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Maledetti amici miei, il cinema si fa teatro e si racconta in tv

Maledetti amici miei: ospiti e anticipazioni della prima puntata.

pubblicato 3 Ottobre 2019 aggiornato 9 Novembre 2020 14:46

  • 20.40

    Tg2, Tg2 Post e poi si va a ‘Casa Veronesi’…

  • 20.59

    In studio al Tg2 Papaleo.

  • 21.29

    Giurano di dire (quasi) tutta la verità i 4 moschettieri nell’anteprima.

  • 21.30

    Primo monologo di Papaleo: belle le scene e le luci. Ma l’inizio col seppur breve monologo è faticoso.

  • 21.32

    Papaleo ha la funzione di conduttore. “Il pubblico di Rai 2 è un pubblico di migranti e Rai2 vuole essere una rete accogliente… Rai2 è un canale aperto, tollerante, situato tra Don Matteo e Bianca Berlinguer… più che un canale è un compromesso storico”. Oh, ora sì.

  • 21.34

    Che ci fa un regista cinematografico in tv? “Dopo i 50 anni basta dire bugie… mettiamoci in gioco e diciamo la verità”. Veronesi è il traghettatore ed è lui a introdurre Sergio Rubini.

  • 21.35

    L’ingresso di Rubini aiuta a spiegare la scenografia (“pieno di simboli fallici”), ambientata tra i tetti e di conseguenza evoca la periferia. In staffetta, Rubini presenta Haber, scherzando sulla sua vecchiaia. Un leit-motiv fin dal promo.

  • 21.37

    “Ho 72 anni portati bene…”. “Sei l’anello mancante tra Padre Pio e Giobbe Covatta”.

  • 21.38

    “Ti sei drogato in passato vero?”: il gioco della verità è un’ottima occasione per provocare. Le risate finte però no.

  • 21.39

    La scena è un condominio: al piano terra si va in uno studio di registrazione. “E’ il primo programma in cui si va dalla sigla” dice Veronesi. Momento ‘sketch’ con Haber caduto per le scale… Molto Amici miei…

  • 21.42

    Eccolo Paolo Conte, che canta Azzurro. La sigla vale l’intero programma.

  • 21.45

    “Servili, servili… servilissimi” dice Veronesi salutando il maestro Paolo Conte.

  • 21.45

    E’ come raccontare un film: un live difficile, direi superfluo.

  • 21.46

    LE RISATE FINTE NO. Anche se sono il simulacro del programma tv in quanto tale.

  • 21.47

    La regola è che non si fa teatro. Si pensa intanto alla sigla di coda: al piano di sotto “abita” Giuliano Sangiorgi. A lui Veronesi chiede “unmo scartino” per la fine della puntata.

  • 21.29

    La chat del condominio? Il panariello…

  • 21.51

    Momento aneddoti: Haber racconta un fatto di quando aveva 25 anni.

  • 21.54

    Rubini: “Siamo gli ultimi televisivi, quelli che non hanno mai fatto tv. In questo clima di confessione…” anche Rubini parla della sua esperienza cinematografica. “Gli autisti sono fondamentali: senza di loro non si trova la cocaina…”. Sento rumore di tasti che battono in vista di interrogazioni parlamentari.

  • 21.55

    Rubini parla del suo autista, Vito.

  • 21.57

    Il paradosso della verità permette di raccontare ogni tipo di storia. Il teatro è ‘bandito’, ma è tutto teatro. E’ uno spettacolo teatrale bello e buono: la scena, le relazioni, il racconto di una vita. Il cinema si fa teatro e si racconta in tv.

  • 22.04.

    Dopo il momento Haber e quello Rubini, tocca a Veronesi: è una staffetta, una corsa ciclistica in cui i gregari lanciano il caposquadra. Veronesi racconta un dietro le quinte della sua regia…

  • 22.10

    Sale col montacarichi direttamente al pianoforte Max Tortora che canta “Odio l’estate”. Vabbè, la meraviglia.

  • 22.11

    Si ricorda l’esperienza radiofonica di Veronesi a Non è un paese per giovani e arriva il maestro Stefano Scartocci.

  • 22.14

    Esercizio di grande stile: Tortota canta una canzone d’amore, ma cambiando l’espressione del viso cambia il significato della canzone. E si inizia da “Io che amo solo te”.

  • 22.17

    Le canzoni impossibili di Tortora vanno dai Simply Red a Battiato, da Patty Pravo ai Gipsy King.

  • 22.22

    La versione dei Gipsy Kings dell’incidente stradale è meravigliosa (“Vie’ a vede’, vie’ a vede’, vie’ a vede’…). Ma sento ‘rumore di lamiere’ sull’uso del coatto “infrociare”. Pubblicità.

  • 22.27

    Si riparte: i tre meditano di sostituire Haber. Pensano a MIchele Placido, ma è il momento di Margherita Buy.

  • 22.29

    Il momento della Buy, che sta vedendo X Factor e che legge nelle pause un libro sull’ansia. Lei è la “maestra d’ansia”. Ma lei parla dell’ansia motivante, non debilitante.

