Salvini contro Fazio: “Andrò a Che Tempo Che fa quando si dimezzerà lo stipendio”
Il ministro dell’Interno provoca il conduttore del prime time domenicale di Rai 1 e lo fa (eccezionalmente) via stampa.
Messi da parte i mitra e i pelouche sfoggiati sui social a Pasqua e Pasquetta, il ritorno al lavoro del Ministro degli Interni e Vicepremier Matteo Salvini è segnato da un’intervista pubblicata oggi, martedì 23 aprile, dal quotidiano La Verità, diretto da Maurizio Belpietro.
Tra i vari argomenti trattati non manca la tv: si torna sul rifiuto a partecipare alla puntata di Che Tempo Che Fa di domenica 5 maggio, che Fabio Fazio intende dedicare a una sorta di confronto pre-elettorale in vista delle Europee del 26 maggio, con Silvio Berlusconi, Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio ospiti già confermati.
“Trovo immorale che ci siano stipendi pagati da un’azienda pubblica che arrivano a milioni di euro. L’offerta è sempre valida. Se annuncia la disponibilità a ridursi il compenso, corro in ginocchio”:
così il Ministro degli Interni rilancia, subordinando la sua presenza in un programma televisivo alla variazione del contratto di lavoro di un libero professionista di ambito artistico/editoriale, non dipendente, della Rai.
Il Vicepremier ci tiene a far sapere che non si tratta di una campagna ad personam:
“Stiamo per presentare un ddl per equiparare i contratti Rai a quelli del privato. Se ne occupano Alessandro Morelli, Massimiliano Capitanio e Igor De Blasio. [Il DdL] riguarderà tutti: non è possibile avere centinaia di dirigenti a 200.000 euro l’anno. Se uno è in Rai e non fa nulla, fino alla pensione non lo puoi toccare anche se innaffia le piante”.
La battaglia, quindi, investe anche i dirigenti di un’azienda controllata al 99,56% dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, guidato al momento da Tria.
“[Ci vuole] un tetto ai compensi. Ma vero. Sopra il milione non ci si deve arrivare più. Fazio ne prende tre! Ma non solo lui. Ci sono conduttrici da due milioni di euro l’anno, e non faccio il nome della Clerici perché non interessano i casi personali. E poi il tema degli appalti. Un’azienda di 13.000 dipendenti non può appaltare fuori la metà di quello che produce!”
continua il Vicepremier, mescolando quindi contratti dipendenti e artistici. Fazio nel frattempo ironizza e si affida a un pendolo per capire se l’anno prossimo resterà su Rai 1, andrà a Rai 2 – come si vocifera – o finirà su Rai YoYo. Intanto vince la domenica sera con una certa costanza…