Vivi e lascia vivere, Elena Sofia Ricci: “Con Corsicato sono una mamma molto diversa dai Cesaroni”
Elena Sofia Ricci parla del suo ultimo ruolo tv nella serie di Pappi Corsicato, Vivi e lascia vivere, prossimamente su Rai 1.
Un family drama con la firma di Pappi Corsicato e un ruolo da mamma diverso da quelli finora portati in tv: Elena Sofia Ricci a Giffoni 2019 dà qualche indicazione sulla sua Laura, personaggio che interpreta in Vivi e lascia vivere, prima serie tv per il regista napoletano che ha ambientato proprio nella sua città natale le vicende della famiglia Ruggero, composta da una mamma scostante e dalle suoi tre figli, la primogenita Giada di 23 anni e i gemelli diciassettenni Nina e Giovanni.
“Laura è una mamma ruvida, pragmatica, senza smancerie, non proprio una campionessa dell’affettività, che deve piuttosto darsi da fare, che vive i tempi di oggi. Un personaggio molto diverso dalle mamme che ho fatto finora, dai Cesaroni alla stessa Suor Angela, che ha una componente fortemente materna. E così ho fatto una donna ancora diversa da quelle interpretate finora”
dice l’attrice, sintetizzando così la protagonista della serie girata per tutto giugno a Napoli.
“Sarà una serie piena di segreti, piena di suspence, con un po’ di giallo, un po’ di family. Il mio personaggio custodisce un segreto piuttosto importante che quando sarà scoperto farà deflagrare la famiglia e metterà tutti in crisi. Ma ogni crisi è un’opportunità per ripartire”
aggiunge la Ricci che non esita, inoltre, a definire “quella con Pappi è stata un’esperienza folle. Siamo quasi morti per farla e siamo agli sgoccioli” dice l’attrice con un entusiasmo misto a stanchezza dopo la lavorazione del nuovo progetto targato BiBi Film per Rai Fiction. L’ultimo David di Donatello come Migliore attrice protagonista lo ha conquistato con Loro di Paolo Sorrentino, confermando la sua trasversalità tra cinema di qualità e gli ormai tanti volti della serialità tv.
“Io sono stata tra le prime a fare la televisione pop e fui messa immediatamente in castigo dal cinema. Ora tutti fanno serie perché vanno più del cinema. Io me ne sono sempre abbastanza fregata di questa cosa. Volevo fare questo lavoro, farlo con passione e raccontare quante più donne possibile, diventare altro da me.”
All’orizzonte nessuna regia cinematografica (“Non sono all’altezza, non mi sento adeguata a farlo, ci sono colleghe e registe bravissime come Valeria Golino o Alba Rohrwacher“), ma come autrice ha un progetto su cui lavora da 13 anni:
“La storia ce l’ho. Ho un soggetto da autrice che spero di poter scrivere e interpretare, ma che da 13 anni a questa parte ha trovato solo porte chiuse. In teatro mi viene più naturale dirigere, mescolando, come piace a me, più generi e più linguaggi”.
E “quando nessuno mi offre il modo di cambiare personaggio” si rifugia in teatro dove riprenderà Vetri Rotti di Arthur Miller:
“E’ un autore straordinariamente contemporaneo che racconta della Brooklyn degli anni ’30 in cui si riverberano gli echi della Notte dei Cristalli. C’è una battuta che dimostra tutta la forza di parlare ai giorni nostri: è della sorella della protagonista Sylvia Gellburg, rimasta paralizzata dopo aver sentito gli orrori della persecuzione nazista agli ebrei, che si domanda ‘Ma perché si preoccupa tanto Silvia? E’ lontano! C’è un Oceano di mezzo. Ecco c’è sempre un mare di mezzo tra noi e l’orrore che capita da qualche altra parte”.