Sesta puntata per Il Castello delle Cerimonie, che questa sera, venerdì 27 settembre 2019, celebra le nozze di Francesca Venosino e Audwin Wright, accompagnati dalle loro bellissime gemelle. Lei ha sangue italiano, francese e arabo nelle vene – come dimostrano i suoi tanti tatuaggi, indice anche di un immaginario piuttosto vario -, lui è un militare di stanza alla base Nato di Vicenza e hanno deciso di festeggiare la loro favola d’amore al Castello di Donna Imma e don Matteo. Questo matrimonio multietnico rispolvera i topoi delle prime stagioni: lo si nota soprattutto nel ritorno narrativo di Ferdinando e Davide, che rivediamo allestire le sale, commentare i fiori, aiutare gli sposi, insomma in quella funzione proppiana di ‘aiutanti’ che si era un po’ persa. Senza la scelta dell’abito e una casa da esplorare, senza parenti protagonisti – ma solo con una mamma della sposa a far da contrappunto – il racconto delle nozze sembra dilatarsi come un tempo. E così si può dare spazio al lungomare di Castellammare di Stabia e al fedele fotografo della Sonrisa, Vincenzo Schettino, alla serenata di Tony D’Auria, al commento del make-up artist “che sembra Picasso col pennello“ed evoca sguardi “BZ4” (e dopo quello di Maria Cacialli direi che si fa pressante uno spin-off sui ‘visagisti delle dive’). Al centro di tutto però ci sono gli sposi e al loro multietnico mix che conquista la Sonrisa.
Questa volta non ci si ‘butta il cibo in faccia’, ma si punta a un sobrio menu napoletano rigorosamente servito (“Il buffet lo lasciamo agli americani“). E se la lotta di Matteo questa volta non riguarda la pasta e fagioli alle 3 di notte prima del gateau mariage, ma l’inno americano all’ingresso degli sposi, lo spirito di questo matrimonio riguarda soprattutto alla compagnia di ospiti che arriva da mezzo mondo, dagli USA all’Albania, da Santo Domingo a Puglia e Calabria (AIV), riunita all’insegna di un grosso, grasso (ma poi neanche tanto) matrimonio napoletano. La parata con le bandierine italiane e americane (che mi riportano al trionfale ritorno da New York del Boss, Don Antonio Polese), l’inno, la marzialità dei militari, gli occhiali stelle e strisce di Davide e la secret wedding dance che gli sposi si regalano con la complicità dei propri amici danno a queste nozze e a questa puntata una leggerezza particolare, col sapore degli esordi. Ci mette del suo anche Don Sabatino, che inneggia al seno e al bel fisico della sposa travestito da cowboy: un pizzico too much per dirla à la Gozzi, eh.
Per il resto il programma non si smentisce: il ‘controcampo’ sulla prestanza fisica di Audwin mentre la sposa spiega di essere stata stregata dal suo sorriso è uno dei momenti più divertenti. Quando si dice il montaggio e gli effetti di senso. (Per una spiegazione di segno iconico, invece, si rimanda alla presenza dell’aquila alle spalle dello sposo nei confessionali…).
Dal canto suo, Donna Imma inaugura il filone degli auguri in lingua (oggi inglese, ma la vedremo presto anche alle prese con francese) e si gode un ballo da vera regina tra le braccia di un soldato americano, che ha sempre la sua ‘bella presenza’. “I soldati americani sono molto solidi, imponenti… Io ho ballato sempre e solo con il mio Matteo e non è la stessa cosa. E’ un po’ diverso! Audwin tiene peso, misura e qualità!“. E brava donna Imma. Matteo deve consolarsi con le trattative, nelle quali però mostra sempre più la sua vis comica.
Anche questa stagione, quindi, ha la sua puntata ‘internazionale’ che da un lato dà la misura del fenomeno ‘Castello’, dall’altra ricorda che il concetto di ‘festa di nozze’ non è relegato nel triangolo della Circumvesuviana,dando così un’ulteriore dimensione al racconto delle realtà che si incrociano sui tappeti bianchi della Sonrisa.
E aspettiamo le prossime…