GF Vip 4, Alfonso Signorini: la conduzione “sperimentale” nell’edizione più difficile di sempre e il problema dell’imparzialità
La pagella definitiva di Alfonso Signorini come conduttore della quarta edizione del GF Vip.
La quarta edizione del Grande Fratello Vip è passata agli annali con la finale di mercoledì sera al termine della quale la modella Paola Di Benedetto è stata decretata vincitrice.
Con tutto il rispetto nei riguardi della modella vicentina, di cui sottolineiamo lo splendido gesto di devolvere l’intero montepremi in beneficenza (e di averlo detto dopo l’esito del televoto e non prima), la quarta edizione del GF Vip verrà ricordata per ben altri motivi, alcuni decisamente ovvi.
Quella che doveva essere l’edizione del ventennale del format del GF in Italia, accompagnata dall’hashtag #BB20, e quindi un’edizione all’insegna dei festeggiamenti, in realtà, si è trasformata nell’edizione del Coronavirus, l’edizione funestata dalla pandemia di COVID-19 in Italia che ha condizionato praticamente la produzione di tutti i programmi televisivi in onda ma i programmi di intrattenimento in misura maggiore.
Il concetto di isolamento sociale, per quanto riguarda il GF, è stato superato da un bel pezzo ma il paragone con le passate edizioni, in questo caso, è ampiamente fuori luogo perché, in casi eccezionali come questi, è giusto che la realtà sia entrata così prepotentemente nella casa del GF. Era impossibile fare finta di nulla ed è anche scontato sottolinearlo.
Eventi di portata storica a parte, la quarta edizione del GF Vip, concentrandoci su altre variabili, ha dovuto avere a che fare anche con l’opinabile, giusto per usare un eufemismo, decisione di ricorrere spesso ad un doppio appuntamento settimanale (in un caso, addirittura, 3 puntate in 7 giorni) che ha costretto gli autori ad un lavoro “monstre” circa i contenuti, con l'(in)evitabile ausilio delle famigerate “dinamiche esterne”, in assenza di eventi “interni” (quelli che avvengono dentro la Casa) da sviscerare in puntata.
Un’altra variabile, infine, riguardava la terza edizione del GF Vip, accolta tiepidamente dal pubblico. Il Grande Fratello Vip 4, quindi, era chiamato anche ad una sorta di riscatto.
La scelta di una conduzione, possiamo dire, sperimentale (Alfonso Signorini, un conduttore non conduttore, già opinionista in svariate edizioni), in pratica, è capitata nell’edizione peggiore possibile.
Durante la finale, il direttore di Chi l’ha ammesso con sincerità: “Era la mia prima volta e non è stato facile per me. Ho fatto del mio meglio, ringrazio voi, il pubblico, che mi avete seguito con entusiasmo, fedeltà, puntata dopo puntata. Di fronte alle mie difficoltà, ho tirato fuori il mio essere montanaro, scalatore. Per me, fare questo GF è stato come scalare l’Everest e non ero pronto. Ho cercato di dare quello che ho potuto. Ringrazio il mio editore, Piersilvio Berlusconi, l’idea è stata sua e spero non si sia pentito”.
Per Alfonso Signorini, quindi, ci sono stati due GF, un GF pre-emergenza, dal quale è possibile estrapolare un giudizio, e un GF condotto durante l’emergenza, dal quale è sempre possibile ricavare un’opinione ma con tutte le attenuanti del caso.
La scelta di Signorini, per quanto, in un certo senso, è stata anche controcorrente, ha però corroborato un concetto: chi è funzionale in un ruolo non è detto che lo sia altrettanto in un altro, soprattutto in quello del conduttore che, nella logica di un gioco, dovrebbe essere sempre al di sopra delle parti.
Un’opinionista, infatti, può legittimamente esternare le proprie preferenze, fare il tifo anche smaccatamente per uno o per l’altro. Un’opinionista esprime opinioni e l’opinione è di parte per natura.
Il conduttore, no.
Il conduttore deve distaccarsi dal tifo e mettere in atto i comportamenti dettati dalle circostanze in egual misura, usando i medesimi toni, verso tutti i concorrenti, sia i più deboli che i più strutturati caratterialmente, senza fare distinzioni.
Alfonso Signorini, oggettivamente, ha faticato in quest’ultimo compito.
Non a caso, sempre durante la serata finale, Alfonso Signorini ha dimostrato che le critiche riguardanti la sua presunta parzialità non gli sono passate affatto inosservate, replicando “a giochi fatti” ossia quando Antonella Elia, la concorrente che Signorini avrebbe “coperto” maggiormente giustificando i suoi numerosi comportamenti aggressivi (uno di questi è avvenuto anche in studio, durante la finale), è stata eliminata: “Antonella, molti sui social dicevano che eri raccomandata, infatti eri talmente protetta che sei nello studio. E’ facile bacchettare, è più difficile capire. Molti mi dicevano che eri troppo aggressiva ma io ho voluto capire il perché e credo di esserci riuscito. Credo che lo abbia capito anche il pubblico. Bacchettare è troppo semplice”.
Bacchettare è troppo semplice però la puntata riguardante la squalifica di Salvo Veneziano, squalifica sacrosanta per carità ma comunque causata solo da un eccesso di goliardia, ha visto in scena un processo esagerato.
L’eliminazione e la mancata vittoria di Antonella Elia, poi, ovviamente, non sono un alibi perché anche solo portare la Elia, una concorrente che ha garantito dinamiche e vivacità a quest’edizione, fino alla fine è stata comunque una “vittoria” per il programma. Se poi non vince, anche chi se ne frega…
Ognuno è libero, ovviamente, di farsi la propria idea. Alfonso Signorini è stato garante di un cast ottimo con nomi anche impensabili alla vigilia, però, oggettivamente, si è dimostrato più a suo agio nel ruolo di opinionista e, in quel caso, la parzialità, come scritto in precedenza, può essergli concessa.
Conoscere così bene, troppo bene, i concorrenti non gli è stato di aiuto nello svolgere il ruolo di conduttore.
Il riscatto, anche analizzando i numeri ottenuti da questa edizione, quindi, non c’è stato e a Signorini, di conseguenza, va unicamente dato il merito di aver portato a termine un’edizione che avrebbe messo in difficoltà un conduttore navigato, figurarsi un “non conduttore”.