La Tribù – Missione India: Silvio Testi di Triangle a TvBlog : “La mancata messa in onda della Tribù non dipende da noi”
Ieri, dopo un comunicato ufficiale da parte di Mediaset, vi abbiamo annunciato che il reality La Tribù – Missione India non andrà più in onda. Mediaset attribuisce la mancata messa in onda del programma a ritardi tecnici produttivi che di fatto non ne hanno consentito più la collocazione nel palinsesto. Silvio Testi, ancora in India
Ieri, dopo un comunicato ufficiale da parte di Mediaset, vi abbiamo annunciato che il reality La Tribù – Missione India non andrà più in onda. Mediaset attribuisce la mancata messa in onda del programma a ritardi tecnici produttivi che di fatto non ne hanno consentito più la collocazione nel palinsesto. Silvio Testi, ancora in India contattato da TvBlog però smentisce quanto dichiarato dal Biscione:
“Sono scioccato dalla reazione di Mediaset, azienda con la quale fino ad oggi ho sempre avuto rapporti eccellenti sotto il profilo della collaborazione. Per quello che riguarda la responsabilità dei ritardi nei permessi del programma, i visti e gli adempimenti amministrativi, questa ricade interamente su RTI. La ripartizione degli incarichi prevedeva che noi costruissimo il set in India e in Italia e scritturassimo una serie di persone (la troupe) e Mediaset si incaricasse della contrattualizzazione dei concorrenti vip”.
E il ritardo di messa in onda?
“Per rispettare i tempi necessari alla messa in onda del programma fu concordato con Mediaset sin dal primo momento che il cast completo doveva esserci consegnato al massimo entro la prima settimana di agosto perchè in India, per le procedure di approvazione, c’è bisogno che le liste passino una serie di controlli anche per motivi di sicurezza interna. La lista finale ci è arrivata completa solo il 10 settembre e questo ha compromesso definitivamente la messa in onda. Gli episodi di Howe, il rifiuto di Lentini, la sostituzione di altri concorrenti non sono ascrivibili a Triangle”.
E il 10 settembre che cosa è avvenuto?
“E’ accaduto che la signorina Samya Abbary, una delle concorrenti, ha commesso un errore nella formulazione del questionario in Ambasciata Indiana dichiarando di non possedere la cittadinanza marocchina, mentre la possedeva. Questo ha determinato una reazione stizzita da parte degli indiani che nuovamente hanno rallentato l’operazione dei visti. Altro episodio questo che non è un nostro obbligo contrattuale”.
Quindi tutto sto caos è attribuibile solo ad un concorrente?
“No, a più concorrenti perchè la lista iniziale è stata presentata il 12 agosto e noi l’abbiamo comunicata agli indiani, ma questa lista è cambiata nel frattempo perchè è caduto Howe, poi Fulco, poi Lentini e poi la Abbary. Questo ha fatto sì che i tempi tecnici necessari si allungassero. Se noi avessimo avuto il cast consegnato nei tempi giusti tutti sarebbero partiti”.
Però nel comunicato si dice che ci sarebbero ritardi anche tecnico produttivi…
“Abbiamo costruito nonostante tutto questo sia il set in India sia in Italia che è completo illuminato e funzionante e dotato di tutte le tecnologie. Il ritardo tecnico-produttivo non è vero, cosa che può essere documentata, sia dal punto di vista della scaletta, della scenografia, della troupe, della location e dei contenuti”.
E l’impossibilità di realizzare dirette satellitari dall’India?
“Non è vero perchè posso dimostrarti che noi possediamo il permesso rilasciato dal MIB che ci consente la trasmissione satellitare”.
Però si è parlato di altri problemi. La tribù dei Bhil non sarebbe sprovveduta, l’India non gradirebbe l’immagine che ne uscirebbe all’esterno…
“Sono tutte fesserie. La realtà dei fatti è che noi ci siamo mossi sin dall’inizio di concerto con il Governo Indiano, l’Ambasciata Italiana a Nuova Delhi e ambienti della Farnesina di supporto”.
E il comunicato della settimana scorsa nel quale si affermava che voi comunicavate all’azienda che non potevate andare in onda?
“E’ falso. Noi ci eravamo offerti di andare in onda anche il 30 settembre e avevamo più volte chiesto un incontro operativo per sapere come procedere dopo queste inadempienze e non abbiamo avuto risposta. Saremmo stati perfettamente pronti, tanto è vero che in questo momento sia a Roma che a Milano vengono vistati i passaporti dei partecipanti, concorrenti e tecnici, a ulteriore prova che quello dovevamo fare l’abbiamo fatto. La settimana scorsa poi quel comunicato attribuibile a Triangle secondo cui non potevamo andare in onda il 23 era falso: nessuno della produzione aveva detto alcunchè tanto è vero che ho smentito in un comunicato Ansa la sera stessa”.
A questo punto che cosa succederà?
“A meno di un’inversione totale dell’atteggiamento di Mediaset nei nostri confronti che ci scarica responsabilità sue, la faccenda prenderà una piega giudiziaria. Questa cosa mi sconcerta perchè noi abbiamo lavorato con loro tanti anni e abbiamo prodotto anche il programma di maggior successo di Italia 1, La Talpa”.
Ecco, La Talpa. Paola Perego voleva rifarla, immagino anche voi…
“Dopo il successo della Talpa Mediaset aveva dato appuntamento alla quarta edizione del reality. Dopo 3 mesi (tempo per esercitare l’opzione) l’azienda ha esercitato l’opzione e ha confermato di produrla. Dopo alcuni giorni abbiamo ricevuto una comunicazione scritta che purtroppo per ragioni di budget non si poteva realizzare. A seguire questa seconda comunicazione, ne è arrivata un’altra che di fatto confermava la programmazione della Talpa nella stagione 2009-2010 senza specificare quando, se a settembre o gennaio. Abbiamo cominciato la pre-produzione, siamo andati in giro per il mondo a cercare le location ma a fine giugno è arrivata una ulteriore comunicazione secondo cui, per motivi interni all’azienda, La talpa non si sarebbe più fatta su Canale 5 e mi si è detto di realizzare un nuovo reality nello spazio di 2 mesi. Siamo partiti con la produzione di questo nuovo programma pur sapendo che il termine vincolante era appunto il 10 agosto altrimenti non si sarebbe potuti andare in onda nei tempi previsti”.
Una vicenda abbastanza singolare insomma…
“Forse si sarebbe potuti andare in onda anche il 23 settembre ma di sicuro il 30 eravamo pronti. Di certo abbiamo chiesto questo incontro per partire operativamente e non abbiamo avuto riscontro”.
Dopo tanto lavoro, La Tribù non andrà in onda. Immagino che questa cosa la amareggi parecchio…
“La vicenda getta discredito su una società che lavora onestamente da oltre vent’anni. E’ scioccante per me perchè pur essendo esterno all’azienda Mediaset mi sono sempre comportato come se ne facessi parte”.