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Paese che vai: le Micro Web Tv italiane a convegno

La televisione non è solo quell’apparecchio elettronico che troneggia in salotto o nella stanza da letto. La tv è molto ma molto di più e non necessita sempre di un televisore per essere vista. Oggi le trasmissioni televisive sono anche sul web e su cellulari, ad esempio. Ma il terreno più fertile per la loro

di marina
pubblicato 26 Novembre 2009 aggiornato 5 Settembre 2020 20:54

La televisione non è solo quell’apparecchio elettronico che troneggia in salotto o nella stanza da letto. La tv è molto ma molto di più e non necessita sempre di un televisore per essere vista. Oggi le trasmissioni televisive sono anche sul web e su cellulari, ad esempio. Ma il terreno più fertile per la loro proliferazione è proprio internet che grazie alla sempre maggior disponibilità di soluzioni tecniche si sta trasformando nel luogo privilegiato dai costi bassissimi, per chi desidera fare tv e anche radio.

Ebbene domani si incontreranno per il terzo meeting Paese che vai, presso la IULM di Milano una sessantina di queste micro web tv che per l’occasione si confronteranno su questo nuovo modo di intendere le trasmissioni televisive e dunque i palinsesti. Tra gli ospiti che dibatteranno la questione: Stefano Pileri (Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici), Carlo Freccero (Rai4), Axel Fiacco (MTV), Marco Pratellesi (Corriere.it), Irene Pivetti (Fondazione Learn To Be Free), Tommaso Tessarolo (Current), Mirko Paje (Mediaset), Gregorio Paolini e Duccio Forzano. Nella stessa giornata saranno consegnati i Teletopi, i premi che vanno a gratificare chi si è impegnato nelle proprie categorie di concorso. Dal meeting partirà anche una raccolta di firme per chiedere alle piattaforme TLC delle formule di contratto a forfait entro determinati range di consumo per connessioni sia fisse sia mobili.

Ma in cosa consistono praticamente le micro web tv? Un esempio su tutti, proprio domani sarà dato dal gruppo di tv che trasmettono dalle tendopoli aquilane. Ecco basta un pc, spesso è sufficiente anche un netbook con web cam integrata o esterna, una connessione a internet anche su chiavetta e la tv è fatta. Di fatto è una delle forme del giornalismo partecipativo poiché è riportata la realtà in prima persona; ma vi può essere anche una versione di servizio, diciamo così, una micro web tv condominiale ad esempio, che raggruppa le informazioni per quel tipo di utenza. Interessante, in proposito il rapporto Netizen 2009 Italian Internet citizen, una sorta di censimento delle micro web tv italiane.

Leggo dal comunicato stampa di presentazione dell’evento:

A confronto le micro-realtà digitali, canali nati dal basso con una missione sociale: documentare territori spesso dimenticati dai media generalisti o non raggiunti da banda larga, denunciare ciò che non va, creare un contatto con le amministrazioni locali o declinare passioni legate a community verticali.

Infine, sempre domani la presentazione della FEMI, la Federazione Micro web tv Italiane che:
Coinvolge un Comitato Scientifico che annovera le più importanti personalità del mondo della comunicazione. Nasce senza scopo di lucro, con l’obiettivo di condividere esperienze. Luogo di confronto e di servizio anche online, la Femi offre alle micro web tv partner incontri formativi con la presenza gratuita di esperti del settore, consulenza legale e tecnica gratuita, realizzazione di monitoraggi sul fenomeno, organizzazione di scambi culturali anche con network esteri e creazione di piattaforme condivise per scambi informativi.