Il clan dei camorristi – seconda puntata del 1 febbraio: riassunto e foto
Riassunto e foto della seconda puntata de Il clan dei camorristi, andata in onda venerdì 1 febbraio su Canale 5 in prima tv
Il clan dei camorristi – seconda puntata, riassunto e foto: O’Malese (Giuseppe Zeno) spara a Marco Esposito (Glen Blackhall), e uno dei ragazzini della parrocchia lo vede. Un’ambulanza porta d’urgenza il ragazzo ancora in vita in ospedale, mentre qualcuno avvisa Andrea (Stefano Accorsi). Ad accogliere Marco in ospedale c’è Anna (Francesca Beggio, qui la nostra intervista), che non può però fare nulla per salvarlo. Andrea arriva in ospedale quando il fratello è già morto.
Nel mentre Patrizia (Serena Rossi, qui la nostra intervista) ignara di quanto accaduto, attende il giovane al ristorante in cui si sono dati appuntamento, ma non vedendolo arrivare lo va a cercare, scoprendo l’accaduto da Adriano Labucci (Pio Stellaccio).
Andrea reagisce al dolore volendo scoprire subito cosa è successo a suo fratello, partecipando alle indagini e affiancando il magistrato che segue il caso, la dottoressa Braga (Vanessa Compagnucci). Bisogna trovare dei testimoni, ma Ciro (Luigi Vuolo), il ragazzo che ha visto tutto, è spaventato e sconvolto.
Il clan dei camorristi foto seconda puntata del 1 febbraio
Il boss Vescia (Massimiliano Gallo, qui la nostra intervista) non gradisce che O’Malese abbia fatto di testa sua uccidendo il fratello del giudice, visto che ora si ritroveranno al centro del ciclone e dovrà rivedere i suoi piani per prendere parte alle elezioni comunali, candidando suo fratello. Don Antonio affronta quindi O’Malese, che trova una scusa: Marco ha reagito e la sua uccisione è stata un incidente.
L’avvocato di Vescia, Scalzone (Alfonso Postiglione), è preoccupato, perché dopo questo delitto anche il ministro che è colluso con loro potrebbe fare un passo indietro per paura di trovarsi invischiato in qualcosa di rischioso.
Le indagini del giudice Esposito lo portano a incontrare un sindacalista che si sta battendo per le condizioni dei lavoratori nei cantieri gestisci dalla camorra. Intanto O’Malese avanza pretese con Vescia, lasciandogli capire che vuole allargare il suo raggio d’azione.
Nicola Sorrentino (Daniele Russo), uno degli uomini di fiducia del ministro, fa visita a Francesco Russo, chiedendo il suo aiuto per far eleggere in consiglio comunale un loro uomo. Vescia non è più considerato un uomo affidabile, e se O’Malese riuscirà nell’impresa che gli è stata affidata il ministro gli sarà molto riconoscente.
Vescia invece convoca Vincenzo (Salvatore Striano), uno degli amici di Russo, per sapere come sono andate davvero le cose al campo di calcetto. Se gli fornirà le informazioni che cerca sull’alzata di testa di Russo saprà essere molto riconoscente. L’uomo promette di fare delle domande in giro per accontentarlo.
La dottoressa Braga interroga Russo sulla sera dell’omicidio di Marco. Il delinquente dice di avere un alibi: quella sera era a casa con sua moglie e non ha nulla da nascondere. Non c’è niente che possa condurre a lui, se non i sospetti di Andrea.
Andrea decide di mettere i bastoni tra le ruote a Vescia, che ora ha deciso di passare dagli affari sul calcestruzzo ai cantieri, mettendosi a costruire e infiltrandosi negli appalti pubblici. La polizia, su indicazione del giudice, perquisisce i cantieri del boss.
Adriano, invece, continua le indagini sull’omicidio dell’amico, scoprendo insieme a Patrizia che il ragazzino che faceva le pulizie la sera dell’omicidio è Ciro. Quest’ultimo intanto si confessa con don Palma (Massimo Popolizio), trovando così il coraggio di parlare con le forze dell’ordine. L’uomo mandato da Vescia arriva però prima, e in cambio di denaro si fa raccontare tutto. Quando Ciro torna alla roulotte in cui vive dopo il terremoto trova ad aspettarlo Adriano, a cui però mente.
