Made in Italy “racconta gli anni ’70 attraverso la moda” e approda su Amazon prima di Canale 5
Disponibile su Amazon Prime Video le prime 8 puntate di Made in Italy novità (in tutti i sensi) di Taodue
Alla ricerca del made in Italy per le quote da rispettare all’interno del proprio catalogo, Amazon Prime Video si affida proprio a Made in Italy, una serie tv sviluppata da Taodue per Mediaset. Una serie storica sotto due diversi aspetti, come è stato sottolineato più volte durante la presentazione al Festival delle Serie Tv, sia perchè racconta uno spaccato della storia italiana, ma anche perchè fa la storia della tv con la prima collaborazione tra Mediaset e Amazon e con quella che di fatto diventa così la prima produzione originale italiana di Amazon Prime Video.
Cura e definizione nella ricostruzione del periodo e dei suoi personaggi, sono due elementi centrali di Made in Italy, non solo come raccontato da chi ci ha lavorato come i registi, Luca Lucini e Ago Panini, la produttrice e autrice Camilla Nesbitt di Taodue e il cast principale, Margherita Buy, Marco Bocci, Greta Ferro e Fiammetta Cicogna, presenti all’incontro del Festival, ma anche vedendo il primo episodio della serie. Made in Italy, con i suoi otto episodi è già disponibile all’interno del catalogo Amazon Prime Video, mentre arriverà in tv su Canale 5 probabilmente nel 2020.
“Le minigonne hanno cambiato questo paese tanto quanto le rivolte” spiega il personaggio di Margherita Buy, la giornalista Rita Pasini ispirata, come ha rivelato la stessa attrice, a Adriana Mulassano giornalista di moda che Buy ha incontrato per prepararsi al ruolo. E proprio questo è il punto focale di tutta la serie “Taodue parte sempre dalla cronaca nello sviluppo dei suoi progetti” ha spiegato Nesbitt produttrice ma anche ideatrice di Made in Italy “in questo caso siamo partiti dagli anni ’70, un periodo di svolta ricco di cambiamenti. La serie è proprio questo, il racconto degli anni ’70 attraverso la moda“.
Il giornale come finestra sul mondo
Il cambiamento dell’Italia degli anni ’70 è raccontato con gli occhi di Irene, interpretata dalla giovane e convincente Greta Ferro la cui recitazione naturale e poco impostata trasmette freschezza e modernità alla serie targata Taodue, rappresentando una delle svolte necessarie di un tipo di produzione di fiction nazionale. Irene è figlia di una famiglia del sud immigrata al nord. Il padre, interpretato da Ninni Bruschetta, vede con difficoltà il desiderio di studiare, la voglia d’indipendenza della figlia che sfida anche i professori, rinchiusi in un sistema nozionistico e poco inclini alle novità.
Quasi per caso Irene finisce nella redazione di Appeal, una rivista di moda che è ancora legata al passato mentre qualcuno, come Rita Pasini (Buy) guarda già al futuro e vorrebbe concedere più spazio alla moda italiana. La vita della redazione, la scoperta di un nuovo lavoro e di una nuova vita da parte di Irene sono gli ingredienti di una commedia romantica che racconta un decennio e la nascita di quel Made in Italy famoso in tutto il mondo.
Guest Star alla moda
Oltre a Margerita Buy e Greta Ferro, nel cast di Made in Italy troviamo Marco Bocci nei panni di John un fotografo che parla inglese “più per abitudine a lavorare all’estero che per fingersi straniero” come ha spiegato l’attore e Fiammetta Cicogna nei panni di Monica collega di Irene che diventerà sua amica e la abituerà ad adattarsi a questo nuovo mondo “mostrando quella solidarietà tra donne che c’era anche sul set in sei mesi di lavoro intensi ma bellissimi“.
C’è poi un nutrito cast di guest star nei panni dei volti che hanno fatto grande la moda italiana come Raoul Bova che è Giorgio Armani, Stefania Rocca è Krizia la cui sfilata fondamentale per la moda italiana di quegli anni ma anche per la storia di Irene, è stata ricreate all’interno degli spazi della Triennale di Milano, Claudia Pandolfi è Rosita Missoni, Enrico Lo Verso è Ottavio Missoni, Gaetano Bruno è Walter Albini, Stefano Fregni è Alfio Fiorucci, Silvio Cavallo è Gianfranco Ferrè.
Il Made in Italy di una nuova serialità
“Girare un film ambientato in Italia negli anni ’70 non è stato facile, perchè molti spettatori ricordano quel periodo, quei vestiti, quelle ambientazioni” hanno raccontato i registi Ago Panini e Luca Lucini “ma siamo soddisfatti soprattutto per la ricostruzione di piazza Duomo che è nella terza puntata, molto fedele a come la ricordavamo“. Camilla Nesbitt ha poi spiegato come la serie è dedicata a Franca Sozzani con cui ha conosciuto il mondo della moda a tutto tondo, con quell’idea che arte, moda e fotografia siano collegate e inscindibili, “volevo ridare alla moda quella posizione che merita nel nostro paese“.
Made in Italy porta la serialità italiana in una period comedy sorprendentemente riuscita, che, al netto di qualche abitudine del nostro paese un po’ troppo didascalica ed eccessivamente descrittiva, funziona nella sua ricostruzione e nel suo ritmo. La serie rappresenta sicuramente qualcosa di nuovo, un prodotto che non stona all’interno della piattaforma di streaming di Amazon Prime Video e che sicuramente rappresenterà una ventata di freschezza per la produzione di fiction di Mediaset, basti solo segnalare che nel primo episodio c’è un dialogo interamente in inglese.
Innovare grazie a ritmo e dialoghi più naturali e meno impostati, ma nel solco di una tradizione che porta volti familiari della fiction e del cinema italiano come Bocci e Buy, ma affidando il ruolo da protagonista a una sconosciuta capace di portare freschezza e spontaneità. Un’operazione riuscita seppur in un genere che deve necessariamente piacere e a un tema che deve interessare e non per forza deve essere “per tutti”.