Beppe Grillo vuole chiudere La7, Pizzarotti attacca Servizio Pubblico, Giulia Innocenzi replica. Chi ha ragione?
Il leader del M5S e Federico Pizzarotti attaccano Servizio Pubblico dopo l’intervista realizzata al sindaco di Parma e trasmessa nella puntata di giovedì scorso.
Se scrivere a chiare lettere di voler chiudere la terza della Rai non è parsa una novità così eclatante, visto che il programma del M5S ha parole molto poco fraintendibili sulla tv pubblica, qualche perplessità in più l’ultimo exploit di Beppe Grillo l’ha destata. Il comico e leader del Movimento 5 stelle ieri sul suo blog si è scagliato contro Servizio Pubblico e La 7. Il tutto a causa dell’intervista realizzata da Giulia Innocenzi a Federico Pizzarotti, sindaco grillino di Parma.
L’attacco di Beppe Grillo
Grillo, che da tempo attacca la tv, considerata un mezzo vecchio (in contrapposizione con la Rete, il futuro), che qualche mese fa ha definito i talk show “spazi poco igienici” non risparmiando nemmeno i vari Lerner, Formigli, Santoro e Floris, e che poche settimane fa ha chiesto la chiusura di Rai 3 dopo un servizio del Tg poco obiettivo, ha dedicato un post a La 7, auspicandone la chiusura.
Tra tutti i canali televisivi, la 7 è il più fazioso. Un canale fuori controllo, con figuranti strapagati nonostante abbia perso circa 70 milioni nel 2012. Chi paga le perdite? TImedia, di Telecom Italia, ne detiene la proprietà, quindi la finanziamo tutti noi con le bollette, peggio del canone. Franco Bernabè, l’ad di Telecom, sta cercando di venderla, per ora senza successo, a Urbano Cairo e Clessidra. Se non ci riuscirà gli rimarrà solo l’asta pubblica. Partecipare potrebbe essere un’opportunità, non per rilanciarla, ma per chiuderla.
La risposta di Federico Pizzarotti e i dati di Grillo
Il sindaco ha pubblicato l’intervista integrale registrata qualche ora prima dalla messa in onda di Servizio Pubblico. E ha scritto:
In risposta all’intervista della trasmissione Servizio Pubblico del 31 gennaio 2013, montata tagliando le risposte in modo da renderle ridicole o incomprensibili, pubblico l’intervista integrale in modo che ognuno possa valutare l’obiettività dell’informazione.
Grillo (ma non è chiaro se si tratti di parole di Pizzarotti o del comico, visto che alla fine ci sono delle virgolette chiuse, mai aperte) quindi ha citato una serie di dati e di fatti solo in piccola parte menzionati dal sindaco davanti alle telecamere televisive:
– Nel 2011 i debiti complessivi del Comune di Parma (Comune + Partecipate) ammontavano a 874 milioni di euro; nel 2012 i debiti sono stati ridotti di 44 milioni (in relazione alla cessione della quota di Stu Pasubio).
– Nel corso del 2012, in meno di un anno, siamo riusciti ad effettuare pagamenti ai fornitori per 84 milioni di euro (tieni presente che il debito del Comune verso i fornitori è quello più difficile da liquidare, rispetto al debito verso le banche, che invece è sostenibile e razionabile nel tempo).
– Sono state vendute all’asta tutte le auto blu, con un risparmio di 250 mila euro l’anno (il sindaco gira con una Zafira a Metano, oppure in bicicletta)
– Ridotti del 10% gli stipendi del sindaco, vice sindaco e presidente del Consiglio Comunale: anche qui il risparmio è di decine di migliaia di euro.
– Sospeso Quoziente Parma voluto dall’ex amministrazione (un coefficiente che in teoria avrebbe dovuto aiutare le famiglie a sostenere il costo delle rette scolastiche). In realtà è costato complessivamente 5 milioni di euro, di cui: 118.000 euro in consulenze e studi con l’Università di Parma, 82.000 euro ai CAAF per il calcolo del QP, un Dirigente dedicato per alcuni anni, 540.000 euro di mancate entrate nell’anno 2011 ed 250.000 euro di mancate entrate nel 2012 in relazione all’applicazione del QP ai servizi educativi (in misura ridotta, alla fine, il denaro per le agevolazioni alle famiglie: era più strumento di propaganda che altro).
