Fabrizio Salini racconta il nuovo piano industriale della Rai e il sogno “media company”
L’ad Rai racconta a PrimaComunicazione la Rai che verrà.
Già Antonio Campo Dall’Orto aveva provato a trasformare la Rai in una media company moderna, ma allora l’azienda e l’arco parlamentare si erano messi contro. Ora tocca a Fabrizio Salini. Anche l’attuale amministratore delegato sta lavorando per convertire il servizio pubblico “in senso multimediale”. Eppure il suo nuovo piano industriale, approvato lo scorso 6 marzo, crea rumore tra i corridoi di viale Mazzini. Intanto Alberto Matassino, già al fianco di Salini a Fox, è stato nominato direttore generale. “Un piano industriale prevede dei cambiamenti (…) Questo è un piano per molti aspetti radicale che riporta tantissimo valore – almeno questo è il nostro auspicio e obiettivo – e rimette al centro al Rai in maniera forte, da protagonista”, ha dichiarato Salini a Prima Online.
“La parte della macchina, ovvero il Coroporate, l’abbiamo posta sotto il direttore generale. Per l’area editoriale il piano industriale prevede una semplificazione con un direttore della Distribuzione, un direttore Marketing e un coordinatore delle nuove direzioni di genere che rispondono all’amministratore delegato. L’obiettivo cardine è quello di porre i contenuti, il prodotto, al centro per far diventare la Rai una media company di servizio pubblico”.
L’obiettivo, insomma, è rompere il modello broadcast delle reti. “Se la Rai non coglie questa opportunità è destinata a diventare sempre più marginale. Questa è l’unica via possibile per poter fare televisione nel futuro”, insiste Salini. La rivoluzione prevede una divisione netta tra Marketing, Distribuzione (o Offerta) e Generi con nove nuove direzioni (intrattenimento prime-time, intrattenimento day-time, intrattenimento culturale, fiction, cinema e serie tv, documentari, ragazzi, nuovi formati e digital, approfondimenti). “Sugli input del Marketing, la Distribuzione disegnerà la griglia complessiva dell’offerta stabilendo il mix di programmi per gli slot dei palinsesti lavorando di concreto con il Marketing sul posizionamento e l’identità dei canali. Di comune accordo daranno gli input ai Generi per produrre ciò che deve essere offerto in funzione dei budget assegnati dall’amministratore delegato. Le reti saranno responsabili della programmazione e dei palinsesti riportando alla Distribuzione. L’interazione tra Marketing, Generi e Offerta determinerà la linea editoriale”. Insomma, le reti non avranno più budget, che sarà gestito dalle nove direzioni di genere, e i direttori di rete perderanno peso. Il nuovo assetto dovrebbe andare a regime tra il 2020 e il 2021.