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20.11
Si inizia subito dopo il Tg1, come Fazio la domenica, ma non come Angela fino alla scorsa settimana. Sarà difficile non fare paragoni diretti con l’originale. Ma ricordiamoci che all’epoca il Mercatino del Venerdì, che ha chiuso alla fine degli ’80, durava un’ora e mezza. LA META’ di quel che ci aspetta stasera…
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20.38
Sono emozionata anche io, in fondo. La prova è ardua. Ricordo vagamente i colori del Portobello dei primi anni ’80 e quel clima che riusciva a mescolare l’eleganza linguistica di Tortora con qualcosa che oggi considereremmo un trash naif, che però strizzava l’occhio ai tanti bambini che comunque stavano davanti alla tv, anche se per poco. Carosello era ormai finito all’inizio degli anni ’80 e il Big Ben diceva stop un po’ più tardi anche per i piccini…
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20.-41
Scale e grande pappagallo sulla giacca scura di Clerici. E’ emozionata la Clerici: “Portobello è il programma che ha cambiato la storia della tv. E lo vedevo con tutta la famiglia. Mai e poi mai avrei pensato di essere qui a presentarlo. Il mio primo pensiero va a un genio della tv, un precursore: Enzo Tortora. Grazie particolare alle sue figlie, che mi sono state vicine e so che stanno seguendo”. Inizia leggendo le parole della sigla poi cantato dal Coro dell’Antoniano sui titoli di testa.
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21.12
Praticamente Celli sostiene che la torre si può posizionare al grado che si vuole con le zeppette… Cerca enti interessati alla sua ricerca. Augurissimi. Per lui la cabina numero 6.
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21.13
Lo stacco musicale da orchestra anni ’60 mi piace.
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21.15
“Salvi per un pelo” è l’iniziativa promossa dal parrucchiere. Nel suo giorno libero va da chi ha bisogno di un parrucchiere nei centri sociali, nei centri anziani… Ora la sua attività sociale si è ampliata e ora vorrebbe un luogo a Napoli dove accogliere le persone possono andare per farsi acconciare i capelli gratuitamente.
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21.29
La Clerici sottolinea a ogni pie’ sospinto l’educazione: ne parla in continuazione. E fa bene…
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21.34
CERCA la colonna sonora di Bianco Rosso e Verdone, che non ha. In cambio dà LP la colonna sonora di Troppo Forte, di cui dice esistono solo tre copie. CERCA I Can See for Miles degli Who 45 giri e in cambio offre il suo copione originale del suo ultimo film, con tutte le sue note e il suo storyboard. E infine CERCA una Settima di Beethoven diretto da Carlos Kleiber.
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21.39
Cambio tono, annuncia la Clerici. E siamo al DOVE SEI? Il primo protagonista è Gaetano. Ha 71 anni e cerca i suoi fratelli da oltre 60 anni. E’ nato a Canicattì, aveva 5 fratelli. La mamma Elvira si separa da papà Michele, sordo, e va a vivere con un altro uomo ad Avola. Tre figli restano col papà, altri tre con la mamma. Poi uno dice Miguel Bosé.
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21.42
Tanta povertà: lui inizialmente era andato con la mamma, ma poi vedeva che l’altro uomo la picchiava e se ne andò dal padre. Il prete segnalò questa famiglia ai servizi sociali. Gaetano parla di un signore che veniva dall’America, ma non ha mai saputo chi fosse… Questo signore si portò poi con sé due fratelli di 3 e 7 anni. Lui era troppo grande per partire: aveva 10 anni.
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21.48
Antonella fa vedere a Gaetano il passaporto di Santino. Mi sa che Gaetano non sa leggere. Se Antonella ha il passaporto c’è anche Santino. E SANTINO DOPO 60 ANNI E QUIIIIII! Ah, no. C’è una foto. Si chiama John: dice che le sue condizioni di salute non gli permettono di viaggiare. Vive in Connecticut. Era quello che aveva 3 anni.
