Film vietati – Stop dalle 7 alle 23. Colpo durissimo a SKY
All’art.9 Comma 4 del Decreto Legislativo 169 (c.d. Decreto Romani, si può scaricare da qui ed è sicuramente da analizzare integralmente), atto del Governo sottoposto al parere parlamentare, si legge:4. I film vietati ai minori di anni quattordici non possono essere trasmessi, sia in chiaro che a pagamento, né forniti a richiesta, sia integralmente che
All’art.9 Comma 4 del Decreto Legislativo 169 (c.d. Decreto Romani, si può scaricare da qui ed è sicuramente da analizzare integralmente), atto del Governo sottoposto al parere parlamentare, si legge:
4. I film vietati ai minori di anni quattordici non possono essere trasmessi, sia in chiaro che a pagamento, né forniti a richiesta, sia integralmente che parzialmente, prima delle ore 22:30 e dopo le ore 7:00.
La misura, inauditamente restrittiva per la legislazione italiana, ha già suscitato commenti negativi di vario genere (come molte altre parti del decreto).
Da un lato, si grida alla limitazione della libertà personale: il testo parla esplicitamente non solo delle trasmissioni in chiaro o criptate ma anche di quelle on demand. Ha pesanti conseguenze su una serie di prodotti cinematografici che – già troppo spesso snobbati dalle reti in chiaro nostrane – rientrano in questa limitazione. Ma chi risente maggiormente di questo comma è senza alcun dubbio SKY.
I canali SKY Cinema mandano ampia programmazione v.m.14. E poi, c’è il florido mercato del porno 24h su 24, di cui abbiamo dato conto e ragione. Non è un mistero che sia una voce fondamentale nel bilancio di SKY. Per capirlo, bastano i numeri. Scriveva, Gabriele Capasso:
Quello che nessuna Digital Key può fare, può farlo un’ulteriore iniezione di porno a tutte le ore. La voce di bilancio dell’Hot Club di Sky recita 68 milioni di euro annui incassati (1.6 mln a settimana) e l’obiettivo è farla salire ancora di più.
Appare dunque evidente che SKY sia pesantemente danneggiato da questo comma.
Oltre al danneggiamento che ne ricava, più genericamente, la libertà individuale. Senza che per questo avvenga un’effettiva tutela dei minori, come rileva Giuseppe Giulietti, parlamentare del Gruppo Misto, che commenta così, duramente, a Repubblica:
“l punto è che al questione della tutela dei minori non può essere utilizzata solo quando fa comodo. Se si vogliono tutelare davvero i bambini e i ragazzi bisognerebbe piuttosto vietare gli spot su tutte le trasmissioni a loro dedicate, soprattutto gli spot ‘non dichiarati’. E invece tale divieto viene introdotto solo per i bambini, e non per gli adolescenti, fascia d’età altrettanto delicata. Una norma di questo tipo invece regola solo la distribuzone dei soldi.