Isola dei Famosi, ora scuse pubbliche a Riccardo Fogli
L’Isola dei Famosi sembra arrivata a un punto di non ritorno.
“E’ la cosa più disumana che io abbia mai visto”.
Così Alda D’Eusanio commentava in diretta nella puntata de L’Isola dei Famosi di lunedì 4 marzo 2019 il videomessaggio di Fabrizio Corona ai danni di Riccardo Fogli. ‘Ai danni’ è l’unica espressione che trovo adatta, perché quella spregiudicata (?) trovata autoriale ha fatto solo danni, in primis alla dignità di un concorrente – ciò che più di altro un reality/talent dovrebbe tutelare – e di conseguenza al programma, cosa anche più grave.
A memoria, un capo-progetto che “lascia, in accordo con l’Azienda” il proprio programma a quattro settimane dalla fine, accompagnato da alcuni autori, è un evento mai accaduto prima nella storia italiana dei reality e dà la misura dell’abisso in cui è precipitato L’Isola dei Famosi.
Cosa è successo? Tra Cristo e Barabba si è scelto Barabba…
Partiamo da quel che è successo: è stato permesso al delatore di un presunto tradimento di inviare un videomessaggio nel quale umilia e offende, nei contenuti e nei modi, un uomo distante migliaia di chilometri, lasciato ad ascoltare con una telecamera puntata in faccia, senza neanche la possibilità di rispondere in diretta alla ‘controparte’ che si prendeva gioco di lui dandogli lezioni di vita e deridendolo con quel “Riccardo, in fondo siamo tutti un po’ cornuti” che chiede ancora vendetta.
Al netto del contenuto (a mio personalissimo avviso, inenarrabile) del videomessaggio, è stata completamente sbagliata e irrispettosa la condizione in cui è stato messo il concorrente (al netto anche delle identità in campo): da una parte c’è un qualcuno che dice di sapere ‘la verità’, che ha fornito le prove di un tradimento a un settimanale di gossip (evocate da un laptop sventagliato come se fosse una pistola fumante, con un effetto teatrale che rende tutto ancor più indegno) e che finisce col rivendicare con un certo orgoglio di essere il ‘colpevole’ della pubblicazione della notizia, giustificata con la scusa del “sei in un programma tv, hai rinunciato alla tua privacy, quindi la gente ha il ‘diritto di sapere‘”; dall’altra c’è un uomo alla mercé di una diretta tv, “su un’isola, con 30 gr. di riso al giorno“, impossibilitato a rispondere direttamente al suo ‘sfidante’ e al quale viene ricordato che non si può parlare degli assenti. Siamo al paradosso.
Una condizione di assoluta disparità, una situazione senza contraddittorio, senza un confronto diretto, che – chissà – sarebbe potuta essere la ‘trovata provocatoria’ di una successiva puntata. Che poi da una parte ci sia un Fabrizio Corona che si spaccia come uomo di mondo (senza tre anni di militare a Cuneo, ma con qualche mese nelle patrie galere) e dall’altra un rispettabile professionista di 70 anni e di immensa classe è quasi un dettaglio: se fossimo in un’aula di tribunale, però, non esiterei a definirla un’aggravante.
Disparità totale, quindi, resa ancor più evidente dalla continua precisazione da parte della conduttrice di non poter parlare a nome e per conto degli assenti (il suddetto delatore) e il suo continuo richiamo all’inopportunità di parlare di chi non è presente: la ‘spregiudicata’ manovra degli autori, quindi, è quella di lanciare il sasso e nascondere la mano. Da tutelare c’è ‘la fonte’, non il concorrente: la priorità sembra chiara.
A rendere il tutto ancor più surreale, un altro mantra ripetuto dalla conduttrice, ovvero che il videomessaggio è arrivato “visto che tu, Riccardo, hai sfidato a duello chi ha messo in giro queste voci e volevi sapere chi fosse“: la colpa, quindi, sembra essere di Fogli, reo di aver cercato di difendere il proprio nome, il proprio onore e quello della propria moglie con un gesto da antico cavaliere – la chiamata a duello di quello che per lui è un calunniatore -, di fronte alle accuse di un giornale di gossip. Forse una querela per direttissima avrebbe avuto miglior esito. E come se tutto quello fino ad allora successo non fosse stato sufficiente, c’è anche un’ultima domanda rivolta dalla conduttrice al naufrago: “Ti fidi di tua moglie?”. Non “Credi a Corona?”, ma “Ti fidi di tua moglie?”. Insomma, ‘l’ospite’ non è messo in discussione, lo è un’ulteriore controparte, anch’essa assente, ma di cui evidentemente si può parlare. Sembra anche in questo caso abbastanza percepibile verso chi penda la bilancia della tutela.