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21.49
I due fratelli, arrivati negli USA, sono stati separati. Hanno trovato anche Giuseppe: anche di lui c’è un passaporto. Lo chiamava Pippo. E PIPPO QUESTA SERA E’ QUIIIII!! Gaetano non fa finire la Clerici che vorrebbe dirgli che il fratello è in studio, ma lui non la fa finire raccontandole del pane cotto che dava ai fratelli, che ha cresciuto lui, da mangiare.
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22,01
“Per pulire la PIPPA”… Comunque il belga cerca uno spazio all’Elba, dove vive, per esporre i cimeli di epoca napoleonica, che colleziona da sempre, e cerca cimeli per la sua collezione. Entra in cabina numero 3.
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22.23
Antonellina, sei brava. Questo è un tuo show. Non è Portobello: non ne ha lo spirito. Ha invece lo stile e il ritmo dei tuoi sabato sera. Ma sono un’altra cosa.
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22.30
Si sono tutti incontrati dietro le quinte. Vabbè, io mi sono persa. Le telefonate dove sono?
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22.55
Cliffhanger sul fantasma di Mecenate prima del quarto break. Portobello è tutto questo e molto di più? Io questo non creto…
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23.10
Il più gettonato è quello dei cimeli napoleonici.
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23.21
Il sondaggio sul Cazzomarro dice che la Puglia è in testa. E vabbè, sono di più.
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23.31
La Clerici cerca di tenere insieme il programma va da una cabina all’altra. E’ sola a tirare la baracca.
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23.45
Si annuncia una telefonata importante, ma si frizza per andare in pubblicità Cioè, il fuori-programma non è fuori programma.
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23.32
Il #Cazzomarro è pugliese. Il 60% degli intervenuti ha deciso così.
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23.56
Un minuto di reclame ancora e poi il pubblico tenterà di far parlare Portobello.
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00.02
E la prima finisce qui. Brava comunque Antonella.
Sgombriamo il campo da possibili equivoci: quello andato in onda non è un reboot di Portobello, ma un sabato sera di Antonella Clerici. Non è una diminutio, ma un fatto. Basta saperlo. Portobello è una cornice, un’evocazione, una scusa per costruire un programma che del suo predecessore ha ripreso i titoli delle rubriche (poco usati, peraltro), il principio delle centraliniste (ma laureate e in questo molto contemporanee) e poco altro (le cabine, invece, mi sa che le hanno riprese da Rischiatutto…).
Che Portobello 2018 non sia Portobello è lapalissiano, ça va sans dire. Ma non è neanche un reboot. Del resto non mi aspettavo certo quel che fu, nonostante gli annunci della vigilia. Portobello ce lo rivediamo su Raiplay, come è giusto che sia.
Questo prime time soffre non solo del peccato originale del reboot, ovvero quello di essere un reboot, ma in questa prima puntata non ha restituito neanche lo spirito che fu del mercatino del venerdì: quella spensieratezza, sia pur studiata, quel tocco di follia un po’ freak, quell’anima pop da passeggiata nel variopinto mondo di Portobello Road che qui ha lasciato il posto al patinato e alla linearità sequenziale di momenti senza crescendo. Ma soprattutto questo è uno show del sabato sera di Rai 1 del 2018 e si vede tutto: studio elegante, (molto) raffinato nella grafica e nella scena, che vive dei tempi e i toni della Clerici. E’ un ‘suo’ programma, in cui racconta storie facendo parlare i protagonisti delle proprie vite. Il contrario di quello che avveniva nel mercatino, in cui i protagonisti emergevano – insieme alle loro speranze, esperienze, passioni – più dalle loro proposte, dalle loro invenzioni, dalle loro ricerche che dalle loro parole.
