Alla ricerca del gusto perduto, un Rubio in versione ‘Meraviglie’ per palati fini e stomaci forti
Rubio, alla ricerca del gusto perduto per Nove, con Nove e su Nove: storie di mondi e persone che si incontrano nel cibo.
Chef Rubio aveva annunciato un linguaggio diverso in questo nuovo programma, qualcosa che non si era ancora visto in tv. Per alcuni versi è vero e lo si vede nel taglio cinematografico, più che strettamente documentaristico, scelto per questo viaggio di formazione rivolto più al pubblico a casa che a se stessi. Per altri versi, però, ritroviamo lo stile di Gabriele Rubini, lo stesso che abbiamo gustato in tv finora. Un gusto qui sicuramente ancor più diretto, che riduce all’osso ‘l’escamotage’ televisivo per non distrarre il telespettatore dalla sostanza, ovvero l’accurata ricostruzione di un mondo che ‘siamo stati’ e abbiamo dimenticato.
Più che il linguaggio, dunque, direi che spiccano le motivazioni di questo racconto. Motivazioni che traspaiono nella voglia di andare oltre quello che la tv ‘vorrebbe lecito’, come la zuppa di sangue di maiale o la pesca nella foresta a base di girini crudi: una scelta decisa, che ha tutta la legittimità del taglio che Rubio ha voluto dare a questo viaggio alla ricerca del (suo) gusto perduto per la tv, o meglio alla riscoperta di quello che davvero vuole portare in tv. E’ come se il percorso iniziato con i baffetti all’insù tra i fritti di Napoli fosse destinato ad arrivare qui, tra i grilli fritti nelle risaie thailandesi.
Nessuna ipocrisia, nessuna avvertenza per benpensanti: Rubio ha messo in guardia subito i potenziali telespettatori, per cui si se si decide di seguirlo non ci si deve lamentare. Il patto è senza piangere.
L‘inizio particolarmente cinematografico non è proprio una novità nello stile Rubio: se già in Unti e Bisunti si era inaugurato un principio di serialità, lo speciale natalizio Unto e Bisunto lo aveva visto concretamente protagonista di un film. Il prologo narrativo è poi rimasto un topos anche in Camionisti e in È uno sporco lavoro (programma che si sente respirare forte in questo format). In questo caso il prologo è la perfetta dichiarazione di intenti di Rubio rispetto al progetto, al suo modo di vivere la tv, alla sua voglia di superare il filtro dello schermo per portare al pubblico esattamente il suo modo di vedere le cose, senza mediazioni (per quanto possibile). E torniamo così alla voglia di superare le ipocrisie. Rubio si è stancato di essere un personaggio da tv, vuole liberarsi dai legacci e raccontare “cibo, persone, mondo, paesaggi e proviamo a riportare tutto qua dentro (lo schermo, ndr), come solo noi sappiamo fa’“. Ad accompagnarlo solo la telecamera, resa qui personaggio, a oggettivizzare il punto di vista portandolo nel racconto: non è implicito, è volutamente esplicito. Una scelta davvero adatta al messaggio. E ne diventa la presigla, per ribadire ogni volta la filosofia del progetto.
Tutto sembra semplicissimo, spontaneo, diretto, naturale: per dare questa impressione c’è un’attenta preparazione, studiata nel dettaglio. Anche questo un aspetto molto cinematografico. E non è un caso che abbia ricevuto il sostegno del Mibac – Divisione Cinema: penso sia il primo programma tv a vantarlo, a occhio. E stupisce che a fronte di tanta attenzione nella struttura, nella selezione, nel bilanciamento degli ingredienti (società, ambiente, mezzi, stili di vita, lavoro, prodotti essenziali, ingredienti, preparazioni, assaggi, incontri, cultura, tradizioni etc) Nove abbia deciso di smembrare il racconto e trasmettere una puntata e mezza a sera. Una follia.
Nel titolo di questo post ho fatto riferimento a Meraviglie di Alberto Angela e so che il parallelo non piacerà. Di Meraviglie, questo programma potrebbe essere il negativo fotografico, per tanti motivi. Quel che me li fa accomunare è la cura nella confezione, in special modo alla fotografia, e la capacità di catturare la telecamera, catalizzare l’attenzione, bucare lo schermo, portare a casa quel mondo che Rubio riesce a far vedere con i suoi occhi. Il tutto con meno della metà di un centesimo dei mezzi a disposizione altrove. Ma Rubio in fondo va in giro per il mondo, il suo, quello che sente visceralmente, che gli smuove il ‘quinto/quarto’, che è lontano dal patinato e si assapora appieno su focolai da campo o in cucine che somigliano più ai ripostigli di case abbandonate che a spazi adatti alla preparazione dei cibi. Va in giro come un Ulisse, con tutto il piacere della scoperta delle grandi meraviglie del mondo. La sua è la ricerca di un’altra bellezza, quella tutta umana che ormai stiamo calpestando. I luoghi estremi non sono scelti per piacere dell’esotico, ma perché permettono di ricordarci cosa sia la fatica, perché ci riportano a un’etica del cibo, perché rammenta a chi in Occidente dà per scontato ingredienti base come il riso e il sale quanto lavoro richiedano e senza ricevere neanche un grazie.
