Beppe Bigazzi a TvBlog: Dalla Valigia Bigazzi alla Prova del Cuoco
Da amministratore delegato dell’Agip petroli alle cucine del mezzogiorno di RaiUno, il percorso professionale, assolutamente singolare è quello di Beppe Bigazzi, l’esperto di gastronomia che è presente alla Prova del cuoco fin dalla sua prima edizione di dieci anni fa. Lo abbiamo incontrato in occasione del nostro ultimo reportage presso gli studi della Dear a
Da amministratore delegato dell’Agip petroli alle cucine del mezzogiorno di RaiUno, il percorso professionale, assolutamente singolare è quello di Beppe Bigazzi, l’esperto di gastronomia che è presente alla Prova del cuoco fin dalla sua prima edizione di dieci anni fa. Lo abbiamo incontrato in occasione del nostro ultimo reportage presso gli studi della Dear a Roma dove ci ha rilasciato questa intervista in cui ci ha raccontato del suo passato da dirigente d’azienda e del suo presente da esperto dei prodotti nascosti ma d’eccellenza del territorio italiano, ricordando le varie tappe di questa celebre trasmissione del mezzogiorno della prima rete che nel tempo ha cambiato formato, durata e conduttrice. Un colloquio a tutto campo che vi invitiamo a leggere, buona lettura.
Come è arrivato in TV Beppe Bigazzi?
Mi ero ritirato in campagna, un giorno avevo preparato un grande pranzo per mia figlia ed i suoi amici, fra questi c’era Romani Ciriaci, autore di Unomattina. Io descrissi il pranzo per filo e per segno, ricette comprese. Al termine del pranzo Romano mi chiese se volevo venire ad Unomattina a spiegare queste cose anche al pubblico televisivo. Dissi subito di si, cosi la mattina dopo dal mio paese Terranova Bracciolini arrivai a Roma a Saxa Rubra, il mio primo argomento fu: la frittata e ne parlai con la conduttrice di allora che era Livia Azzariti. Al termine la responsabile del programma mi chiese se volevo tornare il giorno dopo, io dissi di si e cosi per molti giorni ancora, fino a quando chiesi di regolarizzare la mia partecipazione con un contratto, che poi arrivò. Da allora eccomi qua.
E invece come è iniziata l’avventura alla Prova del cuoco?
Avevo conosciuto Antonella Clerici a Unomattina c’era fra di noi una simpatia istintiva e quando fu decisa la partenza della Prova del Cuoco lei mi chiamò e dal primo giorno ad oggi nostro Singore mi ha dato la salute per fare la trasmissione. Nauturalmente dall’inizio il programma è cambiato molto, si parla del 1999. Durava meno tempo ma fu un esperienza veramente straordinaria e poi grazie al successo la trasmissione passò da un ora ad un ora e mezza. Abbiamo lavorato molto bene assieme con Antonella e lavoro molto bene adesso con Elisa.
Ha detto che fondamentale per il suo coinvolgimento alla Prova del cuoco fu l’intesa con Antonella che aveva conosciuto a Unomattina, come ha vissuto il cambio di conduzione con l’attuale conduttrice Elisa Isoardi?
Ha detto che fondamentale per il suo coinvolgimento alla Prova del cuoco fu l’intesa con Antonella che aveva conosciuto a Unomattina, come ha vissuto il cambio di conduzione con l’attuale conduttrice Elisa Isoardi?
Antonella è una straordinaria amica. Io ero e sono straordinariamente felice oggi che abbia questa creatura di una bellezza immensa, ha ditini lunghi lunghi affusolati, un taglio di occhi stupendo. La bambina è stata il suo sogno da quando l’ho conosciuta. Perché lei accarezzava la mia nipotina piccina non perché era la mia nipotina ma perché era una bambina piccolina. E finalmente ha realizzato il suo sogno ed io sono stato veramente felice di questa cosa. Quando Antonella ha lasciato il programma per la maternità ho pensato solo alla sua gioia e non al fatto che abbandonava la “Prova del cuoco”. Per me solo quello contava, il lavoro è altra cosa. Ora c’è Elisa, nessuna differenza, il lavoro è lavoro, io mi son sempre comportato da professionista, è importante quello che dico io e non con chi parlo, tanto per essere molto chiari. Detto questo, non c’è stata nessuna differenza. Elisa è una ragazza seria, nel senso cha affrontato questo lavoro seriamente. Io la mattina per abitudine sono qui alle nove, sono più le volte che lei c’è già che quelle che viene dopo di me. Perché si legge tutti i copioni, studia, guarda, domanda. Per cui di fronte a questa serietà uno non può che essere soddisfatto.
Cosa faceva Bigazzi prima della Prova del Cuoco?
