L’anno scorso aprivamo quest’esperimento della tredicesima dei programmi dell’anno con Pif (che a noi piaceva in versione naif, prima che diventasse onnipresente. Quest’anno confermiamo l’appuntamento con i 13 programmi che sono piaciuti di più alla redazione di TvBlog quest’anno.
Se nel 2013 i nostri programmi preferiti sono stati il primo Festival di Sanremo di Fabio Fazio (Rai1), In Treatment (Sky Cinema), Quelli che il calcio di Victoria Cabello (Rai2), Unti e bisunti (DMAX), Chi l’ha visto? (Rai3), Tale e quale show (Rai1), Storie maledette (Rai3), Sconosciuti (Rai3), Morandi Live in Arena (Canale5), Bake Off (RealTime), Masterchef (SkyUno), Il natale di una mamma imperfetta (Rai2)…
quest’anno è stata la volta, in ordine cronologico e non di importanza, di…
Il boss delle Cerimonie (RealTime), Boss in incognito (Rai2), Gomorra – La serie (Sky Atlantic), Rds Academy (SkyUno), In onda di Sottile e Sardoni (La7), Piazzapulita (La7), La vita in diretta di Parodi e Liorni (Rai1), Sogno e son desto 2 (Rai1), Ballando con le stelle (Rai1), Life Uomo e Natura (Rete4), Mtv Spit (Mtv), Amici daytime 2014 (Canale5), Fedez a X Factor (SkyUno).
Un anno televisivo, insomma, meno ricco di eventi degni di nota e più di factual e di serie tv di pregio, seppur di nicchia.
Il Boss delle Cerimonie: i trash matrimoni napoletani di Real Time sono già cult, tra lodi e polemiche (sabato 11 gennaio 2014) di Giorgia Iovane
(clicca qui per il pezzo integrale) Il Boss delle Cerimonie ha debuttato ieri, venerdì 10 gennaio, su Real Time ed è già diventato un cult. E’ TT di Twitter fin dalle sue prime battute, ovvero dalla presentazione del ‘boss’ Antonio Polese, del suo staff e della sua esagerata ‘location’, il Grand Hotel La Sonrisa di Sant’Antonio Abate.
Lui, macellaio per oltre trent’anni poi ideatore di questa ‘cattedrale’ del kitsch nell’area vesuviana, è il ‘padrino’ di tutte le coppie che scelgono di sposarsi nel suo ‘castello’, come lo definisce il programma.
E nonostante le catene d’oro, le sgargianti camicie in seta fatte su misura, le dorature zecchine che ricoprono ogni angolo del suo essere e del suo locale, sembra essere quello più vicino ai dettami del conterraneo Enzo Miccio rispetto ai clienti che ogni anno affollano il suo hotel. Non ama i buffet e preferisce i matrimoni ‘normali’, senza tanti eccessi: un ‘minimalista’, insomma…
Boss in Incognito: Così lontani, così vicini (d)alla realtà? (lunedì 27 gennaio 2014) di Grazia Sambruna
(clicca qui per il pezzo integrale) Io in questo Boss In Incognito ci sono caduta. Con tutte le scarpe. Di recente mi è capitato di vedere mia madre commuoversi davanti a Così Lontani, Così Vicini, lo show di ricongiungimenti famigliari condotto da Al Bano e Cristina Parodi su RaiUno, e proprio non riuscivo a capirne il perché. A me quel tipo di racconto lì non avvinceva, non prendeva proprio per niente. Invece con Boss In Incognito non è andata così.
Partiamo da un presupposto: io questa sera non pensavo di piangere. Mi aspettavo un programma divertente e spensierato che insistesse magari sulle gag del top manager alle prese col lavoro da apprendista qualunque. Ero decisamente in errore. Perché protagoniste di Boss In Incognito sono le emozioni di chi vive la puntata (e di chi la guarda).