Un viaggio soprattutto nel tempo per ricordarci come eravamo solo qualche generazione fa: condivisione, rispetto, fatica, sopravvivenza, essenzialità, sorrisi sono gli ingredienti di questo viaggio in un mondo che forse guardiamo troppo spesso dall’alto in basso e che invece ha tanto da insegnarci.
E domani si continua. Rubio, non smettere mai di sorridere.
Rubio, alla ricerca del gusto perduto: diretta prima puntata
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21.18
Ci siamo Chef Rubio….
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21.30
Barba lunga, casa disordinata, 5 mesi senza sue notizie: parla con la telecamere. “Mi sono rotto il cazzo di tutti, non voglio più vedere nessuno…Volemo ricomincia’? Ma a modo mio! E allora andiamo lontano: cibo, persone, mondo, paesaggi e proviamo a riportare tutto qua dentro, come seolo noi sappiamo fa’”.
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21.33
“Mi conoscete bisunto, in trattoria e che mangio con le mani. Il messaggio che volevo fa’ passa’? Annato. C’è bisogno di recuperare il tempo e pure il gusto”
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21.34
“Siete ancora in tempo a cambiare canale, eh?”
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23.07
“Pochi ingredienti, tanto amore. L’espressione del gusto è nel semplice”: la ricetta di Rubio.
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23.09
La seconda puntata va in onda già domani sera. Si continua allora. E per adesso rimandiamo la recensione. Ne approfittiamo per far decantare quanto visto.
Rubio, alla ricerca del gusto perduto: anticipazioni prima puntata
Chef Rubio lascia, per ora, truck e camionisti, ma riprende il suo (continuo) viaggio spingendosi fino all’Estremo Oriente ‘alla ricerca del gusto perduto‘: questo il titolo scelto per il suo nuovo programma, in onda da questa sera – domenica 15 settembre – dalle 21.25 su Nove (DTT, 9).
Un percorso tra Thailandia, Cina e Vietnam in sette puntate (televisive) da 90′, che vedono Rubio tra megalopoli urbane e centri rurali alla ricerca dell’ autentica cultura gastronomica locale. La formula è quella cara a Rubio: si guarda alle persone prendendo spunto dai cibi, dalle loro preparazioni e dai loro ingredienti, che restano dei trattati socio-economici di territori e culture. Il cibo è il mezzo per entrare in contatto, per conoscere, per scambiarsi esperienze e vivere nei panni altrui per un giorno: e Gabriele Rubini cerca di trasferirci esperienze – e soprattutto prospettive – grazie ai suoi giri, sempre più documentaristici. Un approccio immersivo, ma anche un nuovo linguaggio tv, come ha anticipato Rubio ai nostri microfoni.
Rubio, alla ricerca del gusto perduto: anticipazioni
In Thailandia si attraversa il mercato galleggiante di Damnoen Saduak a 100 km da Bangkok, assaggiando il Pad thai, il piatto tradizionale thailandese a base di uovo, gamberi, spezie tritate, servito su fiore di banano, e il jack-fruit, il frutto da albero più grande al mondo. Girando tra i mercati, si arriva al mercato di Or Tor Kor, che serve anche la famiglia reale, si assaggia il Kung mae nam, si visita la Chinatown di Bangkok e si arriva a Koh Kret, l’“isola dei fiori”, dove fiori vengono fritti per strada.
In Cina si assaggia la millenaria cultura di Canton e del Sichuan, tra piantagioni di thè ed erbe medicinali, risaie e lavorazione del tofu, mentre in Vietnam ci si immerge nei fishing village, nel delta del Mekong e nello street food di Ho Chi Minh City.
Rubio, alla ricerca del gusto perduto: come seguirlo in tv e in live streaming
Il programma si compone di sette episodi da 90′ (ciascuno dei quali in realtà compatta più puntate, pensate per essere più brevi) ed è prodotto da DryMedia per Discovery Italia. Va in onda ogni domenica, dal 15 settembre, sul Nove (canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9). I primi 4 episodi della serie sono stati pubblicati in anteprima su Dplay Plus, ma tutta la serie sarà poi disponibile dopo la messa in onda sul sito www.it.dplay.com.
Rubio, alla ricerca del gusto perduto: second screen
A fronte di un titolo così lungo, l’hashtag è #RGP.