Se lo strumento fosse davvero uno strumento di equità a costo zero per l’amministrazione comunale significherebbe che a fronte di alcune famiglie che si vedono applicate delle riduzioni a qualsivoglia tariffa ce ne sono altre che si vedono proporzionalmente applicato un corrispondente aumento. Il fatto che in questi anni abbia comportato “solo” agevolazioni per tutti ha significato un pesante aggravio alle casse del Comune.– Abbiamo aumentato il costo delle rette scolastiche, ma lo abbiamo fatto solo per le fasce di reddito superiori, cioè il 20% del totale delle famiglie, per permettere al restante 80% di usufruire degli stessi servizi”.
La replica di Giulia Innocenzi
La giornalista ha ribattuto punto per punto, lasciando a Santoro l’onere di rispondere alle accuse di faziosità riguardanti non solo La 7 ma anche Servizio Pubblico.
Beppe Grillo attacca il mio servizio sul debito del Comune di Parma con le banche, che conterrebbe delle inesattezze talmente gravi da far richiedere la chiusura di tutta LA 7, non solo di Servizio Pubblico. Grillo invita a vedere l’intervista integrale che ho fatto al sindaco Federico Pizzarotti, ma aggiunge queste sue violente considerazioni perché evidentemente non gli basta che il pubblico possa semplicemente limitarsi a guardare l’intervista integrale e confrontarla con il mio servizio. Noi diciamo che è proprio quello che dovete fare, guardare tutte e due le cose: il mio servizio e l’intervista integrale che Pizzarotti ha caricato su YouTube. Non fermatevi al titolo: guardate tutte e due e fatevi la vostra idea.
Ma andiamo al punto. Parma è indebitata per 846 milioni di euro, e non certo per colpa del Movimento Cinque Stelle. Come lo stesso sindaco Pizzarotti dice nell’intervista che abbiamo mandato in onda, da una parte “ci sono i debiti con i fornitori, cioè imprese che hanno lavorato – e lavorano, aggiungiamo noi – per il Comune, e quelli vanno pagati senza discutere”. Ma quello che interessa di più, invece, sono i debiti delle società partecipate: parliamo di 579 milioni di euro (e sono dati del commissario straordinario, non miei). Una cifra molto molto rilevante, se pensiamo che il debito complessivo è di 846 milioni. Una grossa fetta di questi debiti delle società partecipate è con le banche.
La domanda è: questi debiti vanno ripagati? Alcuni cittadini della Commissione audit sul debito che ho intervistato sostengono che questa parte del debito vada rinegoziata con le banche, dopo che una commissione d’inchiesta ne verifichi la responsabilità. Pizzarotti sembrava essere d’accordo in campagna elettorale, visto che disse: “Non pagheremo i debiti illeciti”. Quello che abbiamo fatto nella nostra inchiesta, quindi, è stato capire innanzitutto se vi siano dei debiti illeciti, e poi se sia possibile non pagarli.
Siamo andati a vedere per esempio la società partecipata SPIP, che ha un debito con le banche che ammonta a 1/8 del debito totale del comune di Parma. In questo caso le banche hanno erogato dei mutui ipotecari su dei terreni che erano stati acquistati a un prezzo superiore fino a 10 volte tanto il valore di mercato, mutui che potevano essere elargiti per contratto solo con la garanzia di edificabilità: peccato che questi terreni siano ancora a destinazione agricola. Ci sono stati degli illeciti oppure è stato tutto regolare? I cittadini della commissione sul debito chiedono di indagare e, qualora emergesse la responsabilità delle banche, di rinegoziare con loro la parte del debito che va pagata.
