Addio a Lelio Luttazzi principe sfortunato della Tv
Lelio Luttazzi era bello, ma di un bello alla Dean Martin. Lo ricordo ancora nelle sue molte trasmissioni televisive, così fine, elegante e charmant come pochi. Era un signore e per molti di noi il vero principe, molto sfortunato, della tv. Indossava completi scuri dai pantaloni attillati e le giacche avvitate. Diremmo oggi che era
Lelio Luttazzi era bello, ma di un bello alla Dean Martin. Lo ricordo ancora nelle sue molte trasmissioni televisive, così fine, elegante e charmant come pochi. Era un signore e per molti di noi il vero principe, molto sfortunato, della tv. Indossava completi scuri dai pantaloni attillati e le giacche avvitate. Diremmo oggi che era un gran figo.
Molti giornali per ricordarlo titolano che Luttazzi era il il re dello swing all’italiana. Se è per questo era anche un ottimo musicista jazz, autore di quel capolavoro che è Una Zebra a pois e fu uno dei primi e forse tra i pochi, assieme a Arbore e Boncompagni a sdoganare nella tv di Stato questi generi musicali con una tale nonchalance che davvero da Trieste a Canicattì non si faceva fatica a seguirlo. Al cinema ebbe diverse belle interpretazioni, amico di Teddy Reno, seguì l musiche per Totò, Peppino e a’ Malafemmena.
Nato a Trieste nel 1923 studia musica e si laurea in giurisprudenza. Debutta con Musica in Vacanza e conduce poi Studio 1 con Mina, Doppia coppia con Sylvie Vartan, Teatro 10 e Ieri e Oggi. Con Corrado, Pippo Baudo e Enzo Tortora era uno dei fantastici quattro della televisione italiana, uno dei conduttori più carismatici e belli. Poi la brutta storia che lo vide coinvolto con Walter Chiari nel 1970. Era giugno e il Tg annunciò che Luttazzi era stato arrestato per detenzione e spaccio di droga. Lui conduceva Hit parade alla radio, una delle trasmissioni di musica più seguite. Lo sconcerto fu enorme. E anche se dopo 27 giorni di carcere fu assolto completamente per anni si parlò di quella brutta vicenda quasi mai in maniera elegante, ma anzi con un certo gusto per il morboso. Oggi, a una notizia del genere, nessuno probabilmente ci avrebbe dato più peso del dovuto, ma nell’Italia bacchettona della Dc, fu troppo ghiotta la vicenda di un bello e talentuoso come Luttazzi schiavo e vittima degli stupefacenti.
Lui si sentì ingiustamente messo in croce. Diversa fu la reazione di Walter Chiari, lui era più guascone e sanguigno e riuscì rapidamente a riprendesi il suo palcoscenico e il suo pubblico. Luttazzi, invece, oltre qull’ampio sorriso e gli occhi luminosi era delicato e timido e preferì, ad un certo punto ritirarsi. Ogni tanto compariva in tv ma appunto erano semplici camei che dedicava a chi lo aveva davvero amato. Nel 1982 con Enzo Tortora rientrò con Cipria e nel 1991 fu a Telemontecarlo con Festa di Compleanno. Ma il sorriso ampio e americano alla Dean Martin era ormai stato coperto dalle delusioni subite, non ultima quelle di un’ azienda come la Rai che lo aveva, se non rinnegato, quantomeno abbandonato al suo destino.
L’ultima apparizione in tv al Sanremo 2009 condotto da Paolo Bonolis. Accompagnava Arisa e la sua Sincerità. Ha lasciato il pubblico suonando Vecchia America.
Foto | InformaTrieste