#Unmedicoinfamiglia, i Martini diventeranno immortali grazie alla fanbase?
Un medico in famiglia è amatissimo dai fan che, sui social network, lo difendono nonostante tutto
Son tornati i Martini, e che le cose siano cambiate dalla prima lontanissima stagione sembra chiaro. Non solo perchè ormai più che “Un medico in famiglia 8” sembra “Un asilo in famiglia” (in quella villetta, evidentemente, si copula che è una meraviglia), ma anche perchè se prima l’affetto dei fan era tangibile solo negli ascolti, ora i sostenitori di Lele & Co. si fanno sentire sui social.
Durante la prima puntata della fiction di Raiuno, il popolo di Twitter si è fatto sentire, portando l’hashtag #Unmedicoinfamiglia tra i primi trending topic italiani della serata. Massicci i commenti anche sulla pagina ufficiale di Facebook, mentre la social tv Rai ha dato spazio agli utenti più affezionati facendo commentare in diretta la puntata a Beatrice Fazi (Melina).
L’impressione, diciamocelo chiaro, è semplice: nelle ultime due stagioni “Un medico in famiglia” ha messo da parte qualsiasi sforzo narrativo per concentrarsi su dialoghi che celebrassero i personaggi della serie, storici o new entry poco importa. L’obiettivo è uno solo: far diventare i Martini idoli social, icone della rete che si possano staccare come adesivi dal resto del racconto e vivere da soli nella Rete, salvo poi essere riposti nel contesto ormai immacolato della villetta più famosa della tv.
Un medico in famiglia 8
E così, commentando il ritorno di Nonno Libero (Lino Banfi), che inaugura la stagione addirittura rivolgendosi direttamente al pubblico, esaltandosi per le scene-flashback della prima stagione, citando le migliori (?) battute della puntata, notando il leggerissimo (guardando la foto in alto si può capire l’ironia del superlativo) product placement o lamentandosi del nuovo colore di capelli di Bianca (Francesca Cavallin), l’episodio scorre senza che qualcosa di veramente concreto sia successo.
“Un medico in famiglia” si comporta come quei parenti che ti ritrovi in casa a Natale, che non ti raccontano nulla se non cose che ti hanno già raccontato nei Natali precedenti, ma che riescono sempre ad attirare la tua attenzione, con nuovi dettagli o nuovi risvolti. L’usato sicuro, la famiglia perennemente in crescita che non ti tradisce mai: è questo il motivo scatenante di un successo come questo.
E poco importa (almeno ai suoi fan) se la storia procede lentamente, se le gag sono trite e ritrite, se i personaggi sembrano ormai aver detto tutto ed il cast sembra aggrapparsi al proprio ruolo più per ragioni contrattuali che per altro. Dopo otto stagioni, “Un medico in famiglia” può smettere di preoccuparsi di queste questioni, ed avere la sfacciataggine di fare a modo suo, decidendo cosa raccontare e come, fino a piazzarti la denuncia sociale che non ti aspettavi con Lele (Giulio Scarpati) nei panni di un Paolo Del Debbio qualsiasi contro le banche e la speculazione.
“Un medico in famiglia” continuerà a vivere finchè la fanbase ne difenderà fino all’ultimo pregi e difetti. E se prima di Facebook i Martini erano intoccabili, figuriamoci adesso che sono trending topic.
