1992 la serie, lo sceneggiatore Sardo: “Sono rimasti tutti spiazzati perché non abbiamo santificato i protagonisti”
“La televisione italiana rende epico ogni periodo storico santificandone i protagonisti. Noi abbiamo fatto il contrario”
Ieri sera sono andati in onda gli ultimi due episodi di 1992, la discussa serie di Sky prodotta da Wildside e diretta da Giuseppe Gagliardi. Uno degli sceneggiatori, Stefano Sardo – gli altri due sono Alessandro Fabbri e Ludovica Rampoldi (tutti abbastanza giovani da essere poco più che adolescenti all’epoca dei fatti narrati), ha commentato le critiche e le polemiche che sono state rivolte per il fatto che la ricostruzione dei fatti giudiziari e politici abbia lasciato il passo alle vicende private dei personaggi inventati, a partire da Leonardo Notte-Stefano Accorsi (fonte Huffington Post Italia):
La verità è che sono rimasti tutti spiazzati perché abbiamo fatto il contrario di ciò che fa la televisione italiana, che rende epico ogni periodo storico santificandone i protagonisti. Noi invece abbiamo scelto di raccontare quell’anno attraverso la vita di personaggi secondari messi a confronto o spalla a spalla coi protagonisti veri di una stagione irripetibile: un uomo di Publitalia, un poliziotto malato di Hiv, un leghista della prima ora. Abbiamo puntato sulla loro energia, sulla speranza che li muoveva. Ma anche sulla loro innocenza, nel bene e nel male.
Tutto vero, anche se appaiono piuttosto sensate le critiche per la recitazione di alcuni interpreti (al netto del massacro social di Tea Falco – qualcuno però dico alla madre di contenersi) e per la fragilità – a tratti – della sceneggiatura, spesso alle prese con stereotipi e banalità.
Come già preannunciato, ci sarà 1993 (la prima stesura del soggetto è sui tavoli della produzione), dove si racconterà in particolar modo la nascita di Forza Italia:
È la prima volta che in una fiction si mettono in scena gli uomini e le donne della Seconda Repubblica. I berlusconiani, i leghisti. E la nostra ambizione è di raccontarli dall’interno delle vite personali, senza giudicarli. Raccontare questa scalata al potere che nasce da una semplice considerazione: loro che si guardano intorno, osservano il sistema politico che sta collassando e si domandano “Ora che facciamo?”. E si prendono il governo, poi si prendono il paese. Deve essere stata una vertigine pazzesca.