Luca Zanforlin a TvBlog: “Amici è nel mio karma, da piccolo ero pazzo di Saranno Famosi”. E su Luca Jurman e X Factor…
Luca Zanforlin è per milioni di italiani il braccio destro di Maria De Filippi che agisce in (pen)ombra. Eppure, prima di diventare l’autore senza maschera di Amici, ha fatto tanta gavetta: dal 1991 ha collaborato alla realizzazione di diversi programmi della prima serata di Canale 5, ma è soprattutto a Italia 1 che ha trovato
Luca Zanforlin è per milioni di italiani il braccio destro di Maria De Filippi che agisce in (pen)ombra. Eppure, prima di diventare l’autore senza maschera di Amici, ha fatto tanta gavetta: dal 1991 ha collaborato alla realizzazione di diversi programmi della prima serata di Canale 5, ma è soprattutto a Italia 1 che ha trovato il successo, quando la rete trasmetteva tanti programmi di intrattenimento: Popstar, Bigodini, Matricole e Meteore, il Brutto Anatroccolo sono stati i suoi cavalli di battaglia (in quest’ultimo ha debuttato in video come inviato di Amanda Lear).
In un’intervista da me realizzata che troverete sul prossimo numero di Tv Oggi, in edicola da mercoledì, mi ha anticipato le sue prime impressioni a caldo sulla nuova classe del talent show. Per TvBlog, invece, ho deciso di raccontarvelo in una veste totalmente inedita, più umana di come siete abituati a conoscerlo.
“Ebbene sì, io credo di aver sognato di fare questo lavoro, quando ero piccolo, guardando Fame…”
Quando si dice un destino già scritto…
“Sì, il film devo averlo visto 7-8 volte. E invece, quando il telefilm Saranno Famosi andava in Rai, lo trasmettevano ad un orario per cui dovevo prendere due treni per tornare a casa e non avrei fatto in tempo a vederlo. Allora mi feci firmare la giustificazione da mia madre per uscire un’ora prima”.
Proprio questa settimana esce il remake del film. Andrai a vederlo e avrà spazio ad Amici (ricordiamo che la Fascino dovette rinunciare al marchio Saranno Famosi per una questione di diritti violati, ndr)?
“Certo che andrò a vederlo. E di sicuro inviteremo gli attori del remake a fare uno stage con i ragazzi di Amici”
Tagliamo la testa al toro. In questi primi giorni di scuola è già scattata la parola d’ordine “provvedimenti disciplinari”. Quando entrano in gioco e come fate a non strumentalizzarli per lucro televisivo?
“Abbiamo una visione ben precisa in materia. I nostri ragazzi diventano per gran parte del pubblico un modello di riferimento. Siamo una scuola e in più andiamo in tv. Se non ci fossero regole comportamentali vedreste l’ anarchia assoluta. Noi non possiamo permettercelo rispetto ai genitori che ce li hanno lasciati in consegna, per alcuni dei loro figli è la prima esperienza fuori di casa e hanno bisogno di disciplina. Diciamo che i nostri allievi commettono sempre qualche intemperanza per via della giovane età, ma se arriva l’insulto, la bestemmia o il cazzotto non c’è giustificazione che tenga, si va a casa. Eppure, nonostante le personalità forti che state imparando a conoscere, non sono preoccupato di eventuali loro degenerazioni”.
Come mai ne sembri così sicuro?
“Perché mai come quest’anno abbiamo fatto delle selezioni molto attente, partite in onda ad aprile (nella trasmissione in coda al serale Amici Casting, ndr) e finite due settimane fa. Io questi ragazzi entrati li ho visti almeno una quindicina di volte e qualche informazione in più ce l’ho. Credo ci saranno confronti molto accesi proprio perché hanno voglia di rimanere loro stessi, di ricevere insegnamenti, di crescere artisticamente”.
Uno su tutti il caso “unico” nel suo genere del tenore Matteo Macchioni…
“Lui è molto importante per noi, vogliamo che ci aiuti a raccontare la lirica al grande pubblico con assoluta umiltà. Io sono completamente incompetente in materia e mi sto mettendo a studiare con l’ausilio di professori specializzati, lo sta facendo anche Maria. L’intento è quello di far piacere ai ragazzini un argomento così ostico. Speriamo di trovare un linguaggio più adatto a loro, che non li faccia sbuffare quando sentono nominare l’opera. Ci abbiamo già provato, con buoni risultati, nel campo della danza classica. Era impensabile reggere fino a qualche anno fa, in prima serata su Canale 5, una coreografia della Celentano”.
In compenso tutti gridano allo scandalo per la scomparsa dalla commissione di Luca Jurman…
“Non è per colpa nostra, non lo abbiamo mandato via. Jurman ci aveva dato la sua disponibilità per due giorni a settimana. Amici è una scuola ed è strano che un insegnante sia disponibile solo due giorni, per di più consecutivi, il venerdì in aula e il sabato con la diretta. Non lo dico per fare polemica, ma ho pensato che sarebbe stato un po’ poco. Cosa avrebbero fatto i suoi allievi gli altri giorni? Se c’è dell’altro non lo so”.
