Davide Parenti, ideatore de Le Iene: “In questa situazione non possiamo andare a fondo”
“Se il risultato di alcune inchieste è un’accusa al nostro lavoro significa che c’è un errore in quello che facciamo” e quell’occasione mancata su Canale 5.
Da domani sera Le iene riprenderanno il loro corso in prima serata su Italia 1 dopo un’interruzione forzata dovuta all’emergenza coronavirus (tempo fa un componente della redazione è stato contagiato dal virus, episodio che di fatto ha sospeso la messa in onda del programma per motivi precauzionali).
Davide Parenti, ideatore dello storico programma Mediaset in onda dal 1997 è stato intervistato dal Corriere della sera dove ha raccontato con quale animo si tornerà a lavorare data la situazione affatto semplice:
In questa situazione non possiamo andare fino in fondo a fare il nostro lavoro da Iene, dobbiamo organizzare tutti gli incontri su appuntamento e questo si riflette negativamente sulle inchieste perché sono tutti sul chi vive. Del resto ora non si può andare a incalzare qualcuno con un microfono in mano; se già molti pensano che sia un’aggressione farlo, figuriamoci di questi tempi.
La nuova versione primaverile della trasmissione dedicherà ampio spazio all’emergenza Covid-19:
E’ inevitabile: il 70% dei servizi sarà su questo tema, che catalizza l’attenzione di tutti. Faremo un giro nelle strutture sanitarie dismesse negli ultimi anni dalla regione Lombardia, alcune fatiscenti, altre in ottime condizioni. Abbiamo anche servizi più leggeri, a partire dagli scherzi. Il primo nella casa di Michelle Hunziker: organizzare uno scherzo in queste condizioni è una nuova sfida.
Sapevate che Le iene qualche anno fa poteva esser spostato su Canale 5? Parenti andò a sondare tra i corridoi del biscione “Per capire se c’era spazio per noi dato che avevamo dimostrato che il nostro linguaggio poteva andare bene anche lì” ma la missione non andò in porto:
Nacquero una serie di problemi interni a Mediaset, di equilibri che l’azienda voleva preservare. Il dispiacere c’è stato, pensavo che la aturale crescita del programma sarebbe stata andare su una rete che l’avrebbe fatto performare ancora meglio. Poi me ne sono fatto una ragione anche perché Mediaset ci ha permesso di crescere facendoci andare in onda due volte alla settimana su Italia 1.
Negli ultimi anni fra le inchieste più discusse de Le Iene c’è stata sicuramente quella legata al regista Fausto Brizzi e il caso molestie sessuali, accuse rivolte e poi archiviate:
Se il risultato di alcune inchieste è un’accusa al nostro lavoro significa che c’è un errore in quello che facciamo. Ma non c’è un metodo Iene. Le cose che abbiamo detto su Brizzi sono così infamanti che qualcuno avrebbe dovuto denunciarci. Noi a Brizzi abbiamo detto di portarci in tribunale, ma non è mai successo.
Anche il metodo Stamina era finito sotto la lente d’ingrandimento del programma, il caso però gli si ritorse contro poiché questo stesso metodo in realtà non aveva trovato validità scientifica:
Su Stamina potrei parlare 10 ore. Vannoni era un personaggio che dire ambiguo è riduttivo, che fosse un poco di buono è evidente. Però ricordo che Stamina era una cura compassionevole fatta dagli ospedali di Brescia, quel metodo non sono state le Iene a inventarlo, ma lo Stato. La colpa che mi do è che ne abbiamo parlato troppo… Dietro una critica c’è sempre qualcosa da ascoltare, ma davvero siamo in buona fede.
La libertà a Mediaset:
E’ inutile fingere, la libertà assoluta non esiste, da nessuna parte. Un programma è sempre un patto con l’editore, quello che fai è quello che ti è permesso di fare in dato modo. Io ad esempio ho scelto di non parlare mai di Berlusconi, per le Iene Berlusconi non esiste.
In conclusione Davide Parenti parla di Nadia Toffa, il ricordo della Iena scomparsa poco meno di un anno fa:
Abbiamo condiviso passioni di vita dalla mattina alla sera, successi e frustrazioni. Era favolosa, era parte di noi. Ci manca, Nadia ci manca.