Domenica In Così è la vita ospita i genitori di Sofia. C’era bisogno di “Esclusiva” e del primo piano?
Ospiti di Lorella Cuccarini i genitori della bambina malata che si sono presi a cuore le Iene. Ma su RaiUno si specula sulla sua storia?
Il confine in tv tra la sensibilizzazione e la strumentalizzazione è molto labile. Le Iene, ad esempio, non strumentalizzano mai, per il solo fatto che hanno contenuti talmente vari e ugualmente forti da non aver bisogno di speculare sopra alcuni. Il ritmo è frenetico, l’impegno è evidente e, soprattutto, non vediamo mai urlato alle Iene “Esclusivo” (prerogativa dei più sensazionalisti programmi di Barbara D’Urso).
La storia di Sofia, però, dalle Iene ha invaso il daytime generalista. Così Georgia Luzi è finita ieri a Tv Talk con il suo appello al Ministro della Salute. Un appello sicuramente sentito e molto toccante, ma che le ha sicuramente donato una visibilità mai ricevuta prima d’ora. Il fatto che, però, sia arrivato sui titoli di coda e senza toni eclatanti va riconosciuto.
A Domenica In Così la vita, invece, è risultato fastidioso leggere l’etichetta “Esclusiva” sulla storia drammatica di Sofia, per il solo fatto che a intervenire in collegamento erano i genitori. Genitori che abbiamo normalmente visto alle Iene battersi (e riuscire a farsi ascoltare) per i diritti della propria bambina (qui i precedenti). Li rivedremo stasera rivendicare “in differita” quello che hanno già avanzato dalla Cuccarini in diretta, insieme al Prof. Vannoni che rilascerà un’intervista, stavolta davvero esclusiva, a Giulio Golia.
Domenica In Così è la vita: I genitori di Sofia
Lorella, va detto, non è Barbara D’Urso e ha trattato la storia con grande delicatezza e sensibilità. Allora la colpa, stavolta, andrebbe imputata alla linea Toaff, che poteva risparmiarsi la caduta di stile di “approfittare” di Sofia per rivendicare un primato sulla concorrenza. Per non parlare dell’evitabilissimo primo piano su una bambina che è comunque sofferente e non andrebbe esposta (per lo stesso motivo di Francesco Nuti a Stasera che sera).
Queste, sostanzialmente, le parole accorate dei genitori di Sofia, che hanno ottenuto questa settimana una vittoria a metà:
“Dopo la nuova infusione che siamo riusciti a ottenere grazie ai media Sofia non ha avuto nessun effetto collaterale. I medici di Brescia avevano paventato l’ipotesi di una piccola febbre. Qualche volta capita per l’infusione tramite staminali. Né questa volta né la precedente ci sono stati effetti collaterali, la bambina ha reagito bene. E’ presto per dire se le cellule hanno avuto o no effetto. Ma la bambina non ha più la consueta febbre neurologico al risveglio. Per la prima volta dopo diverse settimane ieri siamo riusciti a portarla nel giardino a prendere un po’ d’aria”.
Ecco, però, il motivo del loro nuovo appello:
“Sofia non potrà completare il ciclo di infusioni. Ci dev’essere continuità terapeutica. Gli effetti benefici possono decadere. Questi bambini hanno diritto ad accedere alla terapia e portarla a compimento. Le cure compassionevoli riguardano bambini senza speranza di vita, che sono stati in qualche modo accantonati dalla comunità scientifica. Questi bambini non hanno nessuna possibilità di cura. Noi non stiamo gridando al miracolo, ma chiediamo a questi bambini una chance per poter vivere una vita meno dolorosa e più dignitosa”.
Insomma, il giudice non ha consentito del tutto il proseguimento della terapia e in studio si è discusso del metodo ‘Samina’ del Prof. Vannoni, che a quanto pare non accetterebbe il protocollo medico e per questo sarebbe inviso ai giudici.
Ospite della Cuccarini anche il padre della piccola Des’ree, bambina affetta da diatrofia muscolare spinale a cui sono ugualmente negate le cure:
“Quanto è accaduto è stato autorizzato dal Ministero, che conosceva la metodica utilizzata. Il problema grave è che sospendere una terapia è molto peggio che non poterla iniziare. Ci sono pazienti che possono accedere a una terapia e pazienti che, perché un giudice non trova idonea questa terapia, devono restare fuori”.
Speriamo che i genitori di Sofia ottengano presto giustizia, così anche da non vedere questa storia ulteriormente “contesa” dall’infotainment.