazza a volere chiamare questa nuova trasmissione “Bontà loro”, anche perché io volevo salutare il programma con il quale ero nato in Rai. L’anno scorso nacque “Bontà sua” sempre su consiglio di Mazza, perché c’era stato tutto un groviglio per cui io sarei dovuto andare sulla Due , poi alla fine arrivai sulla Uno e mi disse: fammi venti minuti, che era praticamente una intervista secca. La composizione del pubblico di quell’ora è per il 60% di persone di oltre 65 anni. E’ un pubblico particolare, oggi per esempio c’era ospite in studio, fra gli altri, Franca Faldini, la donna che è rimasta accanto a Totò fino alla sua fine, io volevo che il pubblico vedesse questa persona che allora fece scandalo in quanto aveva 33 anni in meno di Totò. Dico questo per dire che rispetto al vecchio “Bontà loro” che aveva tre ospiti secchi, evidentemente per quest’ora c’è bisogno di andare ad interessare il pubblico con varie storie. Bontà loro del 1976 sembra la preistoria, non c’era il satellite, non c’era il digitale, non c’era internet. I microfoni ce li mettevano con la spilla da balia. Ricordo che venne l’allora presidente della Rai Paolo Grassi come ospite e cercò di provvedere. Il bar di via Teulada chiudeva alle dieci e mezza, io cominciavo verso le undici e dovevamo portarci la bottiglietta d’acqua da casa.”

GLI ASCOLTI

“Lo scorso anno durante “Bontà sua” venne Piero Angela che mi disse che aveva battezzato quella fascia e perché si muovessero gli ascolti ci fu bisogno di 700 puntate de “Il mondo di Quark”. La nostra fascia ha da una parte “Centovetrine” e sappiamo che quando ti piace una soap non ne perdi una puntata e finita questa soap attacca Maria che fa il 24 o il 25%. Su Rai3 quando finisce il Tg economia parte il TgR e su Rete4 va in onda la Sessione pomeridiana di Forum, quindi c’è un consolidato serio. Poi c’è qualcosa che a me e che alla struttura che si occupa del pomeriggio di Rai1 sfugge, perché ci sono 6-7 punti di share, che a mio parere stanno sui digitali, che rispetto allo scorso anno non ci sono più. La vita in diretta finiva anche al 27%, ora finisce quando gli va bene al 20-21%, partendo al 18%.”

COORDINAMENTO SUGLI ARGOMENTI

“Secondo me La vita in diretta è fatta bene ma è certamente difficile per Lamberto che l’anno scorso l’ha condotta da solo trovare la quadra con Mara che è un innesto nuovo e poi trovare tutti i giorni argomenti è difficilissimo. L’attualità che ci circonda non sempre è orginalissima: non si può di certo parlare tutti i giorni della casa di Montecarlo. E’ molto facile che il medesimo argomento te lo trovi spalmato su vari talk delle varie reti, ma credo che un coordinamento sugli argomenti nelle varie trasmissioni sia impossibile, anche se sarebbe la cosa più giusta. Io per esempio alcune volte telefono al mio capostruttura Toaff e gli dico che vado su certi argomenti, proprio per evitare sovrapposizioni. Un coordinamento servirebbe davvero, la gente è bombardata di storie, storie, storie.”

LA TV COME LA RADIO

“E’ dai tempi di Bontà loro che io dico che la televisione, come scrisse Marshall McLuhan grande massmediologo, è figlia della radio, quindi figlia della parola. Quindi non è detto che per forza la televisione debba essere immagine, l’immagine è la faccia di una persona che ti parla. La televisione è immagine se sta facendo vedere una cosa che sta accadendo lontano, ma per il resto no. Guardate per esempio come va bene Mentana, fa un telegiornale dove la propria forza sono quei minuti in cui lui parla da solo davanti alla telecamera. Non è perché mando in onda questo servizio o quell’altro. Se Sky Tg24 funziona è perché ha persone che parlano, cos’è la Vita in diretta se non un talk, questa è una cosa importante da capire; lasciamo le immagini al varietà e alla fiction. Pensate che per mesi il Costanzo Show andava parallelamente in televisione e su RDS, dove avemmo un solo momento difficile, quando mi capitò in studio un mimo e un mimo in radio obbiettivamente è difficile da tradurre. Il mio rapporto con la radio è assolutamente speciale. Faccio Radio Rai di notte e la mattina la faccio direttamente da qui, dalla mia scrivania, con questo microfono e con queste cuffie.”