Certo, può sembrare una forzatura il fatto che tutti i dipendenti scelti per fare da tutor al boss David Hassan sotto copertura avessero situazioni famigliari ed economiche difficili: c’è stata la mamma single, la signora divorziata e dimenticata dal marito per un’altra donna e la ragazza che provvede alla madre vedova con il suo stipendio, tanto per fare qualche esempio. Ma il punto è che io ho creduto alle loro storie. Che siano state scritte o meno, non mi sembra poi così rilevante. Non ho percepito alcun inganno nel modo in cui sono state proposte, forse perché le tematiche portate in superficie da questa prima puntata mi sono particolarmente vicine.
Cosa c’è di meglio per un giovane del sentirsi dire: “Bene, da oggi avrai un contratto a tempo indeterminato”?. Alcune cose, magari. Ma nemmeno più di tante. E quindi mi è partita la lacrimuccia, come quella che partiva a madre davanti a Così Lontani, Così Vicini quando si trovava davanti a storie di fratelli nati come lei negli anni Sessanta e separati dalle avversità della vita.
Gomorra – La serie: qualità produttiva e realismo, ma la vera sorpresa in positivo è il cast (martedì 29 aprile 2014) di Massimo Galanto
(clicca qui per il pezzo integrale) La qualità produttiva è evidente, la profondità di scrittura dei personaggi anche, sebbene la narrazione talvolta perda di ritmo distraendo il pubblico. Forse anche a causa dell’ampiezza del racconto, che cambia punti di vista di episodio in episodio e che riesce comunque a tenere tutta la vicenda unita, narrando in tre fasi il passaggio di mano del comando del clan dal boss alla moglie e da questa al figlio.
Gomorra – La serie racconta la Scampia di Saviano con realismo e attenzione ai dettagli, come quei bambini che invece di giocare a nascondino in modalità tradizionale, gareggiano a chi riesce a fare la vedetta con maggiore efficacia a pochi passi dalle Vele.
La vera sorpresa in positivo è rappresentata dal cast di attori praticamente sconosciuti al grande pubblico: recitazione credibile, interpretazione riuscita, a cui si aggiunge, per contribuire ad una resa di fatto perfetta, l’assenza del doppiaggio.
RDS Academy parte bene ma la valutazione positiva è solo momentanea. La giuria “alla Italia’s got Talent” funziona (lunedì 9 giugno 2014) di Fabio Morasca
(clicca qui per il pezzo integrale) RDS Academy, il primo talent show ideato per aspiranti conduttori radiofonici, è partito bene ma la valutazione positiva, per forza di cose, non può essere definitiva.
Come già accaduto, infatti, in tanti altri talent show che esordiscono con una piccola serie di puntate riguardanti i casting, il vero programma inizia soltanto quando le selezioni giungono al termine e giudicare un programma nuovo di zecca basandosi esclusivamente sui casting può risultare imprudente e frettoloso.
Dalle prime due puntate viste stasera, però, una serie di considerazioni sulla giuria possono essere comunque espresse in totale tranquillità. La giuria è standardizzata in quanto ogni componente sembra ricoprire un ruolo ben preciso ma ciò non è un connotato negativo. Il parallelo che è giunto in testa molto rapidamente è con il trio di giurati dell’ormai ex Italia’s got Talent.
Nel complesso, le premesse sono buone.
In onda, meno talk radical chic e più spin off di TgLa7. Sottile e Sardoni accoppiati da Mentana? (lunedì 30 giugno 2014) di Lord Lucas
(clicca qui per il pezzo integrale) A vedere la prima puntata di In onda, orfano di Luca Telese, la sensazione è che si sia davvero chiuso un ciclo. A dirla tutta è stato di per sé il mancato passaggio di consegna con Otto e mezzo, compensato dal sincero in bocca al lupo di Enrico Mentana in collegamento col TgLa7.
In fondo Mentana è il vero regista occulto della strana coppia dell’estate 2014 di La7, è lui ad aver unito due suoi cocchi, divisi dalla diversa specializzazione nella cronaca e nella politica.
