Oltre 20 mila copie vendute, sesta ristampa, da 13 settimane in classifica, primo tra quelli editi da Rai Libri. Sono i numeri del libro di Massimiliano Ossini dal titolo Kalipè. Lo spirito della montagna. La mia vita, le mie vette e la ricerca della felicità. Il conduttore di Linea Bianca e Mezzogiorno in famiglia sarà ospite oggi del salone del libro di Torino alle 18.15
Iniziamo da una domanda banale: ti senti più conduttore tv o scrittore?
Mi sento più conduttore, ma grazie alle numerose edizioni di Linea Bianca mi sono riscoperto anche scrittore e questo è semplicemente meraviglioso perché la scrittura è un buon mezzo per condividere un momento felice oppure una scoperta che ho avuto grazie alla montagna o delle vette con il prossimo ed il mio pubblico.
Oggi sarai ospite al salone del libro di Torino di cui tanto si è discusso in questi giorni con il tuo ‘Kalipè. Lo spirito della montagna. La mia vita, le mie vette e la ricerca della felicità’. Partiamo dall’attualità. Cosa ne pensi riguardo al caso Alaforte? Giusta o ingiusta la sua esclusione?
Sono temi estremamente importanti e delicati; non è giusto ridursi ad una semplice risposta con un banale ‘si’ o ‘no’, secondo me bisognerebbe parlarne in modo più approfondito. Oggi, sicuramente, i giovani ne sanno poco a riguardo e dovremmo grazie alla storia che studiamo e divulghiamo fare nostro un pensiero e poi capire autonomamente dove sta il bene o il male.
Quanto c’è di Linea Bianca nel tuo libro?
Tanto, in quanto Linea Bianca è diventato un modo per ascoltare il silenzio, in quanto il silenzio è il modo che ci permette di ascoltare noi stessi; grazie ad esso ci liberiamo delle pesanti zavorre che abbiamo nella vita e viviamo più serenamente vedendo i problemi in maniera più distaccata.
Dividiamo il titolo del libro e definiamone le singole parti. Iniziamo da Kalipè. Cos’è?
Kalipè è un detto himalayano che significa ‘passo lento e corto’; tutto quello che facciamo deve essere calibrato, ma soprattutto dobbiamo vivere e non sopravvivere in una società in cui corriamo sempre cercando di programmare qualcosa per un domani, un mese o un anno senza viverci il quotidiano.
Poi lo spirito della montagna. Di cosa si tratta?
È proprio quanto detto poc’anzi: riuscire a condividere emozioni, passioni e poter parlare agli altri; la montagna non è solitudine, al contrario di quanto si possa pensare; camminando in gruppi ridotti si ha la possibilità di parlare e aprirsi maggiormente. Questa cosa non accade in città dove spesso, talmente corriamo, siamo abituati nemmeno a salutarci.
Passiamo a La mia vita.
La mia vita è in parte quella che si legge anche nel libro. In questo momento è serena, condivido le passioni coi miei figli e faccio un lavoro che amo.
Infine, Le mie vette e la ricerca della felicità.
Sono sempre alla ricerca di una nuova vetta da scalare, la montagna mi stimola. E questo lo racconto nel libro. Mi piacerebbe poter intraprendere non solo delle vette lavorative, quelle sono scontate, ma anche personali e fisiche con cime importanti come quella alla quale mi sto preparando ed allenando, ovvero la vetta d’Europa più alta. Vi aggiorno se ci riuscirò…
Veniamo alla televisione e al tuo futuro. Mezzogiorno in famiglia. Le voci che circolano parlano di rischio chiusura molto concreto per il programma di Rai2 che conduci con Adriana Volpe. Ti risulta che sia così o sei in grado di smentire?
Non posso né smentire né confermare, in quanto non sono la persona giusta a cui chiederlo; noi conduttori siamo a disposizione dell’azienda. Al momento sono concentrato nel portare al termine questa stagione poi, giusto o sbagliato che sia, la decisione spetterà al direttore di Rai2 e all’azienda per la quale lavoro da ormai oltre 15 anni.
Unomattina estate, che hai condotto l’anno scorso, sarà affidata a Roberto Poletti. Sei deluso dalla mancata riconferma?
Deluso non direi; è innegabile che lo scorso anno con Valentina Bisti mi sia trovato molto bene e che sia stata un’esperienza gratificante anche in termini di share, però credo che ci sia spazio per tutti. Io sono a disposizione dell’azienda e come tutti i miei colleghi ci alterniamo.
Chiudiamo così: se dovessi immaginare un tuo libro dedicato alla televisione, quale sarebbe il titolo e perché?
Penserei ad un titolo che racconti una tv antica ed elegante, fatta di sorrisi e contenuti. Mi piacerebbe tornare ad una tv che possa educare grazie al suo equilibrio oltre che dare segnali. La Rai in questo è molto presente; io per come sono fatto mi piace mettermi a disposizione come ‘testimonial’ delle belle cose attraverso i miei programmi e il mezzo per cui lavoro.