Serie A, Spadafora telefona a Quelli che il Calcio: “Perché si gioca? Non dipende da me”
In una domenica a porte chiuse che potrebbe essere l’ultima di questo Campionato 2020, il Ministro Spadafora sceglie Quelli che il calcio per spiegare il suo ruolo nelle decisioni sulla Serie A.
Ennesima domenica incerta per il calcio italiano, che ha sfiorato lo stop a pochi minuti dall’inizio di Parma – Spal, anticipo delle 12 di domenica 8 marzo 2020 slittato poi alle 13.45. Un ritardo che porta con sé tutta l’incertezza sul Campionato di Serie A di calcio non solo in piena emergenza Coronavirus, ma soprattutto all’indomani (o meglio a poche ore) dalla firma del nuovo DPCM con le nuove misure anti-contagio. Tra le richieste dei giocatori, che vorrebbero sospendere il Campionato, le oscillazioni di FIGC e della Lega Calcio, che hanno reso le ultime settimane davvero un terzo al lotto, è arrivato anche l’invito del ministro dello Sport Vincenzo Spadafora ai vertici del calcio italiano perché si decidesse di sospendere i Campionati ad horas.
Una situazione tesa che si è scatenata a pochi minuti dall’inizio della domenica calcistica e che ha rischiato di lasciare Quelli che il Calcio definitivamente senza calcio. Ma senza farsi prendere dal panico Mia Ceran, Paolo Kessisoglu e Luca Bizzarri hanno gestito il racconto dell’ennesima giornata schizofrenica in maniera responsabile ed equillibrata (come potete vedere on demand su RaiPlay).
Anche per questo, QCC ha ‘meritato’ la telefonata in diretta del Ministro dello Sport, che ha così scelto la ribalta televisiva in chiaro del calcio giocato per ‘spiegare alla nazione’ di non aver potere decisionale sulla sospensione o chiusura del Campionato. Non proprio una conferenza stampa ufficiale, vista la mattinata convulsa e il rimpallo continuo di responsabilità, ma l’ennesima ricerca di un contatto diretto con il pubblico/tifoso/cittadino/elettore su una questione cara a molti, ma che verrà sciolta solo martedì. E non dal Ministero. Un modo magari utile per aiutare a far capire ai telespettatori la gravità del momento, ma nello stesso tempo una dimostrazione dei rapporti di forza ‘impari’ tra Ministero e Lega Calcio.