  • 22.31

    Veronesi è il regista anche qui: è il pivot, è colui intorno al quale tutto ruota. E come dicono bene i suoi amici, sa perfettamente come fare la spalla.

  • 22.34

    Haber presenta l’ospite, Carlo Verdone. Alla batteria. Vabbè, fin troppo telefonata questa.

  • 22.34

    Mi sembra evidente che sul tasto 2 non sta andando in onda un programma tv, ma uno spettacolo teatrale. E come tale va ‘analizzato’, in fondo. Non una jam session, ma una pseudo jam session…

  • 22.37

    Verdone ha lavorato con tutti quelli presenti sul palco.

  • 22.38

    Per raccontare Verdone una clip sui suoi ‘momenti erotici’ nei film: è l’occasione per parlare del bacio alla fine di Maledetto il giorno che ti ho incontrato e dei 37 ciak necessari per quella scena.

  • 22.43

    Si ripete l’aneddoto dei calchi dei falli di Jimi Hendrix e Frank Zappa mostratigli da una signora a Londra.

  • 22.46

    Per questa scena Veronesi fece usare una frusta vera all’insaputa di Verdone. Pubblicità.

  • 22.58

    La carràmbata è il ritorno dell’attrice che lo malmenò, 10 anni dopo.

  • 23.01

    Si rifà la scena dell’oliva con Haber.

  • 23.10

    Una frase alla volta, sistemata nel panierino, Giuliano scrive la sua canzone per i titoli di coda.

  • 23.15

    Haber cante Margherita. D’Alisera, perché ti stai perdendo su questo pezzo?

  • 23.18

    Una sirena annuncia che parte la seconda serata. “Si può dire tutto a quest’ora! Teeeeh fascia protetta, teh!” Il gesto dell’ombrello di Veronesi è una delle cose più trasgressive della tv degli ultimi anni.

  • 23.19

    La nonnina costretta a dire “un cazzo” però mi stona. Il concetto è la libertà. E c’è una che si ignuda…

  • 23.20

    Sento da qui la penna di Michele Anzaldi che verga lettere…

  • 23.20

    E si sdogana la ‘parolaccia’ in questa seconda serata. La trasgressione passa per Rocco Papaleo, di cui si racconta la vita sessuale, cambiata di netto dopo Sanremo.

  • 23.25

    E’ la scusa per lasciare spazio a Papaleo, che co un monologo racconta la sua prima volta. Vero o falso che sia, è verosimile. E funziona. Poi canta. Questo blocco è tutto suo, come l’inizio.

  • 23.34

    In chiusura torna anche Max Tortora con il momento fiction, Il delitto della contessa Butterfly

  • 23.36

    Metafiction: arriverà Sergio Appizzo, il più desiderato attore del mondo?

  • 23.38

    Sergio Appizzo, come vuole il romanesco, ‘lo appoggia’. A tutti. Uhm…

  • 23.41

    A questo punto siamo lunghi. La chiusura alle 23.30, con un pizzico di seconda serata liberatoria, ci stava bene. Ora stiamo andando fin troppo lunghi con la scena di Haber sui valori. Onestà è il primo, la non ipocrisia il secondo, il terzo è l’amicizia…

  • 23.48

    “Paolo Virzì è una merda, Sorrentino è una merda, Garrone è una merda…”: Haber elenca tutti i registi che non lo hanno preso.

  • 23.51

    E arriva Sangiorgi per la sigla finale. Eh, l’ultima mezz’ora è stata faticosa…

  • 23.54q

    Anche lui si fa prendere dal virus della seconda serata e inizia a ripetere “Cazzo” per il solo gusto di sentirselo dire.

  • 23.55

    Siamo partiti da Azzurro cantato da Paolo Conte all’inedito di Sangiorgi: non credo di dover aggiungere altro sull’andamento della serata tra prima e seconda…

  • 23.57

    Si chiude con le dediche: la Buy dedica la partecipazione allo spettacolo alla Terra, in quanto madre e femmina, maltrattata dall’uomo che è un maschio; Rubini ai perdigiorno abbronzati sul mediterraneo; Haber alla figlia Celeste; Papaleo alla compagna che gli ha dato un figlio; Tortora alla figlia e alla sua mamma; Giuliano la dedica alla figlia, Veronesi la dedica a “un’amica speciale”, Emma.

Rai 2 sperimenta tv con le colonne del cinema e fa due ore di teatro: è questo il succo di Maledetti Amici Miei, che cattura subito con i suoi tratti più televisivi, ovvero la scenografia, la fotografia, il montaggio. La confezione è di classe e si nota immediatamente: se poi ci fosse stato qualche dubbio, arriva la sigla con Paolo Conte a suggellare la magia. Tutto è costruito, nel senso migliore del termine: non si lancia un rvm con Conte che canta Azzurro per un programma tv (un evento), ma si costruisce una storia. E una storia è la scenografia stessa, con questa terrazza sui tetti che dà movimento e offre spunti per il racconto, dalla finestrina da cui si affaccia Margherita Buy a quella da cui si sporge il condomino Giuliano Sangiorgi.
Uno show totalmente teatrale nella sua struttura e assolutamente antitelevisivo – nella sua concezione standard – per quanto riesca a sfruttare al meglio le potenzialità della confezione tv. Le risate registrate, che suonano come unghie sugli specchi, sono invece l’elemento più ‘simbolicamente’ televisivo e per questo così esibito. Almeno a occhio.