Anna cerca di parlare col marito, per convincerlo che è arrivato il momento di celebrare i funerali del fratello, ma l’uomo reagisce male e i due discutono. La donna cerca quindi l’aiuto di don Palma, che parla con Andrea e lo convince che è arrivato il momento di dare l’estremo saluto a Marco.
Intanto Ciro è stato fagocitato dal clan di Vescia, e dopo i primi soldi facili lui e un suo giovane amico del campo di calcetto arrivano a commettere per il boss un tentato omicidio, colpendo il sindacalista che sta facendo scioperare gli operai dei cantieri. L’uomo riesce a superare l’operazione, anche se rischia di rimanere paralizzato. Andrea raccoglie la sua deposizione in ospedale.
Le indagini di Esposito e dei suoi collaboratori portano a individuare un consigliere comunale colluso con la camorra, mentre il fratello di Vescia festeggia la sua elezione a sindaco. Lo stesso giorno si tiene il funerale di Marco, al termine del quale Andrea chiede ad Anna di tornare per un periodo a Torino, dove sarà più al sicuro.
Vescia inizia a capire che O’Malese gli sta facendo le scarpe, con l’aiuto di Sorrentino e dell’avvocato Scalzone. Pian piano il suo potere si sta affievolendo.
I carabinieri scoprono che i due ragazzi che hanno sparato al sindacalista sono Ciro e Angelo. Gennaro, il fratello di Patrizia, avvisa Ciro che scappa, mentre Angelo viene fermato e interrogato. Il ragazzo, impaurito, non parla coi magistrati.
Notarangelo (Renato Marchetti), con l’aiuto di Mara, piazza una cimice nell’auto del consigliere comunale, trovando le prove che lo incastrano e che incastrano Vescia. Il politico viene arrestato, mentre Vescia, avvisato da Vincenzo su ordine di Russo, si allontana. Ora che lui è latitante, infatti, il vuoto di potere che si è creato può permettere a O’Malese di conquistare il posto a cui aspira nell’organizzazione.
Andrea mette sotto sequestro preventivo i cantieri di Vescia, provocando l’irritazione della popolazione, che si ritrova da un giorno all’altro senza lavoro. Interviene quindi don Palma, per cercare di dargli una mano.
Ciro, che si nasconde dalla polizia, chiama Gennaro, dandogli appuntamento in una vecchia cava. Là gli rivela di sapere chi ha ucciso Marco, ma di non poterlo dire. A quel punto Gennaro lo lascia solo e se ne va, dandogli dell’infame, per poi correre da Adriano a raccontargli tutto.
O’Malese denuncia Vescia, con una soffiata anonima ai carabinieri, rivelando che si trova in Spagna. Il boss riesce comunque a farla franca, ‘comprando’ il magistrato spagnolo, che lo lascia scappare prima dell’arrivo di Andrea.
Mentre Adriano e Ciro sono per strada per raggiungere il posto in cui si nasconde Ciro, lo scagnozzo di Russo li precede, uccidendo il ragazzino e facendolo tacere per sempre.
Intanto il piano di O’Malese per la sua scalata al potere prosegue, quando il delinquente convince Vescia, in partenza per il Brasile, che a fare la soffiata sul suo nascondiglio è stato il fratello di Antonio Ruggero (Carmine Recano), suo braccio destro. Il boss ordina quindi a Russo e ai suoi scagnozzi l’assassinio di chi crede essere una spia, firmando la sua condanna.
Ruggero infatti, che ormai è un burattino nelle mani di Russo, si vendica personalmente, andando in Brasile ad uccidere il boss, mentre O’Malese in Campania fa fare la stessa fine al nipote di Vescia, che ha preso il suo posto.
L’unico uomo di Vescia che riesce a salvarsi dalla strage ordita da Russo, Marino, si costituisce alla caserma di Castello e chiede di parlare con il giudice Esposito. Ha deciso di pentirsi e di raccontare tutto quello che sa, a partire da chi ha ucciso Marco.