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Che storia è la musica: le note di Ezio Bosso superiori a ogni saggezza

Il racconto e la recensione della serata-evento di Rai 3

pubblicato 9 Giugno 2019 aggiornato 9 Novembre 2020 14:51

Che storia è la musica? Che storia è la musica! Proprio come una nota fa la differenza su uno spartito, anche un segno di interpunzione riesce a cambiare l’intonazione e il senso di una frase. Ad invertire la rotta, a fornire risposte più che a farsi domande, ci ha pensato Ezio Bosso nello speciale dedicato all’arte, al talento e alla vita di Ludwig van Beethoven, andato in onda su Rai3 domenica 9 giugno 2019. Tre ore di musica, svestita dagli orpelli dei talent e dei festival estivi, ma che vuole togliersi di dosso anche l’etichetta di “alta” per arrivare all’intera platea televisiva.

La strategia adottata dal servizio pubblico per proporre Beethoven in prima serata è tra le più consolidate del piccolo schermo: la divulgazione. Ezio Bosso, dichiaratamente poco avvezzo alle telecamere, veste in realtà con disinvoltura i panni dell’esploratore Piero Angela. Proprio come il giornalista – pianista come il nuovo collega, ironia della sorte – in La Macchina Meravigliosa si faceva piccolo piccolo per entrare nel corpo umano e conoscere col proprio naso le logiche che governano la vita, Ezio Bosso si infila tra le pagine scritte da Beethoven per ricostruire la carriera del compositore tedesco non in modo sistematico, ma alla luce della storia universale e in funzione delle sinfonie eseguite dall’orchestra. E lo fa con una convinzione e una partecipazione tale, che è difficile non pensare che il maestro ritrovi sé stesso e le sue battaglie nelle consapevolezze dell’autore della Sonata al chiaro di luna.

Angela, Beethoven, ma anche Fiorello: il direttore di orchestra, spalle al palco, ha manifestato infatti grandi doti da intrattenitore, riuscendo ad alternare registri comici a drammatici senza mai scadere nella battuta artificiosa. Una scioltezza difficile da rintracciare anche nello stile di conduttori navigati, forse acquisita con la conduzione di ben altre sinfonie, di certo sostenuta anche dalla presenza di numerosi ospiti che lo hanno spalleggiato sul palcoscenico. Oltre ai racconti dei melomani celebri, anche l’orchestra ha aiutato il conduttore ad entrare in empatia col pubblico: voce silenziosa, i singoli strumenti che rispondono solo in musica hanno rappresentato i perfetti deuteragonisti negli intermezzi tra i movimenti, chiamati ad uno ad uno per nome come i membri di una pop band. Violini, trombe e contrabbassi tanto umani, che ridono e esistono non solo in armonia con gli altri, ma anche in quanto identità; finiscono per diventare loro i veri ospiti di eccezione più che gli inviati famosi, rilegati quasi sempre nella penombra dei palchetti. Il parterre de rois, utile per l’elemento talk ormai inevitabile per la prima serata, si illumina solo quando è Bosso ad interpellare gli ospiti, che davanti a Euterpe si mettono a nudo. Andrea Lo Cicero, Luca Bizzarri, Enrico Mentana, Gino Strada e gli altri aprono con una chiave di violino i confronti fra le proprie attività e l’arte: lo sport, la comicità, la politica attiva e raccontata, connesse a filo doppio con la musica.

E se arditi possono sembrare i paragoni fra il rugby e la Settima di Beethoven, meno lo sono i riferimenti filosofici che vengono dispensati da Bosso: dalle massime di Goethe agli accenni non dichiarati ai saggi di Benjamin sulla riproducibilità tecnica dell’opera d’arte, la cultura viene servita tra una battuta arguta e una citazione carica di sentimentalismo, sempre in un’ottica divulgativa.

Che storia è la musica, senza punti esclamativi o interrogativi, diventerà una serie antologica dedicata ai grandi geni della musica? Habent sua fata libelli, purché libelli rimangano: il formato della serata-fiume, che copre access, prima e seconda serata, dovrà essere inevitabilmente limato per ottenere la massima resa ed imporsi come rubrica speciale con le storie della musica e prezioso materiale d’archivio.

