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Avvenire contro la rappresentazione della famiglia in tv

Ieri Avvenire ha pubblicato, attraverso la penna di Tiziana Lupi, una breve disamina della rappresentazione della famiglia, sopratutto dalle serie importate, nelle fiction tv. Sostanzialmente si lamenta la mancanza della famiglia tradizionale, di quella cioè che fino a qualche anno fa era stata ritenuta il modello: madre, padre e figli. Scrive la Lupi: Era il

di marina
pubblicato 3 Febbraio 2010 aggiornato 5 Settembre 2020 18:52


Ieri Avvenire ha pubblicato, attraverso la penna di Tiziana Lupi, una breve disamina della rappresentazione della famiglia, sopratutto dalle serie importate, nelle fiction tv. Sostanzialmente si lamenta la mancanza della famiglia tradizionale, di quella cioè che fino a qualche anno fa era stata ritenuta il modello: madre, padre e figli. Scrive la Lupi:

Era il 1968 quando in televisione trionfava La famiglia Benvenuti, serie di telefilm che raccontava le vicende quotidiane di mamma Marina, papà Alberto, dei loro figli Ghigo e Andrea e della tata Amabile. Nessun effetto speciale, niente guest star: solo le cose di tutti i giorni (dal lavoro del padre ai compiti scolastici dei figli, dal trasloco nella casa nuova alle discussioni coniugali) in cui gli spettatori potevano facilmente riconoscersi tributando, non a caso, uno straordinario successo al telefilm. Oggi, a quarant’anni di distanza, quella famiglia in tv non esiste più.

E punta il dito contro Desperate Housewifes a cui riconosce stile e scrittura impeccabile ma che porta alla luce la famiglia moderna, che io piuttosto definirei contemporanea che la Lupi non esita a definire:

casalinghe nevrotiche e un po’ pettegole della provincia americana, improbabilmente truccate ed eleganti anche durante i lavori domestici e il giardinaggio.


Che dire, poi? di Cougar Town e Modern Family in onda dal 5 febbraio su Sky FoxLife? Entrambe propongono storie che la Lupi definisce:

gli ultimi arrivi di una tendenza che infila coppie scoppiate e famiglie scombinate un po’ dappertutto, dalle corsie dell’ospedale di Grey’s Anatomy (dove i medici sono più presi dalla loro vita privata che da quella dei pazienti) alla casa dei Martini di Un medico in famiglia o a quella de I Cesaroni, tanto per tornare a casa nostra.

La riflessione, credo sia d’obbligo, perché la chiave di lettura è doppia: la fiction va interpretata come produzione slegata dalla realtà? o come mimesis? In fondo e lo riconosce anche la Lupi, fino a qualche anno fa le soap alla Dallas o alla Beautiful erano una rarità nel nostro panorama televisivo e i modelli proposti erano molto lontani dalla contemporaneità che la cultura italica viveva. Dunque, questo esplodere di nuovi modelli familiari, e mi riferisco alle fiction nostrane, è un’ istantanea sulla contemporanea situazione delle famiglie italiane? o rappresenta un colpo all’acceleratore e dunque proietta in uno scenario futuribile il modello di famiglia che verrà?

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