Che Dio ci aiuti 2 – Elena Sofia Ricci torna su RaiUno nel ruolo di Suor Angela – Conferenza stampa e foto del cast
Che Dio ci aiuti 2 – Il resoconto della conferenza stampa e tutte le foto dei protagonisti della seconda serie di una delle fiction più amate.
Se il buongiorno si vede dal mattino, Che Dio ci aiuti 2 rischia di essere più divertente dell’1. Di sicuro la conferenza stampa è stata una delle più gradevoli e spontanee degli ultimi anni. Presenti nell’ordine i protagonisti Elena Sofia Ricci, Francesca Chillemi, Lino Guanciale (che ha fatto i salti mortali per esserci e arrivare lo stesso sul palco che lo aspettava alle 17… a Catania!), il resto del cast al gran completo (li trovate tutti dopo il salto e nella foto gallery), la head writer Elena Bucaccio, il regista Francesco Vicario, il direttore di RaiFiction Eleonora Andreatta, e Matilde Bernabei, presidente della società di produzione LuxVide.
L’introduzione della Andreatta è chiara: Suor Angela torna su RaiUno dopo poco più di un anno (la prima serie è di Dicembre 2011) con risultati notevoli da battere (una media del 24% di share e di 6.400.000 spettatori) e una consistente novità di sceneggiatura. Niente più casi polizieschi da risolvere, ma un carico emotivo raddoppiato, per una commedia dei sentimenti che parla di sociale, di scelte di fronte a dilemmi etici (e non hanno giocato leggero nella scelta dei casi di puntata) e di limiti umani da superare. Con l’aiuto della fede, naturalmente. Perché Suor Angela, ci tengono a ribadirlo, è prima di tutto una suora.
Parliamo di cast. Usciti di scena l’ispettore Marco Ferrari (Massimo Poggio) e Giulia Sabatini (Serena Rossi), anche perché, probabilmente, la loro linea era conclusa e la Rossi aveva Ris Roma 3 e il Clan dei Camorristi da girare, maggiore ruolo assumeranno Azzurra (Francesca Chillemi) e Margherita (Miriam Dalmazio), mentre entreranno nelle vite del convento (ora anche convitto per ragazze e soprattutto ragazzI) l’avvocato Guido Corsi (Lino Guanciale) e il figlio della sua ex moglie, l’acchiappa-cuori-di-mamma-e-non-solo Davide (Cesare Kristian Favaino). Nonché le avvocatesse Nina (Laura Glavan), Chiara (Rosa Diletta Rossi) e Beatrice (Edelfa Chiara Masciotta). Senza dimenticare la mitica Valeria Fabrizi (Suor Costanza, madre superiora) e tre vecchie conoscenze dei soap-appassionati: Riccardo Polizzy Carbonelli (il padre di Azzurra), Jgor Barbazza (Giannandrea Graziosi, interesse amoroso di Azzurra) e Luca Capuano (Francesco Limbiati, un nuovo dottor bollore).
Torniamo alla conferenza stampa: dopo aver sottolineato il lavoro di “ristrutturazione” compiuto dagli sceneggiatori e l’innovazione portata avanti anche dalla regia di Francesco Vicario (curiosità: il regista dei Cesaroni è il fratello di Stefano Vicario, regista a sua volta, tra le altre cose, di Avanti un Altro) con una maggiore ricchezza, dinamica e contemporaneità, la Andreatta ha sottolineato il ruolo di “perno” di Suor Angela a cui Elena Sofia Ricci dà corpo ed anima.
Matilde Bernabei, a cui è passato il microfono immediatamente dopo, ha invece parlato di una sorta di “nuovo genere” che la fiction vorrebbe inaugurare, smarcandosi forse dal blasonato (in termini di milioni di spettatori) esempio di Don Matteo e Un passo dal cielo: una commedia dei sentimenti in cui si ride e ci si commuove senza mettere di mezzo un morto ammazzato o come minimo un rapimento, insomma. E qui viene il primo dubbio, che in realtà resta fino alla fine: Che Dio ci aiuti 2 è la copia più fedele possibile delle altre fiction LuxVide, che proprio per questo viene “travestita” da esperimento, oppure il tentativo più vero di andare “oltre” i numeri delle altre fiction di successo per ricoprire un vero ruolo sociale, prendendo quei numeri non (solo) come un successo ma anche come una responsabilità? Il dubbio, detto da blogger, resta fino alla fine, con una medio alta propensione per la seconda ipotesi.
