Boez – Andiamo via: la conferenza stampa del 26 agosto 2019
La conferenza stampa di Boez – Andiamo via.
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Inizio conferenza. Eleonora Andreatta: “Questo progetto rispecchia quello che è il senso profondo del nostro lavoro. Rai Fiction costruisce racconti che hanno l’attualità come punto di riferimento. Questa storia elimina le intermediazioni per andare direttamente alla materia viva di un racconto documentato. Questa forma di narrazione è vicina allo spirito di Rai 3. La rete pone l’accento della propria linea editoriale al racconto della realtà. In questa storia, si rispecchia il senso etico del servizio pubblico, in un rapporto speciale con le istituzioni, in questo caso, con il Ministero della Giustizia. In questo caso, la tv si mescola alla vita con una modalità opposta a quella del reality, senza spettacolarizzare la vita ma con grande pudore, entrando in punta di piedi alla storia che si sta svolgendo. Il titolo Boez trae ispirazione da un writer attraverso il quale è stata raccontata la storia di riscatto di questi 6 giovani. Ringrazio Donatella Palermo e Paola Pannicelli, dipendente di Rai Fiction che ha lavorato come autrice in questo caso”.
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12:14
Donatella Palermo: “Nella mia esperienza di produttrice, le cose che ho amato di più fare sono le cose che rappresentano la vita. Mi piace condividere con tutti quanti il fatto che la vita può sempre migliorare. Sia per noi che lo facciamo, sia per i ragazzi che i telespettatori che guardano”.
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12::16
Paola Pannicelli: “In questo lavoro, emerge la storia dei sei protagonisti e la storia di chi ha condotto il progetto. Tutto nasce da un documentario che avevo visto dove si raccontava un’esperienza simile in Belgio. Con questo progetto, sono tornata ai documentari e ai reportage e ho trovato la grande generosità del servizio pubblico e la generosità di Tinni. Il dolore nell’adolescenza è una cosa gravissima per tutti: quando ho proposto questo lavoro, sono stati tutti molto solidali. C’è sempre stata una grande coesione. In questo progetto, ho potuto avere l’ausilio di persone che lavorano con questo disagio”.
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12:18
Roberta Cortella: “E’ stata una sfida, non sapevo a cosa stessi andando incontro. Sono trascorsi anni di attesa prima che partisse il progetto. Spero che chi veda questo progetto, possa trasformarsi come si sono trasformati coloro che hanno preso parte al progetto. E’ una trasformazione, anche fisica. Ogni giorno, questi ragazzi raggiungono un traguardo e tanti traguardi messi in fila compongono un grande traguardo finale. Non pretendiamo di cambiare la vita di questi ragazzi ma abbiamo piantato sicuramente un “semino” di un cambiamento”.
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12:20
Marco Leopardi: “Noi veniamo dal documentario narrativo, quindi l’approccio è stato quello di raccontare la realtà per quella che è. Abbiamo avuto a disposizione una troupe disposta al sacrificio, non è stato semplice da trovare. Abbiamo trovato persone che hanno deciso di condividere il progetto e la fatica con questi ragazzi. Abbiamo cercato di dedicare molto attenzione alla fotografia. Questo viaggio non meritava una fotografia sciatta. Ciò ha significato impegnarsi al massimo”. Cortella: “Momenti di difficoltà? Ce ne sono stati tanti. Momenti di stanchezza ma momenti anche di crisi esistenziale. Ma il gruppo ha funzionato. E abbiamo anche trovato una splendida Italia che ospita. Lo stupore nostro ma soprattutto loro”.
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12:25
Ilaria D’Appollonio, educatrice: “Questa esperienza, a me, ha dato tantissimo. E’ stata un’esperienza trasformativa per tutti. Porto con me, la soddisfazione personale di aver raggiunto, anch’io, degli obiettivi. Non c’erano più i ruoli, non c’erano i detenuti e gli educatori. Abbiamo affrontato le situazioni con il lavoro e sempre in gruppo. Per i ragazzi, è stato un punto di partenza importante e ce lo stanno anche dimostrando”.
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12:30
Marco Saverio Loperfido, guida escursionistica: “Sono partito come guida escursionistica e sono diventato qualcosa in più per loro. Il cammino riesce a tirare fuori qualcosa di diverso nell’uomo. All’inizio, ero quello che semplicemente dava le indicazioni: successivamente, abbiamo cominciato a parlare tantissimo e sono diventato qualcosa di più, sono sceso di livello e mi sono confrontato con loro. E’ stato un viaggio spirituale e anche esistenziale”.