L’argomento principale è però il cinema, raccontato negli aneddoti dei protagonisti, nel ricordo delle carriere, nelle spigolature di una vita passata sui set. Un racconto a più voci, anche se il quartetto ha in Giovanni Veronesi il suo pivot: tiene in mano le redini del racconto, si appoggia a Papaleo, che ha forse più degli altri il ruolo di co-conduttore, mentre Haber con le sue ‘merdacce’ è lo ‘sparring partner’ del gruppo nel nome della sua ‘anzianità’ e Rubini ha la sua personale ‘serie tv’ con le ‘Avventure dell’autista Vito”. E’ una staffetta o forse più una cordata di gregari in una corsa ciclistica, nella quale si innestano gli ospiti (stasera Verdone) e i ricorrenti, come l’autoironica Buy ‘maestra d’ansia’ e un sempre

Il pretesto della verità ‘a ogni costo’ è il paradosso del programma, è il suo agente provocatore: una verità dichiarata in uno spettacolo teatrale che mescola i piani del vero e del verosimile, riuscendo così a giocare con temi ‘sensibili’ (e che non escludiamo portino interrogazioni parlamentari). E’ tutto uno scherzo o forse no anche quando si parla delle droghe consumate in tanti anni di set. Non importa sia vero, funziona. E se è vero c’è sempre l’alibi dell’operazione creativa. Ma si sente la voglia di essere liberi e lo dimostrano con l’uscita dalla fascia protetta: nel passaggio alla seconda serata si percepisce il desiderio di togliersi dal collo Moige e affini. E se li scrollano con decisione: magari non proprio finemente ma con decisione.  La fiction con Appizzo però non entusiasma: Max Tortora + parodia fictional non può essere che Derrick…

Al termine di questa prima puntata un elemento emerge chiaro: la voglia di essere ‘migranti’ tra quel che la tv vorrebbe e quel che la tv può fare. E quel brividino nel sentir difendere i migranti su Rai 2 dà al ‘cazzeggio d’arte’ dei 4(+2) Moschettieri un sapore ancora più pungente.

Maledetti amici miei, diretta prima puntata 3 ottobre 2019

Maledetti amici miei, anteprima prima puntata

Le aspettative sono alte per questo Maledetti amici miei, al via questa sera, giovedì 3 ottobre in prima serata su Rai 2. Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini e Giovanni Veronesi si mettono in gioco in uno show tv dal sapore immediatamente goliardico che coinvolge quattro colonne della scrittura cinematografica e teatrale e ospita altrettanti nomi di spessore dello spettacolo tv.

E’ un programma di racconto, che sembra volersi svolgere come una miniserie, almeno a leggerne le premesse. Al centro l’amicizia, il feeling, la storia di un’amicizia lunga oltre 30 anni, fatta di aneddoti e confessioni. Un incontro di ‘famiglia’ cui ospitano altri amici e tanti ospiti. Ai 4 Moschettieri si aggiungono nel cast fisso, infatti, Margherita Buy, già moglie di Rubini, e Max Tortora, che è un piacere rivedere in tv. La chicca, poi, è l’apertura di Paolo Conte, che inaugura ogni puntata con una sua reinterpretazione dei suoi successi, da Azzurro a Messico e Nuvole.

Maledetti amici miei, ospiti prima puntata

Ospiti della prima puntata Carlo Verdone e Giuliano Sangiorgi, autore della sigla finale con un brano inedito. Il programma non dimentica la passione per la musica di Rocco Papaleo, leader di una resident band d’eccezione formata da Roberto Dell’Era (basso chitarra e voce), Federico Poggipollini (chitarra e voce), Beppe Scardino (sax e flauto), Simona Norato (piano, chitarra e voce), Valeria Sturba (theremin, sinth e voce) e Sergio Carnevale (batteria e voce).

Il racconto si articola in monologhi, scherzi, nostalgie, aneddoti: uno schema ricco di ironia, di voglia di stare insieme, di grande esercizio di scrittura e improvvisazione che non è facile da portare in tv. Vedremo se e come ci riusciranno seguendo in diretta la prima puntata live su TvBlog.

Maledetti amici miei, come seguirlo in tv e in live streaming

Maledetti Amici Miei è un programma di Alessandro Haber, Rocco Papaleo, Sergio Rubini e Giovanni Veronesi, scritto con Sandro Veronesi, Luca Rea, Giuliano Rinaldi, Cristiano D’Alisera con la partecipazione di Margherita Buy e con Max Tortora. Una produzione Ballandi per Rai 2 con la regia di Cristiano D’Alisera, le scene di Flaminia Suri, la fotografia di Andrea Giusti, la direzione musicale di Rocco Papaleo. Va in onda ogni giovedì in prima serata su Rai 2, Rai 2 HD e su Eaiplay.

Maledetti amici miei, second screen

L’hashtag ufficiale è #MaledettiAmiciMiei.