Nulla a che vedere con il caso “Al Bano – Lecciso” a L’Isola dei Famosi 3
C’è chi ha visto nel caso Fogli un parallelo con la rottura tra Al Bano e Loredana Lecciso consumatasi nel corso de L’Isola dei Famosi 2005, ma il paragone non regge per una serie di motivi: il primo, necessario e sufficiente, è che in quel caso fu la compagna del concorrente a rilasciare delle dichiarazioni sulla loro relazione. Non c’erano delatori, prove, rivelazioni da parte di terzi: fu la Lecciso che pensò bene di dichiarare a un giornale che aveva intenzione di lasciare Al Bano, proprio mentre lui apriva cocchi e pescava granchi. In quell’occasione, la redazione pensò di avvertirlo per dargli la possibilità di reagire, di tornare a casa se avesse voluto, di affrontare quello che si stava svolgendo a sua insaputa. La decisione fu comunque fortemente criticata. Al Bano, vale la pena ripeterlo, fu avvertito di una cosa che era stata dichiarata dalla sua compagna; non ci fu qualcuno che gli disse “Ah, guarda la tua compagna mi ha detto che ti vuole lasciare”. La situazione era giusto un pizzico diversa, così come sarebbe stata diversa se fosse stata la moglie o il presunto amante a chiedere un confronto a Fogli in merito alla loro relazione.
Arrivo a dire che se l’incontro tra Fogli e Corona si fosse svolto de visu, magari al ritorno del concorrente dall’Isola (nel pieno della sua libertà di azione, anche legale), avrebbe potuto avere una qualche forma di ‘giustificazione’ narrativa. Così, a distanza, con un videomessaggio senza possibilità di replica anche no (sempre al netto, come dicevo, dei contenuti).
PS. Da notare che su Mediaset Play il video in cui Fogli reagisce alla visione della clip di Corona è intitolato “Fogli CONTRO Corona” e solo nel sottotitolo si usa il verbo ‘rispondere’. Qui se c’è qualcuno che è andato ‘contro’ qualcuno non mi sembra sia stato il cantante.
Saltano teste, ma L’Isola dei Famosi è una vittima
L’ondata di critiche, oltre che di sdegno, che ha attraversato stampa, critici, vip e gente comune sui social ha avuto una conseguenza inedita, ovvero la ‘decapitazione’ del gruppo autoriale. Una circostanza a memoria mai verificatasi prima, con la quale l’azienda – e Piersilvio Berlusconi in primis, come rivelato dal nostro Hit – avrebbe cercato di correre ai ripari. Un segnale forte, importante per l’industria tv, che forse per la prima volta fissa un limite al fondo ‘scavabile’ per un punto di share. L’Isola dei Famosi 2019 ha sicuramente deluso le aspettative e non mantenuto le promesse della vigilia – come ben evidenziato da Diego Odello in una recente disamina delle premesse narrative dell’edizione – e aveva, quindi, già mostrato la corda: il caso Fogli l’ha definitivamente spezzata, facendo deragliare quel che restava di un convoglio da guerra che ha saputo regalare storie esemplari e personaggi interessanti, vicende pruriginose e crolli disperati.
Ecco perché L’Isola dei Famosi è, a mio avviso, una vittima di quanto accaduto: l’adventure reality è e resta un format interessante, che ha dato prova in passato di saper creare grandi dinamiche narrative, di saper imbastire grandi racconti, dare vita a grandi personaggi, incluse indimenticabili faide. Il tutto condito da un’arte difficile, l’ironia. Un ingrediente fondamentale delle Isole della Ventura, segno di un rispetto di sé, dei concorrenti e del pubblico difficile da tramandare con la bibbia. Quella capacità prendersi poco sul serio è stata sostituita da proposte ‘spregiudicate, coraggiose, provocatorie’ come quella di insistere su un presunto tradimento consumatosi in Italia, perché probabilmente non si è in grado di costruire altro in Honduras. Il ‘male’, dunque, non è L’Isola dei Famosi, il male è nel modo in cui si decide di riempire un contenitore. C’è anche qualcuno che a fronte dell’accantonamento del format da parte di Mediaset si augura un ritorno dell’Isola su Rai 2, magari con la Ventura: sarebbe un discreto cortocircuito e un modo per rinverdire i fasti di un marchio ora decisamente in crisi. Ma ora come ora sarebbe come comprare una bad company. Ed è un ragionamento, per quanto suggestivo, alquanto prematuro.
Al momento non si sa chi prenderà il posto del capo-progetto Cristiana Farina – l’anticipazione su Barbara Cappi al suo posto data da Hit è stata smentita dalla diretta interessata – e ci sono voci discordanti su quali siano gli autori che con lei hanno lasciato il programma. Intanto lunedì è attesa la nona puntata: scopriremo prima o poi chi ha fatto ‘lo zainetto’ e lasciato il programma. Ormai la missione dell’Isola, non più piratesca come doveva essere all’inizio, è quella di recuperare la nave dalla deriva e riportarla in porto.
Ora pubbliche scuse: non basteranno, ma sono dovute
“Corona non ha nessuna possibilità di arrivare alla mia età sano, integro e amato” ha commentato Riccardo Fogli al termine di quella tristissima pantomima di cui è stato vittima, non protagonista. Ha dato lezioni di stile, classe, intelligenza in ogni secondo di quell’interminabile attacco, lezioni di integrità morale, di autocontrollo e di dignità, rare in tv. Ha vinto tutto quello che c’era da vincere, come ha ribadito anche l’amico di una vita Roby Facchinetti.
Ora ci si augura che sulla questione non si torni più, se non per delle scuse in diretta da parte del programma. Scuse pubbliche degne di un mercoledì delle Ceneri, che si traducano ovviamente in comportamenti coerenti fino alla fine di questa difficilissima edizione. Non saranno sufficienti, ma dopo quello che si è visto lunedì direi che sono dovute. A Fogli, ai concorrenti e anche al pubblico, che non è così abbrutito come si vuole credere.