Io ho fatto il dirigente d’azienda per tutta la mia vita. Non sono nato dirigente d’azienda, i miei genitori erano contadini e non avevano un’azienda. Ho cominciato dal basso, ho vinto un concorso in Banca d’Italia, poi son passato all’Istituto Mobiliare Italiano, quindi all’ENI . Un periodo che ricordo con molto piacere fu alla Maserati. La prendemmo da Citroen che faceva 197 autovetture all’anno e l’ho lasciata che faceva 8960 auto di cui 5000 esportate. Al termine dell’avventura alla Maserati rientrai all’ENI e fui nominato amministratore delegato dell’AGIP Petroli. In quella veste ho girato tutto il mondo fino al 1993 in cui sono andato in pensione, tengo a sottolineare di vecchiaia. E’ scattato il sessantesimo anno di età ed io ho deciso di ritirarmi dal lavoro.
Come è nata la passione per la cucina e i suoi prodotti?
La passione per la cucina e i prodotti c’è sempre stata. Perché chi nasce in campagna questa passione ce l’ha per forza.
Girando poi il mondo per lavoro, arrivava ad amare ancora di più i prodotti della sua terra quando ci tornava
Assolutamente si. Godevo molto quando tornavo in Italia. Tanto che quando diventai un pochino più importante in azienda, io avevo una valigia chiamata “Valigia Bigazzi”. Una valigia fatta appositamente che aveva sempre il minino indispensabile per dieci giorni.
E cosa sarebbe il minimo indispensabile?
Il pane di campagna che dura a lungo, fatto con il lievito madre, forno a legna, poca acqua e quando il viaggio era molto lungo invece dell’acqua si adoperava il vino come il pane nautico che facevano i romani. Poi c’era il riso, la pasta, formaggi, salumi, olio e uova. Se poi in loco c’erano dei cibi che mi convincevano tipo lo yougurt di cammello o le verdure allora consumavo cose locali, altrimenti c’era la mia valigia che mi salvava la vita.
E non c’era il pericolo che questi cibi poi deperissero negli spostamenti?
La valigia era stata fatta appositamente da un artigiano fiorentino. Era di legno non compensato, sfogliato di varie foglie di legno, spesse un dito, all’esterno un velo impermeabile di polietilene quindi una pelle di vitello conciata con castagno.
La sua rubrica all’interno della Prova del Cuoco “Osti custodi” incarna proprio la sua filosofia di vita rapportata a questi temi
Si, con la mia rubrica voglio proprio far vedere al grande pubblico come l’Italia è un serbatoio immenso di prodotti di eccellenza. Quando io sento per esempio la farina di manitoba mi vien da piangere. La gente si riempie la bocca di cose straniere, quando noi abbiamo per esempio tre grani: la tumminia un grano veloce che si coltiva solo in Sicilia che in tre mesi da quando lo depositi in terra mette la spiga e dà pane assolutamente eccezionale. Poi c’è il russello anche lui siciliano dà una farina che assorbe poca acqua e perciò il pane dura più a lungo perché assorbe meno umidità. Quindi c’è il senatore cappelli, il numero uno di tutti i grani duri esistenti al mondo. Noi siamo stati all’avanguardia fino agli anni ’30 per i grani, gli americani sono all’avanguardia oggi ma per i grani sbagliati. I nostri grani sono cereali, i loro invece sono qualcosa di mezzo fra cereali e legumi.
Perché allora tutto questo successo di questa fantomatica farina americana Manitoba?
Perché da loro il fornaio è una figura inesistente. I loro prodotti sono per la maggior parte destinati all’industria, per quel tipo di lavorazione a macchina quei prodotti vanno bene. Il nostro fornaio invece lavorando artigianalmente in base alla situazione, per esempio climatica: oggi più o meno umido, sceglie il prodotto e la dose più adatta per la loro lavorazione che per forza di cose avrà un risultato più eccellente rispetto al mero processo industriale nato da una lavorazione esclusivamente a macchina. Aggiungiamoci poi il carico da 90 che è il viaggio sul mare che devono affrontare queste farine d’oltreoceano soggette quindi ad inevitabili sbalzi di temperatura ed umidità, dovuti appunto agli spostamenti in questi contenitori poi stoccati spesso nei porti in attesa di affrontare il viaggio su gomma verso le industrie che poi li tratteranno ed il gioco è fatto.
Qualche consiglio per il futuro della Prova del cuoco?
Dare più tempo per parlare dei prodotti e di tutto quello di bello e nascosto c’è ancora in Italia al giorno d’oggi nel campo gastronomico e meno alle canzoncine per far mangiare i bambini.
Ringraziamo Beppe Bigazzi per la disponibilità, la cortesia per aver accettato di rispondere alle nostre domande e per la schiettezza che da sempre lo contraddistingue. La parola a breve passerà ora ad una altra figura chiave de “La Prova del Cuoco” Anna Moroni e poi alla conduttrice Elisa Isoardi. Sempre su TvBlog!
Foto Esclusive dal backstage de La Prova del Cuoco di Raiuno