Salvo Sottile e Alessandra Sardoni non interagiscono troppo In onda, ma si rispettano (a far da paciere sarà il comune costumista, il mitico Giovanni Ciacci di Detto fatto?). Il senso della loro sinergia sta nel completarsi, laddove lei è timidamente ficcante – ma brava a fare le domande giuste al politico di turno – e lui detta i tempi televisivi facendo comunella con gli altri giornalisti (vedi Belpietro).
Nessuno dei due conduttori ha la sindrome da opinionista, che rendeva prima In onda uno dei tanti camerini intellettuali di La7, tant’è che sembra di assistere – semplicemente – a uno spin off del telegiornale. L’obiettivo è informare incalzando, stop.
La Vita in Diretta 2014 dimostra che c’è tv oltre al trash. Ed è bellissima (lunedì 8 settembre 2014) di Grazia Sambruna
(clicca qui per il pezzo integrale) Il nuovo corso de La Vita in Diretta si è aperto con una prima puntata a cui ancora stento a credere. E, strano ma vero, in senso più che positivo. O forse tanto strano non è, dato che la coppia alla conduzione formata da Cristina Parodi e Marco Liorni era già sulla carta garanzia di classe ed eleganza. Ma il rischio di arroccarsi dietro troppa raffinatezza radical chic era sensibile, anzi, alcuni lo davano per certo. Pericolo scampato.
Cristina Parodi e Marco Liorni sono amici ancor prima che colleghi o almeno questa è l’idea che mi sono fatta osservandoli attentamente durante il loro nuovo esordio alla conduzione a due. Ed è impossibile non annoverare la loro sintonia tra i valori aggiunti di una puntata pressoché ineccepibile. Questa nuova coppia al timone ha dimostrato di saper dosare garbo ed autorevolezza giornalistica toccando i più svariati temi dell’attualità dal gossip alla cronaca nera. E, grazie ad un meccanismo già perfettamente oliato, il salto da un argomento all’altro non restituiva al pubblico l’idea di un azzardato volo pindarico.
Non c’è spazio per la morbosità nella nuova Vita in Diretta.
Sogno e son desto 2: Massimo Ranieri non tradisce ed emoziona con Nannini e Cutugno (sabato 13 settembre 2014) di Giorgia Iovane
(clicca qui per il pezzo integrale) Insuperabile. Massimo Ranieri è tutto in questa parola. Lo ammetto: non pensavo potesse bissare il livello della prima edizione. Ho malevolmente pensato che l’innesto di Morgan e Simona Molinari servisse a dare qualcosa di nuovo in uno spettacolo televisivamente già visto.
Mea culpa.
La giovane coppia di spalle è rapidamente svanita, fagocitata dal m(o)aestro.
Scaletta asciutta, senza i riti melliflui della tv: più che le parole parlano musica e duetti, per fortuna, visto che le interviste restano la parte più debole. La struttura è la stessa che abbiamo visto a gennaio e come allora conquista. La grandezza di questo show è tutta nella maestria di Ranieri, nella cura di Fio Zanotti, nella professionalità dell’Orchestra e nella scelta di una scrittura minimalista che non fa in risonanza con l’istrionica teatralità del protagonista. Una combinazione alchemica che riesce ad affiancare Rascel e Fallaci, Ciccio Formaggio e Vivaldi, Gianna Nannini e Toto Cutugno.
Piazzapulita, il debutto convince tutti: 4 ore di grande giornalismo televisivo in diretta (martedì 16 settembre 2014) di Massimo Galanto
(clicca qui per il pezzo integrale) Complice l’improvviso e più o meno misterioso forfait di Otto e mezzo di Lilli Gruber (ufficialmente a causa di un’afonia della conduttrice, ma le ipotesi di polemica nei confronti di Floris sono più vive che mai), la prima puntata di Piazzapulita va avanti per quasi quattro ore. Tre ore e 50 minuti di grande giornalismo televisivo.