Torniamo ancora alla conferenza stampa: l’idea della Bernabei è che la fiction costituisca non solo un modo gradevole per passare due ore, ma anche (fatti salvi tutti gli alleggerimenti necessari per l’intrattenimento) un modo per trasmettere un messaggio, e cioè che i problemi nella vita arrivano, ma che anche quelli più gravi si possono affrontare e risolvere… e se si fa con un sorriso è meglio. Tanto per parlare di fatti, e non di parole, si scopre che le riprese son state ospitate dalla città di Modena subito dopo il terremoto, e che quest’anno la città, soprattutto il centro, sarà più presente nelle riprese rispetto all’anno scorso.
Sorridere nelle avversità, senza essere retorici. Facile a dirsi, direte voi. Infatti il difficile se lo sono trovati gli sceneggiatori, capitanati da Elena Bucacci, che prima hanno rivoltato come un pedalino un format che in fondo era andato benissimo (ed è parso di capire da alcuni eufemismi in sala che si siano fatti un mazzo tanto per convincersi e convincere la Rai), e poi si sono trovati a dover dare risposte a temi ben più difficili di un assassinio. Ovvero, e sono solo alcuni: la violenza sulle donne, l’adozione e i diritti di un genitore naturale dopo tanti anni, una donna incinta che scopre di poter salvare solo una tra la sua vita e quella del figlio, l’anoressia vista come un modo per soddisfare le aspettative di un genitore, l’usura…
Parla – finalmente – Elena Sofia Ricci, che assieme al clima generale decisamente lieto (saranno stati gli ascolti di Modugno?) è la seconda sorpresa della giornata. Perché la Ricci non gioca alla falsa modesta, sa quello che vale e sa quello che ha dimostrato con la prima serie… ma non per questo si mette a giocare alla star, anzi… regala risate per tutta la conferenza: rivela di aver pianto (conferma la sceneggiatrice) quando ha scoperto la nuova linea della serie, ammette senza problemi che quel coraggio lei non l’avrebbe mai avuto, e non avrebbe cambiato una virgola, e quando le sistemano il microfono fulmina ironicamente l’addetto: “Ma io TIMBRO, mi si sente!”.
Sottolinea poi la sfida che è stata coniugare in una scena il pianto e il riso molto più strettamente che nella prima serie, quando le indagini mantenevano in un certo senso una “distanza” di sicurezza, ricorda il passato complicato della protagonista (in carcere per rapina a mano armata e concorso in omicidio, “Suon Angela conosce e capisce gli altri perché lei in prima persona è fallibilissima”) e conclude dicendo che vorrebbe davvero riuscire a imitare Suor Angela (“Un ruolo che all’inizio ho preso come una sfida, come farebbe ogni attrice perché sul ruolo di una suora ti fiondi, è troppo allettante, e che poi invece ho imparato ad amare davvero”) nella vita di tutti i giorni con le figlie, ma che senza gli sceneggiatori è davvero un’impresa ardua.
Sceneggiatori che peraltro la terranno esclusa dal gruppo di ascolto a capo della Bucaccio la prima sera, il 21 febbraio: l’anno scorso lei non era presente e quindi nemmeno quest’anno ci deve essere. Perché – raccontino o no storie di Chiesa – loro noooon sono superstiziosi. Non bastasse, aggiunge che l’anno prossimo a Sanremo andranno lei e Francesco Vicario, in rappresentanza delle coppie di fatto. Lui conferma: “Però io faccio la Littizzetto”. E per introdurre le altre protagoniste chiosa “Il problema di avere due miss al trucco la mattina non ve lo voglio raccontare, dal punto di vista psicologico.”
Parla Elena Bucaccio, la sceneggiatrice a capo del gruppo di autori e spiega che cambiare è stato un atto necessario: l’anno scorso guardavano i gialli e si chiedevano quando sarebbero finiti. Si sentiva “il patchwork” di generi, che su altre produzioni andava bene e che su Suor Angela invece si poteva e forse doveva superare.
Parla anche Valeria Fabrizi, monumento – mi permetto di dirlo – della recitazione italiana, che rivela un certo pudore e una certa emozione ad esprimersi di fronte ai giornalisti. Interviene al volo la Ricci “Invece sul set… è irrefrenabile!” e scattano le risate. La Fabrizi continua sostenendo di avere provato qualcosa di nuovo “scoprendo che un’attrice giovane come sono io può ancora dare qualcosa alla fiction”, e raccontando di avere attinto ai ricordi bolognesi del lambrusco, e della madre e della suora del collegio dove ha vissuto per dare vita a Suor Costanza, che ritiene “una spalla perfetta per la Ricci”. “In fondo io sono la nonna di ‘sto Beautiful di ragazzi e ragazze… siamo la serie più “bella”!”