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12:35
Parlano i ragazzi. Maria Cristea: “E’ stata un’esperienza bella, non ci ha cambiato la vita ma ci ha dato una spinta per poter andare sempre più avanti”. Francesco Dinoi: “Dopo le prime difficoltà, siamo diventati un gruppo di amici. Ci siamo aiutati l’uno con l’altro. Non ci interessavano più le telecamere, la cosa più importante era raggiungere l’obiettivo della giornata. Anche oggi, mi alzo con un obiettivo: organizzare la mia giornata per vivere meglio. Abbiamo avuto una spinta, abbiamo capito meglio il mondo dei liberi. Le difficoltà sono state tante, ci sono stati momenti di frustrazione”. Alessandro Paglialonga: “E’ stata un’esperienza fantastica sotto ogni punto di vista. Noi prima ci alzavamo con l’obiettivo di delinquere. Ora, invece, abbiamo fatto un vero sforzo con noi stessi e abbiamo imparato molte cose. Siamo diventati una famiglia: all’inizio, eravamo molto diffidenti. Poi, abbiamo scoperto un mondo nuovo, abbiamo incontrato persone stupende. Il mondo non è solo paura, odio, rabbia e rancore ma esiste qualcosa di più che vale la pena conoscere. La libertà, ora, per me non ha prezzo: è la cosa più bella. Lo capisci solo quanto ti viene a mancare. Ringrazio tutti quelli che mi hanno aiutato in questo percorso”.
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12:40
Kekko Tafuno: “Questo percorso mi ha arricchito sia geograficamente, “storicamente” e anche umanamente. Tante cose che ho detto, neanche i miei genitori lo sapevano. Alla fine, la Statua della Libertà, me la sono tatuata! Va bene così, grazie a tutti!”. Matteo Santoro: “All’inizio, non pensavo molto al gruppo. Poi, dopo 50 giorni, ho cominciato a ridere e a scherzare anch’io! E’ stata dura ma è stata una grandissima esperienza”.
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12:45
Roberta Cortella: “Per la scelta dei ragazzi, ci siamo rivolti al Ministero della Giustizia. Abbiamo cercato in giro per l’Italia, persone molto motivate. All’inizio, andavano tutti bene. Abbiamo fatto anche una selezione televisiva. Volevamo selezionare soprattutto ragazzi giovani, massimo 26-27 anni. Poi, l’età è passata in secondo piano. Ci siamo lasciati conquistare dalle loro storie. Ne abbiamo visti una trentina prima di scegliere”. Paola Pannicelli: “Non c’è stata una scelta da casting vero e proprio, anche per motivi legati alla legge”.
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12:46
Fine conferenza.
Oggi, lunedì 26 agosto 2019, a partire dalle ore 12, si terrà la conferenza stampa di presentazione di Boez – Andiamo via, una docu-serie in 10 puntate che andrà in onda su Rai 3.
Boez – Andiamo via: la docu-serie
Boez – Andiamo via è una docu-serie in 10 puntate, dalla durata di 30 minuti ciascuna, che andranno in onda su Rai 3, dal 2 al 13 settembre 2019, a partire dalle ore 20:20, in prima visione.
La docu-serie è una co-produzione Rai Fiction – Stemal Entertainment, con la collaborazione del Ministero della Giustizia e del Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, scritta da Paola Pannicelli e Roberta Cortella e diretta da Roberta Cortella e Marco Leopardi, con Omar Ben Aoun, Maria Cristea, Francesco Dinoi, Alessandro Paglialonga, Matteo Santoro, Francesco Tafuno, Ilaria D’Appollonio e Marco Saverio Loperfido.
La docu-serie racconta il viaggio a piedi di 6 ragazzi, condannati per aver infranto la legge e in regime di detenzione, interna ed esterna.
Boez – Andiamo via documenta un viaggio/pellegrinaggio di oltre 900 km, da Roma a Santa Maria di Leuca, che sperimenta il cammino come dispositivo di recupero. Si tratta di una pena alternativa già praticata in altri paesi europei e che abbatte le percentuali di recidiva.
Boez – Andiamo via: la conferenza stampa
TvBlog, magazine di Blogo, seguirà in tempo reale la conferenza stampa di presentazione di Boez – Andiamo via, a partire dalle ore 12.
Durante la conferenza stampa, interverranno Eleonora Andreatta, direttrice Rai Fiction, Donatella Palermo, produttrice Stemal, e le autrici, i registi e i protagonisti della docu-serie.