Come dicevo, però, non mi aspettavo nulla di molto diverso da quello che è andato in onda. Magari qualcosa di più vivace sì. Non c’è il mercato, non c’è ‘carnalità’, non c’è quella leggerezza che era il cuore del mercatino del venerdì, nonostante la generosa e onnipresente Clerici. E torniamo al peccato originale, essere un sabato sera di Rai 1 A.D. 2018: tutto il resto vien da sé, incluse le 3 ore e mezza di diretta, iniziate alle 20.35 e terminate alle 00.03 per contrastare Tù Si Que Vales, un programma registrato che potrebbe continuare per 24 ore. Ne vien fuori un programma già visto, sì misurato, ma inevitabilmente piatto.
Per quanto sia inutile fare confronti con Portobello e sia invece necessario guardare al prodotto in sé, l’insistito richiamo a qualcosa che fu e che viene indicato come ‘fonte’ (con tanto di recupero di protagonisti del passato, un po’ come alla Corrida di Conti si recuperò un suonatore di ascelle) può richiedere qualche riflessione sull’operazione traspositiva. Mi limito a due aspetti, uno di forma, uno di sostanza.
Forma: i tempi. Diluiti, lenti. Il che non è necessariamente un male, nel senso che Tortora si prendeva tutto il tempo necessario per presentare al pubblico inserzionisti e protagonisti delle diverse rubriche, arrivando a 10 minuti su 90 per illustrare tutti i soldatini costruiti da due appassionati che volevano venderli: non era un imbonitore, ma si concentrava sul prodotto attraverso cui raccontare l’inserzionista. Come anticipato, qui si capovolge l’assunto narrativo e così il risultato è qualcosa di già visto nel prime time. Si potrebbe quindi dire che filologicamente i tempi sono ‘attenti’ all’originale, ma il ‘tradimento’ traduttivo sta nel fatto di essere usati per raccontare cose diverse dall’oggetto del mercato; l’altro peccato è che sono tempi indigesti al pubblico contemporaneo, ma meglio restare più sulle storie che correre con la presunzione di fare così ‘ritmo’.
Per quanto riguarda la sostanza, invece, mancano le telefonate. Piange il telefono: ce ne sono tanti, ma si vedono e non si sentono. E il telefono è la trattativa, è il mercato in tv. Confidavo in incursioni audio nelle trattative live, pericolosissime in diretta, ma che erano l’emozione stessa del programma: due sconosciuti che contrattano, che regalano, che offrono, che entrano in contatto tra loro e che venivano intercettati dalla regia, con tutti i possibili fuori-programma che potevano derivarne. Questa funzione è totalmente mediata dalla Mantovan (elegante e misurata, sorridente ed energica), anche se la Clerici ci prova a sostituirsi all’audio, girando di cabina in cabina per cercare di portare dentro il programma chi dovrebbe esserne il protagonista. L’effetto ‘sorpresa’ ne viene del tutto attutito, smorzato anche nella costruzione delle rubriche storiche, anzi tutto sembra essersi già svolto dietro le quinte, anche il momento de Dove Sei?, anche il momento Il treno dei Desideri con l’incontro a sorpresa tra Rivera e una sua fan. Sarà la tensione della prima, ma sembra tutto già vissuto prima.
Per quanto riguarda la conduzione, Antonella Clerici non si discute: fa il suo come lo sa fare e lo fa bene, con il suo stile, la sua educazione (ed è un concetto che ci tiene a ribadire in continuazione, in un tempo in cui se ne è perso il valore) e la sua disponibilità a mettersi in gioco e stare al gioco (l’evitabile #cazzomarro docet). E fa tutto da sola. Se poi il suo stile sia ‘congruo’ all’idea di reboot di Portobello è un altro discorso. Forse ho pensato che si attingesse più all’esperienza de La Prova del Cuoco che a Senza Parole, ma anche questo è, sotto sotto, un pensiero ingenuo se si tiene conto della collocazione.
