Tanti auguri, Friends (che è più vivo che mai)!
Il 22 settembre di 25 anni fa la Nbc mandò in onda la prima puntata di Friends, una sit-com che, grazie anche al rilancio sulle piattaforme di streaming, non sembra risentire del tempo che passa
Da quanti anni è formata un’era televisiva? Sicuramente da meno di 25 anni: Friends, quindi, ne ha vissute decisamente più di una. Da quel 22 settembre 1994 (messa in onda del pilot) sembra che siano passate secoli: basta prendere il telecomando per rendersene conto. Meglio: basta accendere un computer o un tablet. Ma allora, se i tempi sono così cambiati, perché Friends è restato Friends e non “una serie di qualche tempo fa”?
Una domanda la cui risposta, in fin dei conti, non è neanche troppo difficile: basta che ognuno pensi al motivo per cui si era ritrovato a seguire senza perdersi una puntata (guai!) dei sei amici di New York. E non ci stiamo riferendo solo a quei telespettatori della prima linea, che iniziarono a seguire Friends in Italia quando andava ancora in onda come tappabuchi estivo alle 20:00 su Raitre -solo dopo avvenne il passaggio all’access prime time di Raidue, e solo dopo ancora alla prima serata-. Ci riferiamo a tutte quelle persone che in questi 25 anni Friends lo hanno rivisto, recuperato, scaricato o inserito nell’elenco delle serie da vedere su Netflix.
Se siamo qui, oggi, a fare gli auguri a Friends ed ai suoi protagonisti è perché questi hanno avuto la capacità di entrare nelle case di milioni di telespettatori nel mondo raccontando la cosa più naturale che ci sia per l’essere umano, ovvero lo spirito di condivisione in gruppo. Lo dice il titolo stesso: Friends -prima ancora delle inevitabili trame amorose- ha portato in tv un ideale di amicizia che si avvicina molto al concetto di famiglia ma di cui non ha le costrizioni parentali.
Esistono due famiglie, si dice: quella in cui sei nato e quella che ti scegli, formata dai tuoi amici. Nel 1994, negli Stati Uniti, erano passati due anni dalla fine de I Robinson, che per anni aveva monopolizzato l’attenzione sul sit-com di genere familiare. Friends costruisce una nuova famiglia, fondata sugli amici, sposta l’attenzione sulla libertà concessa dall’avere tra i venti ed i trent’anni e gode della fortuna di essere nato e vissuto per gran parte negli anni Novanta, la culla di tanti show che hanno fatto respirare aria nuova in televisione. Certo, alla sua nascita c’era già Seinfeld che era già un colosso, ma Friends ha sempre avuto dalla sua un altro punto forte.
Friends è semplice e senza tempo. Con semplice non intendiamo banale, sia chiaro: la semplicità delle sceneggiature rispecchia la brillantezza con cui i dialoghi riuscivano a far ridere senza doversi arrampicare su citazioni alte o prendere di mira i personaggi del tempo. Se Friends doveva per forza a fare riferimento alla Storia, essa diventata solo quella dei suoi protagonisti: la loro vista passata, le loro ex relazioni o le loro manie e fobie. Un microcosmo dentro cui poter sguazzare per anni senza dover tirare in ballo Governi e Presidenti.
Da qui, la seconda grande qualità di Friends, che lo ha proiettato nell’olimpo delle opere immortali: era attuale, è attuale, e sarà sempre attuale. Al netto delle mode che passano e degli abbigliamenti ed acconciature che oggi possono sembrare inusuali, ovviamente, il cuore di Friends continua a battere perché non ha mai ceduto alla tentazione di raccontare un tempo specifico (d’altra parte, questa idea non era proprio alla base del concetto della serie) quanto, piuttosto, di trasformare la quotidianità in spettacolo da prime time. Filtrare episodi sul posto di lavoro, momenti che nascono nel tempo libero, battute che arrivano davanti ad un caffè in un bar affollato: una condivisione di ciò che è normale con la lente della comicità. Difficile trovare qualcosa di più potente in tv.
Friends si è concluso nel 2004, ma è ancora vivo: lo è grazie ai social network –la sua pagina Facebook conta più di 20 milioni di like!-, lo è grazie alle papere condivise su Youtube che di fatto creano una sit-com nella sit-com, lo è grazie anche allo streaming che ne permette la visione anche a chi, tra il 1994 ed il 2004, non era ancora neanche nei pensieri dei suoi genitori.
Restiamo con il dubbio sul numero di anni che formano un’era televisiva. Ma nel sederci su un buon divano, con una tazza di caffè americano e pronti a scambiare quattro parole con i nostri amici ci rendiamo conto che poco importa: certi Friends dureranno per sempre.