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Summertime su Netflix, la recensione: l’amore sospeso sotto il sole d’estate

La recensione in anteprima Blogo di Summertime, la nuova serie tv italiana di Netflix, ispirata a Tre metri sopra il cielo e disponibile sulla piattaforma di streaming on demand dal 29 aprile 2020

pubblicato 28 Aprile 2020 aggiornato 3 Novembre 2020 15:36

Dimenticatevi Step e Baby, le corse clandestine, l’amore impossibile in una Roma di festicciole riservate a pochi eletti. Dimenticatevi, insomma, Tre metri sopra il cielo: sebbene la fonte letteraria sia quella del best-seller di Federico Moccia, Summertime, la nuova produzione originale italiana disponibile su Netflix da domani, 29 aprile 2020, è tutto un altro mondo. D’altra parte, il pubblico a cui si punta non è più quello che aveva letto il libro o visto il film nel 2004: sono passati 16 anni, gli adolescenti di allora oggi sono giovani adulti. Quale migliore via libera, allora, per resettare (quasi tutto) e dare a Step e Baby una nuova dimensione -e nuovi nomi-?

L’amore ai tempi di Summer e Ale

Lo dice il titolo: Summertime è una serie tv che si snoda lungo tutta una stagione, l’estate. Finisce la scuola, e la protagonista Summer (l’esordiente Coco Rebecca Edogamhe), studentessa modello di un liceo linguistico, si mette alla ricerca di un lavoro stagionale, che trova all’interno di un albergo della riviera romagnola, in cui vive.

Summer, testa sulle spalle ed indipendente, sogna di poter volare via lontano da casa, ma sa anche di essere colei che fa da collante nella sua famiglia, con una madre, Isabella (Thony) che soffre per il compagno nonché padre delle figlie, che scarica su di lei tutte le responsabilità, ed una sorella, Blue (Alicia Ann Edogamhe) di cui prendersi cura.

Alessandro (Ludovico Tersigni), invece, è un campione in erba di motociclismo che, però, dopo una brutta caduta durante una gara, non vuole più correre, scatenando l’ira del padre Maurizio (Mario Sgueglia). Due anime, quelle di Summer e di Ale, in cerca di una vita differente, ma apparentemente impossibile, che si incontrano per caso ad una delle varie feste che l’estate porta con sé sulla riviera.

Se non è colpo di fulmine, ci siamo quasi: ma per i due, rivedersi e parlarsi non sarà così facile, ed anche quando avverrà, la loro storia dovrà vedersela con non pochi ostacoli. Ma Summertime è anche l’amicizia tra Summer, Sofia (Amanda Campana) ed Edo (Giovanni Maini) e tra Ale e Dario (Andrea Lattanzi): relazioni che si intrecciano, si sviluppano e portano a confronti. E così, più l’estate avanza, più i giovani protagonisti cresceranno.

L’estate di Netflix che regala colori e desideri

Summertime parte con le note di “Estate” di Bruno Martino: le prime parole che sentiamo, mentre la riviera si risveglia dal torpore dell’inverno, sono “odio l’estate”, tramite gli auricolari di Summer, anche lei non proprio una fan dei mesi estivi.

Ma l’estate va avanti, e basta un solo episodio per capire le intenzioni di Netflix con Summertime: offrire uno spaccato contemporaneo ed al tempo stesso nostalgico di quei mesi in cui, soprattutto per chi deve ancora arrivare a vent’anni, tutto sembra davvero possibile.

La contemporaneità sta, oltre che nel giovanissimo cast (oltre 2.000 ragazzi si sono presentati ai casting), anche nella scelta dei registi Lorenzo Sportiello e Francesco Lagi di raccontare l’estate con colori sgargianti, riprese aeree e tanto, tanto mare. Sembra quasi di stare dentro uno di quegli spot che vanno in onda solo da maggio a settembre: Summertime fa dell’immagine un proprio punto di forza, anche là dove, ahimé, la storia sembra prendersi qualche pausa di troppo.

La nostalgia, invece, sta tutta nel racconto di quegli amori che solo i mesi estivi sanno offrire. Amori intensi, speciali, riscaldati da un sole che spazza via tutti gli altri pensieri e che sembra che tutti sia davvero possibile: è come, insomma, se “Sapore di mare” avesse dato a tutti noi una bella lezione, ed ora si provasse a rimetterla in pratica.

Se gli adolescenti fanno gli adolescenti…

Vedendo Summertime, inevitabile sarà il confronto con gli altri teen drama del momento: il pensiero va ad Elite, Riverdale e Skam. Di queste tre, solo Skam (che però ricordiamo essere un format norvegese) è riuscita ad entrare nelle vite dei protagonisti rispecchiando in un modo fortemente realistico quelle dei suoi giovani telespettatori; le altre due, piuttosto, giocano con l’età adolescenziale facendo fare ai protagonisti cose da grandi, allargando così la varietà di azioni (e di intrattenimento) ma perdendo in credibilità.

E Summertime? Beh, Summertime si allontana da entrambe le direzioni: non cerca colpi di scena clamorosi con cui agganciare il pubblico, né vuole affrontare quelle tematiche sociali che vedono la fascia adolescenziale possibile interlocutrice.

Summertime è, piuttosto, la sospensione dell’amore in un tempo ben preciso, ovvero l’estate. Stagione per eccellenza della superficialità, i personaggi vivono sulla superficie, sia essa dei sentimenti o dei dubbi sul loro futuro, salvo poi immergersi solo a seconda delle esigenze narrative (la sceneggiatura è stata scritta da Sofia Assirelli, Enrico Audenino, Mirko Cetrangolo, Daniela Delle Foglie, Daniela Gambaro, Francesco Lagi, Vanessa Picciarelli ed Anita Rivaroli; a produrre è Cattleya-parte di ITV Studios).

Così come la fonte letteraria originale, anche Summertime fa del romanticismo l’arma con cui vuole “stendere” quel pubblico di Netflix che tra le serie consigliate ha una sfilza di romantic comedy e teen drama più o meno recenti. Step e Baby appartengono al passato, Summer ed Ale sono il presente: è vero, cambia tutto, ma allo stesso tempo non cambia nulla.

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