Monito del Papa: Tv e giornali amplificano il male
Il Santo Padre, nell’omelia dell’Immacolata, di ieri, ha deciso di lanciare un monito sui media e ha avvertito i fedeli: televisioni e giornali amplificano il male. Anzi ha detto il Papa: Il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci.La riflessione con l’invito del Papa
Il Santo Padre, nell’omelia dell’Immacolata, di ieri, ha deciso di lanciare un monito sui media e ha avvertito i fedeli: televisioni e giornali amplificano il male. Anzi ha detto il Papa:
Il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci.
La riflessione con l’invito del Papa sono proseguiti, e Benedetto XVI ha detto:
I mass media tendono a farci sentire sempre “spettatori”, come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti “attori” e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri. Le dinamiche collettive possono farci smarrire la percezione della loro profondità. Vediamo tutto in superficie. Le persone diventano dei corpi, e questi corpi perdono l’anima, diventano cose, oggetti senza volto, scambiabili e consumabili.
Si può anche non essere cattolici e neanche praticanti ma le parole del Santo Padre risultano facilmente condivisibili: quanta facile cronaca nera abbonda nei nostri TG? Quanti servizi speciali, interviste ai protagonisti di efferati delitti, che ci rendono voyeur, eppure distaccati dalle parole raccontate a vario titolo? Subiamo, ogni giorno, dosi massicce non solo di cattive notizie ma di notizie date in maniera cattiva, che dovrebbero sollecitare il nostro sdegno o l’orrore in taluni casi, ma che solleticano la morbosità e ispessiscono la sensibilità delle nostre coscienze, rendendoci come incoscienti davanti al male, quello vero, quello a cui assistiamo inerti tutti i giorni.
La soluzione? Forse che i giornalisti mettano da parte il giornalettismo e ritornino a fare il loro mestiere approfondendo le storie; che la cronaca nera ritorni a essere un capitolo importante del giornalismo e che non si ceda più alla tentazione di piazzare il microfono sulla bocca della vittima di turno e chiedere: “Cosa prova in questo momento?” e “Perdonerà chi le ha fatto del male?”.
Dopo il salto, il servizio del TG1 sulle parole del Papa.
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