La parola agli altri attori: la Chillemi “si vergogna” nonostante il tacco 16, dice di aver lavorato con “un genio di bambino” che le ha insegnato un sacco di cose e rivela che il suo personaggio (ex ricca, viziata e fanatica) ora deve trovare un modo per mantenersi, ovvero sposare un marito ricco e nel frattempo, sperando che sia un tempo limitatissimo, lavorare.
Miriam Dalmazio racconta di avere un problema ad ascoltare la propria voce, ricorda il rimpianto i primi giorni in camerino per i componenti del cast usciti di scena, e soprattutto i cazziatoni del regista Vicario quando pescava le ragazze a chiacchierare sul set.
La parola ai giornalisti: a domanda in merito Elena Sofia Ricci risponde di avere incontrato suore in passato (“come tutti, a chi non capita?”) ma di avere cambiato il proprio modo di approcciarsi al mondo religioso con l’incontro di una ragazza molto giovane e molto speciale che l’ha resa parte del proprio percorso. “L’anno scorso Suor Angela era la suora che avrei voluto incontrare, mi ispiravo a Don Camillo, soprattutto nei monologhi con il crocifisso. Ora penso più a un mondo reale che ho incontrato.”
E’ il turno di Tvblog e decidiamo di mettere l’accento sulla capacità di LuxVide di non lasciar passare più di un anno tra una stagione e l’altra di una serie di successo, limite che ci sembra pesare enormemente su altre case di produzione e/o reti (esempi veloci: Zodiaco, Come un Delfino, Rossella, Mio figlio, Le tre rose di Eva, Elisa di Rivombrosa e i sequel, ecc), a volte compromettendo i risultati auditel e a volte no, ma sempre facendo attendere (troppo) a lungo lo spettatore prima di vedere le evoluzioni delle storie amate. A differenza di quanto accade, per esempio, in America.
Ci risponde il direttore di RaiFiction Eleonora Andreatta, con un “complimento che sono contenta di fare io” a LuxVide, che ha un gruppo editoriale e una struttura di produzione interna che permettono una vera messa in onda in tempi industriali. Anche grazie al costante, continuo e progressivo confronto con la Rai – rivendica – che un processo artigianale come la scrittura richiede necessariamente, soprattutto quando si vogliono produrre serie di qualità e di successo in tempi così brevi.
Tocca al vice capo ufficio stampa del comune di Modena – immaginiamo la presenza di un’attenta film commission – che chiede lumi sulla presenza della città. Il regista risponde citando una maggiore visibilità del centro storico, e una minore “avventurosità” dei protagonisti nei paesini di provincia.
Ultima domanda giornalistica, che tira in ballo l’elezione del Papa a ridosso della messa in onda. Un caso? E in che modo il tema della serie – secondo la giornalista “cambiare l’approccio nei confronti della fede” – ha cambiato il loro modo di sentire la materia?
Risponde Elena Sofia Ricci chiarendo che l’elezione papale (“Il gesto di questo Papa è rivoluzionario, è un domandone per tutti noi…”) è solo un caso, nella programmazione della fiction (in effetti prevista in questo periodo da mesi) e ricordando quanto già detto sull’esperienza personale. Dopodiché si rivolge al cast alla sua sinistra… “L’Amore con la A maiuscola fa bene a tutti… ragazze volete farvi tutte suore?”. E subito dopo i saluti da parte di Barbazza a nome del cast: “Ma avete visto anche gli uomini che belli?”
E’ tempo di photocall, e per voi di fotogallery. Buona visione, e per gli interessati alla fiction appuntamento a Giovedì 21 Febbraio, in prima serata, su Raiuno. Ma in questi giorni non perdete d’occhio Tvblog… stanno arrivando le interviste ai protagonisti!
Che Dio ci aiuti 2 – Cast completo
Suor Angela – Elena Sofia Ricci
Azzurra Leonardi – Francesca Chillemi
Guido Corsi – Lino Guanciale
Margherita – Miriam Dalmazio
Nina – Laura Glavan
Chiara – Rosa Diletta Rossi
Davide – Cesare Kristian Favoino
Dott. Francesco Limbiati – Luca Capuano
Giannandrea Graziosi – Jgor Barbazza
Riccardo Manzi – Alessandro Borghi
Giorgio Alfieri – Massimo Wertmuller
Emilio – Ludovico Fremont
Beatrice – Edelfa Chiara Masciotta
Notaio Leonardi – Massimo Polizzy Carbonelli
e con la partecipazione di Valeria Fabrizi
Regia – Stefano Vicario
Da un’idea di Carlotta Ercolino
Soggetto di serie – Elena Bucaccio, Mauro Graiani, Andrea Valagussa, Carlotta Ercolino