Quest’anno c’è anche la presenza fissa in studio dei discografici. Sono loro che vi hanno cercati o voi per primi siete andati loro incontro?
“Io credo che i discografici ci siano venuti incontro perché la discografia non può più permettersi, per una questione di soldi, di aspettare. Negli anni ’80 si investiva su uno sconosciuto, fermo per sei mesi in sala di registrazione, e poi lo si lanciava sul mercato. Ora si sfrutta una palestra come Amici, grazie a cui un addetto ai lavori può sperimentare giorno dopo giorno la crescita dell’artista e il suo impatto sul pubblico. Lo sente cantare ogni settimana, vede la sua presenza scenica e se può migliorare, tutto questo “gratis”.
Un ex di Amici come Nicola Gargaglia ha dichiarato su Visto: “Nella mia edizione venivamo lasciati a noi stessi”. Ora lui ci riprova con X Factor in Inghilterra, perché ai provini di RaiDue non lo prenderebbero mai..
“La responsabilità in questo caso è da dividere, in parte è nostra perché eravamo “piccoli” e non abbiamo mai fatto il mestiere dei discografici. La nostra esperienza non è questa e iniziamo a capirne qualcosa frequentandoli da due anni. Allora avevamo solo insegnanti di canto che a loro volta nella vita non fanno i discografici e non potevano “promuovere” i loro pupilli. Fino a tre anni fa Amici veniva vissuto con la puzza sotto al naso perché “era la televisione”, ma col passare del tempo – siccome funziona – i discografici hanno dovuto “piegarsi”. Questa situazione sicuramente ha penalizzato le prime edizioni, molti cantanti bravi come Nicola hanno pagato lo scotto di essere snobbati perché arrivavano da Amici”.
E della rivalità con X Factor che ne pensi?
“Per me non esiste rivalità. Amici rimane una scuola di formazione che non vuole creare una popstar, ma che da due anni ha un osservatorio molto più attento da parte dei discografici. X Factor lo seguo, trovo la Mori forte ma devo dirlo: rimpiango Simona Ventura. Ora lo show ha assunto un impianto più tecnico, ma la Ventura da fruitrice di musica, più che da esperta, riusciva a traghettarmi verso le sue proposte, mentre ora è tutto più da intenditori”.
Cos’è diventata la vita di Luca Zanforlin da quando Amici ti occupa a tempo pieno?
“E’ un’ esperienza totalizzante, nel senso che se dovessi smettere di fare Amici forse non farei più questo mestiere. E’ l’unica cosa che mi lega ancora alla televisione. Non riuscirei più a fare un varietà del sabato sera con le ballerine”.
Qual è il segreto di Amici detto da uno che lo guarda dall’interno?
“Ha un suo linguaggio, mi piace che non sia scritto e al tempo stesso che sia scritto giorno dopo giorno. Insegue una situazione e finché non è sviscerata e cavalcata non si passa a un’altra. Mi piace stare coi ragazzi e che finalmente raccontino il loro mondo, in un palinsesto televisivo che non dà loro troppo spazio. Questa cosa mi piace perché mi fa sentire meno vecchio e perché è un modo di fare televisione per me non ancora saturo. Grazie al cielo ho una vita privata ridottissima e finché mi accompagnerà la passione non mi pesa lavorarci”.
Tornato a casa cosa ti piace in tv da spettatore?
“A me piace un programma quando mi ricordo che è in onda. Sono pazzo di Report, ad esempio. E quando parte l’Isola per me è uno dei pochi programmi che, in maniera un po’ trash e un po’ professionale, mi crea appuntamento. Tra le mie serie americane preferite ci sono Brothers and Sisters, Six Feet Under, Prison Break, Nip/Tuck. Ora guardo Cashmere Mafia, anche se credo sia andata male. Poi dall’America mi faccio spedire Nurse Jackie, che qui non è ancora arrivata. Beverly Hills mi piaceva tanto da ragazzo ma questo 90210 non mi convince. E poi, devo ammetterlo, trovo Dr. House un gran bel prodotto ma non mi ha mai agganciato”.
E vedi mai qualche show americano che assomiglia a un tuo programma?
“Ce n’è uno, Project Runway condotto dalla modella Heidi Klum. E’ uguale a Volere o Volare, il reality con gli stilisti che ho fatto con Maria nel 2004 iniziando ad andare quotidianamente in video. Guardandolo ho pensato che ci siamo persi una bella occasione, perché noi siamo arrivati troppo presto, eravamo giovani e meno preparati”.
Perché Volere o Volare non si è più fatto allora?
“Aveva un impianto, per via delle casette, un po’ simile ad Amici. Ma non andò male. Siamo noi che ci siamo preoccupati che venisse letto come un clone. Magari rifarlo oggi non sarebbe male”.
Io ne ho un piacevole ricordo, ho iniziato a scrivere di tv sul web nel 2004 proprio parlando di Volere o Volare… Evidentemente eri anche tu nel mio karma! Anche per quest’anno con Amici non intendo abbassare la guardia, se serve con critiche spietate…
“Siamo qui per questo e siete liberi di scriverne sia bene che male purché siate critici”.