GLI ANZIANI E LA TELEVISIONE

“L’età media si è allungata molto, non a caso “Da Da Da” faceva spesso 6 milioni. Noi per primi facemmo “Memorie dal bianco e nero” avendo supposto che questo tipo di trasmissioni potevano interessare il pubblico. Oltre all’età media aumentata, c’è stata una certa denatalità poi ci sono i giovani che vedono altro: leggi digitale, web, satellite, e sempre di meno la televisione generalista. “Amici” per esempio, a dispetto dei suoi protagonisti giovanissimi, ha una composizione di pubblico molto adulto. Se tu ti rivolgi ad un pubblico anziano uno: devi andare lento, due: devi aiutare che la memoria torni. Ho ricevuto una lettera di una donna di 75 anni che mi diceva che dopo mangiato le interessano i problemi ma poco, perché le danno ansie. A mio parere in un prossimo futuro dovremo prendere in esame questo pubblico invecchiato, ma lucido, cercando di aiutare queste persone facendo una tecnologia la più semplice possibile, che permetta loro di accedere ai contenuti ora appanaggio esclusivo dei giovani. Se per esempio un anziano vuole vedere “Canzonissima” deve avere la possibiltà di poterla vedere senza avere una laurea in tecnologia. Non possiamo continuare a pensare, oggi, quando in Italia ci sono più di 12.000 centenari che la proposta televisiva debba essere la medesima. Per esempio ho spinto io Maria ad inserire le storie degli anziani all’interno di “Uomini e donne”, ora mi aspetto un suo consiglio altrettanto vincente per il mio programma…”

IL CONDUTTORE ED IL SUO PUBBLICO

“Un conduttore un po’ guida e un po’ si fa guidare dal pubblico. Un altro massmediologo, che si chiamava Joshua Meyrowitz, diceva che dopo anni si diventa parenti mediatici. Nel senso che chi vuol vedere certe cose viene da me, chi vuol vederme altre va da altri. In parte il pubblico conta nella guida, perché magari ti orienta nella scelta degli argomenti e degli ospiti in un modo piuttosto che in un altro. A me rimane molto difficile fare cose diverse, per esempio fare i quiz per dirne una. Io penso anche che ognuno di noi sappia fare un programma, io per esempio so fare il talk show. Talk show però non significa che qualsiasi persona che si avvicina ad un’altra e le chiede come va? È un talk show. Talk show non è nemmeno intervista.”

GLI OSPITI POLITICI E LE STORIE

“Fra poco comincerò ad invitare in studio i politici, perchè voglio vedere se riesco a tirare fuori loro un po’ di anima, un po’ di vita. Gli anni in cui facevo cantare i politici erano altri anni. Va detto poi che se si va in onda la notte c’è più disponibilità. Quasi che i freni inibitori svaniscano. Ci tengo che le storie che proprongo siano tutte vere al 100%, uno perché non voglio dare la fregatura al pubblico e due anche a me stesso. Io penso a programmi che ho visto nel passato in cui sentivo il conduttore dire “adesso vi sveleremo!” e poi non succedeva nulla.”

LA TELEVISIONE CHE MI PIACE

“E’ bellissimo avere davanti a me questi 8 teleschermi, perché segui sempre tutto in tempo reale. A me piace Sky Tg24, mi piacciono le “Iene” su Italia1. In TV oggi c’è molta parola, specie nel pomeriggio c’è tutta questa rincorsa alle parole. Però uno potrebbe anche dire: bravo e tu che fai? A me piace un programma che va in onda su Rete4 la domenica, che si chiama “Quarto grado”, una ricostruzione davvero fatta bene. Mi piace “Linea notte” del Tg3 spesso, ma non sempre.”

DIRETTORE DI RETE

“Se fossi direttore di rete non saprei proprio cosa farei. Cambiare dipende molto anche dal budget che ti mettono a disposizione. Io quando ho fatto il presidente di Mediatrade ho fatto nascere “Distretto di polizia”, Elisa di Rivombrosa”, perché andavo cercando strade alternative. Non capisco per esempio perché non si confeziona una fiction, anche a poco prezzo per Rai2. Perché non si usa Rai2 come rete ad integrare Rai1. Ci dovrebbe essere più interattività. Io credo che vada cavalcato il dialogo con il pubblico, soprattutto quando c’è l’occasione della diretta.”

…il viaggio di TvBlog con Maurizio Costanzo continuerà domani con una seconda parte dove, guidati dall’enorme bagaglio professionale e umano del conduttore, affronteremo tante altre tematiche professionali e private.

Canale 5Maria De FilippiMaurizio CostanzoRai 1