Spariamo sul Festival e cerchiamo Fiorello
Ci vorrebbe Fiorello, per poter dimenticare la prima serata del Festival di Sanremo. Ma diciamolo: Eravamo tutti pronti, appostati come cecchini con la carabina contro un bersaglio facile, e ora ce l’abbiamo fatta. Abbiamo appena colpito con i nostri proiettili carichi di fiumi di inchiostro -[…]
Ci vorrebbe Fiorello, per poter dimenticare la prima serata del Festival di Sanremo. Ma diciamolo: Eravamo tutti pronti, appostati come cecchini con la carabina contro un bersaglio facile, e ora ce l’abbiamo fatta. Abbiamo appena colpito con i nostri proiettili carichi di fiumi di inchiostro – cartaceo o digitale – che massacrano Panariello e questo Festival moscio, poco divertente, privo di spunti interessanti, illuminato a tratti da qualche scampolo di brano che varrebbe la pena riascoltare senza l’arrangiamento orchestrale così ingombrante, da un paio di sortite di Victoria Cabello, dai capezzoli della Blasi che non è così stupida come si aspetta il pubblico massificato – ma lo si sapeva, almeno, nel caso si fosse visto Che tempo che fa – e definitivamente affossato da decine di battute di Giorgio Panariello che non fanno ridere.
Più passa il tempo più il conduttore si accorge della lentezza – e forse anche della bruttezza – del suo Festival, e pazienza se ancora non ci sono i dati d’ascolto, che importa. Importa che questa accozzaglia di gag da show triste del sabato sera non funziona, è miscelata a canzoni poco interessanti e condita dalle spezie di tutto il dietro le quinte che non aspettava altro che massacrare e scuotere il capo con commiserazione. E che ha avuto la sua soddisfazione.
Ma è ipocrita farlo adesso, signori miei: lo si sapeva da tempo. La scelta era perdente, il confronto con Bonolis imbarazzante, il dado tratto nel momento della firma del contratto, e chi se ne accorge solo ora non ha capito nulla. La verità è che Panariello non ha il respiro artistico per condurre un Festival di Sanremo. Punto.
E per le strade della cittadina ligure serpeggia un’idea, non si sa nemmeno più chi l’abbia lanciata, se sia stata una boutade, un canto del cigno, una richiesta disperata d’aiuto. Tant’è, si rumoreggia e si sussurra, quasi con paura, il nome di Fiorello. Lo vedremo ospite, in soccorso a Panariello, con cui condivide solo una desinenza?