A guardare la forma di questo Portobello 2018 mi vien da pensare che non si è avuto il coraggio di fare qualcosa di diverso nel prime time del sabato di Garanzia, come diverso invece fu Portobello 40 anni fa: ho come l’impressione che si sia cercato di calare un contenuto in una forma inadatta, come un impasto da muffin in una teglia da pizza. Questa collocazione di Portobello poteva essere l’occasione per sciogliersi dal canone estetico e narrativo del sabato sera, per quanto elegante, curato, sofisticato possa essere. Sarebbe stato anche un segno di continuità con l’esperimento Ulisse.
Così non è. E’ un’altra cosa ed è peraltro una prima puntata. Rotto il ghiaccio, sarà forse più semplice recuperare un po’ di quella imprevidibilità che che sembrava dover essere il punto forte del programma, unita alla genuinità della Clerici che potrebbe essere il tratto distintivo del ‘suo’ Portobello (a fronte dello stile di conduzione e di rapporto con il pubblico, completamente diverso, di Tortora). Per ora la sensazione è che tutto sia chiuso in una gabbia che frena emozioni ed entusiasmi. Del resto proprio Portobello ci ha raccontato quanto sia difficile addomesticare un pappagallo…
Portobello, diretta prima puntata del 27 ottobre 2018
Portobello, anticipazioni e ospiti prima puntata del 27 ottobre 2018
Antonella Clerici debutta alla guida di Portobello questa sera, sabato 27 ottobre 2018, in quello che si preannuncia il reboot più atteso delle ultime stagioni tv. Dopo il remake di Rischiatutto, ora è il momento di una nuova edizione del programma cult di Enzo Tortora, che conteneva al suo interno tutti i geni della tv contemporanea, da Chi l’ha visto? ad Agenzia Matrimoniale, passando per Scommettiamo che… e Carràmba che sorpresa.
L’operazione tentata da Rai 1, e affidata al soldato Clerici, è di quelle che fanno tremare i polsi: vedremo questa sera come mamma Rai e la sua squadra avranno deciso di affrontarla.
Accanto alla Clerici ci sono Carlotta Mantovan nel ruolo di ‘coordinatore’ delle sei centraliniste che filtreranno le telefonate del pubblico a casa – ruolo che fu ricoperto da ‘Sua Soavità’ Renée Longarini – e Paolo Conticini in veste di inviato speciale.
Portobello, gli ospiti della prima puntata
Ospiti della prima puntata Carlo Verdone e Arisa. Verdone presenterà al grande pubblico una delle sue passioni nascoste, coinvolgendo chiunque vorrà offrirgli il proprio aiuto; Arisa si esibirà affiancata dal Piccolo Coro dell’Antoniano.
Le rubriche di Portobello 2018
Tutti sono decisi a far parlare il pappagallo Portobello, impresa riuscita nella storia solo a Paola Borboni negli anni ’80.
Torneranno inoltre le quattro rubriche storiche del programma, ovvero “Fiori d’arancio”, “AAA Vendesi – Cercasi”, “Dove sei?” e “Offresi talenti”.
Portobello 2018, il format
Il programma è una produzione Rai realizzata in collaborazione con Magnolia SpA (società di Banijay Group). La regia è di Duccio Forzano. In tutto sono previste sei puntate.
Portobello 2018, come seguirlo in diretta tv e in live streaming
Le sei puntate di Portobello 2018 vanno in onda ogni sabato dalle 20.35 su Rai 1 e Rai 1 HD (DTT, 501). Il programma è visibile in live streaming su Raiplay, dove è visibile on demand dopo la prima tv. E in questo periodo su Raiplay sono visibili anche alcune delle puntate originali condotte da Enzo Tortora.
Come partecipare a Portobello
Per intervenire durante la diretta, e non solo, si può chiamare il numero 02.21079070. Il programma non ha una propria pagina FB ufficiale, ma si può contattare tramite la pagina FB di Rai 1, così come su Twitter e su Instagram. L’hashtag ufficiale è #portobellorai.