Il sindaco con noi è stato evasivo. Grillo sul suo blog parla della cessione della quota Stu Pasubio (un’operazione che avrebbe permesso al comune di diminuire il debito di 44 milioni). Basta ascoltare l’intervista integrale: questa cosa Pizzarotti con me non l’ha mai menzionata. Evidentemente Grillo ne sa più dello stesso sindaco…
Anche sulla diminuzione del 10% degli stipendi di sindaco, vice-sindaco e presidente del consiglio comunale, Pizzarotti nell’intervista non ne parla. Il sindaco rivendica inoltre un risparmio di 250.000 euro l’anno sulle auto blu. Ho puntualmente mandato in onda questo riferimento: Pizzarotti parlava di 300.000 euro.
Non negano, né Grillo ne Pizzarotti, che per far fronte a questa situazione difficile alla città stiano stati richiesti grossi sacrifici: tagli ai servizi e aumenti di tasse, come le tariffe degli asili. Nel servizio dico che i genitori si trovano a pagare tariffe maggiorate “fino al 70%”. Pizzarotti sottolinea che le rette delle scuole sono aumentate soltanto per il 20% degli abitanti. Infatti non ho mai parlato di un aumento generalizzato delle tariffe.Forse il sindaco avrebbero voluto dire di più e meglio, deduco che lo avrebbe voluto anche Grillo. Ma chi meglio del sindaco stesso può rispondere sulle questioni che riguardano la città di Parma? Anche su questo c’è bisogno di una consultazione ex post con i “capi” Casaleggio e Grillo? Risponda lui, il sindaco, anziché far rispondere o scrivere altri. Pizzarotti ha detto che avrei tagliato le sue risposte in modo da renderle “ridicole o incomprensibili”. Anche dopo aver letto la versione con il marchio di garanzia di Casaleggio e Grillo – pubblicata oggi, più di un giorno dopo il mio servizio – non riesco a capire dove siano le manipolazioni: cosa avrei manipolato?
A questo punto penso che Grillo mi dovrebbe delle scuse, ma non me le aspetto. Ha una strana concezione del giornalismo. Ogni volta che un giornalista pone quantomeno degli interrogativi o fa degli approfondimenti sull’operato dei 5Stelle, o è un venduto o un servo. Ancora non è arrivato a dire come Berlusconi che chi osa criticarlo è un comunista, ma di questo passo…Io mi limito a parlare del mio lavoro. Per quanto riguarda le accuse che Grillo rivolge a La7 e al suo editore Telecom, se vuole ne parlerà Michele giovedì. Io rispondo del mio lavoro, che ho svolto in piena autonomia, perché noi non siamo giornalisti a 5 Stelle, siamo giornalisti e basta.
Un P.S. per Grillo: se vuoi invitare i lettori del tuo blog a verificare coi loro occhi il lavoro da noi svolto, dovresti mettere un link anche al lavoro incriminato. Ma forse ti conviene di più gridare alla manipolazione, e sperare che venga letto solo il titolo…
Chi ha ragione?
Stabilire quale delle due parti sia in torto non è poi così tanto difficile. Il servizio mandato in onda da Servizio Pubblico giovedì scorso non ha trasformato in alcun modo il senso delle dichiarazioni del sindaco. Le ha sintetizzate, per carità, ma 21 minuti di intervista non si possono trasmettere integralmente in un talk di prime time.
Grillo, che ha tanti meriti anche per quanto concerne le sue battaglie nel settore della comunicazione, l’ha sparata grossa auspicando la chiusura di un’azienda soltanto a causa di un servizio mandato in onda in modalità non particolarmente gradite all’intervistato. Non c’è molto altro da dire in merito. Il debito, la Telecom e tutto il resto appaiono soltanto scuse tirate in ballo ad hoc.
Quanto al confronto tra la versione integrale e quella montata non sono ravvisabili particolari manipolazioni. E’ chiaro che il messaggio più forte che emerge dall’intervista è che esiste una grande distanza tra le promesse elettorali e quanto nella realtà dei fatti può essere fatto. A dirlo esplicitamente è lo stesso Pizzarotti. Ed è altrettanto chiaro che tutto ciò procura fastidio in Grillo e in Pizzarotti. Ma tant’è, non resta che prenderne atto, sperando che nei prossimi anni di amministrazione qualcuna delle promesse trovi concretezza.
P.S. L’ipotesi di un Grillo ospite da Santoro, visto l’annuncio del comico del ritorno in tv a ridosso del voto, diventa fantascienza.