  • 20.30

    Anteprima. Ezio Bosso dirige la Europa Filarmonica e la violinista Anna Tifu in una composizione originale ed inedita: In her Name, The Sea Rain.

  • 20.35

    La promessa che chiude l’anteprima: un Beethoven come non lo abbiamo mai visto e sentito prima. Aspettative altissime, che a giudicare dal brano d’esordio hanno motivo di essere. Impressiona l’assenza di applausi.

  • 20.40

    “Una storia a quattro dimensione: una storia della musica, nelle musiche, per la musica e con la musica. La musica ha una storia che non ha età e non ha tempo, perché è il tempo. Neanche l’ergastolo”. Ezio Bosso mette in tranquillità il pubblico che teme di non capire il protagonista della serata, Beethoven, che parlerà con semplicità tra le note degli strumenti. Divulgazione musicale.

  • 20.45

    Bosso dialoga con la propria orchestra, che siede in platea e sostituisce di fatto l’insieme dei telespettatori a casa, nonostante nei palchetti e sul palcoscenico vi sia un pubblico reale. Un interlocutore di eccezione, con cui il Maestro si concede di scherzare.

  • 20.50

    Fa il suo ingresso nel teatro Beethoven. La Sinfonia n. 5, tra gli spartiti più noti del compositore tedesco, risuona per tutta la sala.

  • 21.00

    “Momento Quark”, mezz’ora e viene evocato lo spirito di Piero Angela, come giusto che sia in un programma di divulgazione del servizio pubblico. Ezio Bosso spiega che l’immagine del volto che vediamo di Beethoven proviene dalla sua maschera funebre: ecco perché sembra sempre arrabbiato. Altri aneddoti, tutti spiegati con gli occhi rivolti a Enrico Mentana, che siede tra i palchi: “Beethoven era un blastatore, direttore!”

  • 21.05

    Mentana evoca la forza del compositore, che “sopravviverà a mille delle nostre epoche, dei nostri politici, e lui era solo e anche un po’ sordo”. Il direttore del tg di La7 afferma che solo la musica e le montagne lo fanno sentire concretamente piccolo di fronte all’immensità.

  • 21.15

    “La musica entra dalla pancia, passa per il cuore e fa muovere la testa”, un aforisma dietro l’altro per l’arte, che lascia spazio anche a qualche freddura. “Siamo al Busseto, un bosco di bossi, che sono piante. E io sono Bosso”. Poi si discute dei parallelismi tra Giuseppe “Peppino” Verdi e Beethoven, prima dell’esecuzione di un’aria della Traviata, il preludio all’atto primo.

  • 21.30

    Altri ospiti: Nicoletta Mantovani e Alfonso Signorini, melomani che si confessano rispondendo alla domanda “che storia è la musica per te?”. Signorini si è avvicinato con Verdi: “La musica non è un linguaggio che ci appartiene: non è possibile che arrivi a tutti, indipendentemente dalle conquiste intellettuali di ognuno”. La vedova Pavarotti dichiara che fu proprio il marito ad avvicinarla alla musica, “un momento tutto per sé”.

  • 21.35

    Terzo movimento della Quinta di Beethoven, la prima in cui il contrabbasso diventa dominante. Durante la prima esecuzione, che fu un fiasco, il compositore ne volle ben sette nell’orchestra: “Voleva che si sentissero”, dice Bosso.

  • 21.40

    Luca Bizzarri indaga con Ezio Bosso “il suono del sorriso” e le dinamiche parallele fra comicità e musica, entrambe invise al potere, agitatrici di pance e braccia confortevoli in cui perdersi. L’ex-Iena sale poi sul palco per ascoltare le note del Maestro sul Quarto movimento della Quinta di Beethoven.

  • 22.00

    “La vita è una musica meravigliosa, la musica è una vita meravigliosa. Se tornate dopo, continiuamo a raccontarvela”. Pubblicità alla fine della Quinta, preceduta da un caldo applauso del pubblico in sala.

  • 22.05

    Si rientra dallo stacco pubblicitario con le vibrazioni del Quartetto in La minore n. 15.