Corrado Formigli, tornato a fare l’inviato in Kurdistan, incassa i complimenti bipartisan di Cacciari e di Salvini (“splendida, bellissima trasmissione”) in diretta e molti altri, estesi anche alla redazione, sui social network.
Il talk non ‘rovina’ la drammatica efficacia dei reportage dalla Libia e dall’Iraq, ma anzi li valorizza e in alcuni casi ne facilita la comprensione per il telespettatore meno informato.
Utili i botta e risposta tra Salvini e Chauoki; intenso l’intervento del giornalista Adib Fateh Ali, che invita con forza i suoi fratelli musulmani a prendere posizione contro l’Isis (“Oggi io mi vergogno di essere musulmano, se non mi ribello. Devo riappropriarmi della mia fede”).
Ballando con la De Filippi, dal rave di Violetta alla poesia di Albertazzi al mistero di Joe Maska l’emotainment batte la tecnica anche da Milly (sabato 4 ottobre 2014) di Lord Lucas
(clicca qui per il pezzo integrale) Il debutto di Ballando con le stelle 10 ha regalato talmente tante emozioni – soprattutto quelle da non classificato nel ballo – che il cuore, oltre all’ormone, hanno colpito anche da Milly Carlucci, forse proprio perché Canale5 ha mollato la presa autunnale con C’è posta. Così lo show di RaiUno coniuga sempre di più il linguaggio del talent e quello dell’emotainment, pur di far affezionare il suo pubblico ai propri protagonisti.
Dopo dieci anni dovremmo essere stufi di fare la diretta di Ballando con le stelle. E, invece, la prima puntata di quest’edizione è stata talmente sorprendente, da lasciarci col fiato sospeso e la pelle d’oca per le ragioni più disparate.
Ballando 10 è il fascino dell’uomo mascherato incarnato da Joe Maska, che non appare in sala delle stelle e scappa via come Cenerentola al termine dell’esibizione, salvo poi collegarsi nel Mistero come Adam Kadmon.
Ballando 10 è la tradizione di Albertazzi, che esprime la poesia del tango andando a tempo con le rughe più che con le gambe, ma portando a casa un numero di gran classe artistica. Così viene trattato con i guanti, come un ballerino per una notte.
Ballando 10 è la modernità di Violetta che, anziché limitarsi a fare il compitino di ballerina per una notte, veicola il pubblico teen su RaiUno (ottima l’idea dell’intervista dei fan via social). Il suo rave improvvisato ci ha ricordato lo straniamento del pubblico dell’Ariston di fronte a Bob Sinclar, nel Sanremo di Antonella Clerici.
Ma Ballando 10 potrebbe essere ricordato soprattutto per la vittoria (morale) di Giusy Versace, le cui protesi che volano in sala prove – con lei che reagisce col sorriso – sono già il messaggio più bello.
Mtv Spit mantiene la sua identità nonostante il dominio rap nei talent show (lunedì 6 ottobre 2014) di Fabio Morasca
(clicca qui per il pezzo integrale) Mtv Spit, uno dei pochissimi programmi musicali ormai rimasti su Mtv (lo stesso Marracash, nel 2010, rappava: “Se Mtv sta per Music Television, vorremmo più video e meno reality e fiction”), appariva come un’isola televisiva felice per gli amanti del rap e dell’hip hop in generale.
Successivamente, però, è successo che i talent show più famosi abbiano deciso di sdoganare il rap e di farlo conoscere al grande pubblico: Moreno ha trionfato ad Amici, J-Ax è diventato coach a The Voice, Fedez ha conquistato un posto come giudice a X Factor.
Mtv Spit, quindi, ha ancora senso di esistere? La risposta è sì.
Nonostante ad Amici si siano spesso viste gare di freestyle tra rapper, la gabbia di Mtv Spit regala l’atmosfera giusta di una vera battle che lo studio del talent show di Maria De Filippi, invece, non sa ricreare alla perfezione per ovvi motivi.
