Se il Grande Fratello oscura Tonino Carino…
Ascoli e gli italiani piangono Tonino Carino, (in alto l’omaggio di Fedele la Sorsa e del TG1) giornalista sportivo che ha concluso la sua avventura sulla Terra, qualche giorno fa all’età di 65 anni. Le esequie si terranno oggi alle 14,30 nel Duomo di Ascoli Piceno. Il coccodrillo non è mai stato il mio forte
Ascoli e gli italiani piangono Tonino Carino, (in alto l’omaggio di Fedele la Sorsa e del TG1) giornalista sportivo che ha concluso la sua avventura sulla Terra, qualche giorno fa all’età di 65 anni. Le esequie si terranno oggi alle 14,30 nel Duomo di Ascoli Piceno. Il coccodrillo non è mai stato il mio forte e faccio pubblica ammenda per non aver dato per tempo la notizia della scomparsa di uno dei giornalisti più amati d’Italia. Innanzitutto chiedo scusa proprio a lui, Tonino Carino da Ascoli per aver ascoltato solo le ragioni del Grande Fratello lasciando tempo e spazio a un evento mediatico che nonostante tutto ha grande eco. Caro Tonino spero di riuscire a rimediare raccontando la tua incredibile storia e la mia percezione, di piccola telespettatrice, della tua cronaca sempre precisa eppure leggera e coinvolgente.
Carino ha iniziato la sua carriera alla vecchia maniera, nelle redazioni dei quotidiani, partendo dal Corriere Adriatico, poi è passato in Rai dove ha raggiunto la nomina di Caporedattore della sede di Ancona. E’ stato uno dei giornalisti di punta di 90° Minuto, la storica trasmissione Rai dedicata al calcio, a quel calcio che ancora era un affare per famiglie e ragazzini. Il suo claim era: “Buonasera da Tonino Carino da Ascoli” detto così, tutto d’un fiato.
Ricordate il tormentone di Ezio Greggio a Drive In? “E’ lui o non è lui? Cerrrrrrto che è lui! Tonino Carino da Ascoli!”.
Teo Teocoli, dalle pagine de Il Messaggero lo ricorda così:
Il ricordo di Tonino Carino si mescola con quello di tanti cronisti dell’epoca, da Beppe Viola a Carlo Sassi, una generazione di persone che seguiva il calcio per amore, con tanta fatica, senza gossip né business. Era un giornalismo quasi artigianale, fatto di poca tv e di molto stadio, di molto amore per i calciatori che non cambiavano ogni anno perché erano bandiere. E anche i telecronisti erano bandiere: nonostante Carino cercasse di essere imparziale, si capiva la sua passione smisurata per l’Ascoli e per il suo presidente.
Io lo ricordo per il suo viso pulito, l’espressione dolce ma divertita, non stancava ascoltarlo e io non capivo niente di calcio! Ma la domenica non poteva essere tale se non si vedeva assieme a Domenica In anche 90° minuto condotto da Paolo Valenti e da una squadra storica di giornalisti come Luigi Necco da Napoli, Cesare Castellotti da Torino, Marcello Giannini da Firenze e Giorgio Bubba da Genova che con le loro telecronache post partita riuscivano a caratterizzare e a colorare i momenti epici vissuti allo stadio.