  • 22.15

    Viene introdotta la Settima sinfonia, un’aria pacifista, in compagnia di Alessandra e Roby Facchinetti, che sottolinea l’operazione culturale che Bosso sta compiendo con questo evento. “Lunga vita a te, stai spiegando la musica”. L’aggancio alla musica “alta” è Parsifal, album prog dei Pooh che prende il nome dal protagonista del dramma di Wagner.

  • 22.25

    Bosso sperimenta, scompone e ricompone, si concede qualche licenza per far capire al pubblico attraverso l’esperienza uditiva ciò che rende speciale una sinfonia. Quella eseguita è ora la Settima di Beethoven, diretta dalle sue sapienti mani.

  • 22.40

    Dopo i complimenti di Roby Facchinetti – unico musicista tra gli ospiti fino ad ora, ma che meno ha parlato di musica -, Bosso introduce il nuovo movimento e l’occasione in cui la Sinfonia venne presentata al pubblico: una serata di beneficenza e di raccolta fondi per i soldati austriaci che parteciparono alla battaglia di Hanau. A dire due parole sul Secondo movimento, Gino Strada, fondatore di Emergency.

  • 23.00

    Per lo Scherzo del Terzo Movimento viene chiamato sul palco Andrea Lo Cicero, e di nuovo la musica diventa metafora per parlare di qualcos’altro, in questo caso di rugby e vita quotidiana. Il contatto con le note si sposa col placcaggio? A detta loro, sì.

  • 23.10

    Tutto il palco del Busseto viene occupato dal coro della Sosat, primo coro maschile italiano con un repertorio alpino. Una filosofia di solidarietà, dice Bosso, di cui viene raccontata la storia quasi centenaria.

  • 23.20

    Prima di lasciare nuovamente spazio alle note di Beethoven, il coro della Sosat si esibisce con uno dei pezzi del loro repertorio.

  • 23.30

    Il valore del bis e dell’applauso per Ezio Bosso nell’epoca della riproducibilità dell’arte. Un passaggio che sembra tratto da Benjamin.

  • 23.35

    “Bisogna suonare come se fosse l’ultima volta, è il segreto della vita”. Quarto movimento, l’allegro con brio, chiude lo speciale di Ezio Bosso su Beethoven. “La musica è una storia che lascia senza fiato, siamo noi, grazie a noi, grazie di tenermi vivo. Da quando sono rinato mi sono reso certo che non basta mai, la musica non basta mai: non sei mai contento, eppure sei felice. Non so che storia sia la musica, magari ne racconteremo altre. Ci vediamo quando ci vediamo”.

Una calda serata di fine primavera quella in compagnia di Ezio Bosso ed Angelo Bazzolini, protagonisti domenica 9 giugno della prima e seconda serata di Rai3. Un appuntamento speciale in onda dalle 20.35 fino alle 23.55, che mira a coniugare televisione e la cosiddetta musica alta, dal titolo Che storia è la musica. Tvblog seguirà e commenterà in diretta l’evento; a seguire, la consueta recensione.

Che storia è la musica, il programma e gli ospiti

Durante la serata, l’orchestra della Europa Filarmonica proporrà integralmente la Quinta e Settima di Ludwing van Beethoven, coordinate dal sapiente talento artistico di Ezio Bosso ed alternate alle riflessioni sul rapporto tra vita e musica di numerosi ospiti del mondo dello spettacolo e del giornalismo: Luca Bizzarri, Alessandra e Roby Facchinetti, Andrea Lo Cicero, Nicoletta Mantovani, Enrico Mentana, Alfonso Signorini, Gino Strada, Anna Tifu, Andrea Zanotti e il Coro della Sosat.

Ad accogliere l’evento, che punta a proporsi come format replicabile in onore di altri celebri compositori, il Teatro Verdi di Busseto, che per l’occasione è stato rivoluzionato nell’organizzazione degli spazi: orchestra e direttore conquistano il centro della platea, così da avere il cuore dello spettacolo avvolto da un’atmosfera intima e famigliare. Oltre all’esecuzione delle sinfonie beethoveniane, il maestro Ezio Bosso regalerà al pubblico di Rai3 una propria composizione inedita, In her Name, The Sea Rain, eseguita dal violino di Anna Tifu.