Come annunciato da Marracash ad inizio puntata, poi, i concorrenti in gara non “devono cantare canzoni di altri” e partecipano solo “se hanno qualcosa da dire”.
Life: Uomo e natura, il superman Vincenzo Venuto non lancia documentari, ma li vive. E’ la versione “Maglietta bagnata” di Alberto Angela (venerdì 17 ottobre 2014) di Lord Lucas
(clicca qui per il pezzo integrale) In tempi in cui sempre più conduttori si limitano a fare lanci di repertorio montato da qualcun altro, con un senso di distacco abissale tra importazione e autoprodotto, Vincenzo Venuto compie un miracolo: trasformare il documentario bollito in un programma di presa diretta.
Il conduttore interrompe sempre i servizi, con garbo e misura si intende, per guidare continuamente il suo spettatore e tenere sempre alta la tensione narrativa.
Non si limita a girare solo in un posto e non si spaventa lui stesso ad avventurarsi nei luoghi più impervi, dimostrando che l’andare alla ventura tra la natura incontaminata è per lui una missione.
Se a questo ci aggiungete che Mediaset indulge sulle sue magliette bagnate e i suoi sexy-bagni selvaggi, si può dire che la tv commerciale ha trovato la sua risposta ad Alberto Angela. Laddove il primo incarna l’archeologo trasandato ma rassicurante, Venuto è il sexy-boscaiolo la cui camicia fa pendant con la foresta più lussureggiante.
Amici 14 è un’Arena! Briga il gladiatore, Sarcina l’anti-Morgan (sabato 29 novembre 2014) di Sebastiano Cascone
(clicca qui per il pezzo integrale) Un’Arena romana in piena regola (e non solo come sceneografia), dove cantanti e ballerini si annientano, a suon di note o passi di danza, per la conquista del serale. Così si prefigura la nuova edizione di Amici che, dopo due settimane, sembra già aver ingranato la marcia giusta verso un vero rinnovamento. E, forse, è un bene che lo speciale del sabato sia temporaneamente registrato: via tempi morti (per attrezzare ogni volta il palco) e spazio ad esibizioni immediate (quasi tutti riescono a mostrare le proprie doti nell’arco delle due ore di programma) e commenti sintetitici, asciutti da parte dei giudici.
E, già spiccano le personalità forti come quelli di Briga, assorbito completamente dal meccanismo televisivo, già convinto che, per bravura e appeal su professori e pubblico, abbia già un posto assicurato tra i finalisti. Più che il talento (dove in alcuni casi latita), queste sfide mettono in risalto la presunzione (o invana esaltazione di doti inesistenti) di un gruppo di ventenni entusiasti per essere arrivati, a loro dire, sull’Olimpo della musica leggera italiana.
Il nuovo acquisto Francesco Sarcina, tra i prof, è la vera rivelazione delle prime puntate
Fedez è il vero vincitore di X Factor 8 (giovedì 11 dicembre 2014) di Alberto Malaparte Puliafito
(clicca qui per il pezzo integrale) Comunque vada, X Factor 8 ha già un vincitore. Si chiama Fedez.
Il giovane giudice riesce in un’impresa di cui era stato capace solo Morgan: portare due cantanti sui primi due gradini del podio (Morgan ci era riuscito con Chiara Galiazzo e Ics, nella sesta edizione del talent show, la seconda su Sky).
Con lui vince anche, naturalmente, la sua “mentore” Betti Soldati, che giustamente celebra il suo pupillo su Twitter.
Perché, parliamoci chiaro, Fedez non vince “solamente” per la doppietta di finalisti, ma anche perché emerge prepotentemente come personaggio.
Perché si porta appresso una ventata di gioventù che non è quella delle Francesca Michielin (per pescare nel passato di X Factor) o di Ilaria Rastrelli (per citare il presente), ma che ha un sapore diverso. Che si chiama Madh o Lorenzo Fragola.
E che si chiama Fedez.