Domenica In, l’intervista a Ilaria Cucchi e la forza del silenzio
A Domenica In intervista a Ilaria Cucchi senza applausi del pubblico. Un “silenzio” di quarantacinque minuti che ha restituito potere alle parole, alle emozioni e alle lunghe pause che troppo spesso vengono oscurate da ovazioni a comando
La forza del silenzio. La forza del silenzio rispetto alla banalità dell’applauso continuo e reiterato, che spesso tormenta i programmi televisivi. Ma soprattutto la forza di un silenzio che rende un’intervista decisamente migliore.
Il faccia a faccia tra Mara Venier e Ilaria Cucchi a Domenica In restituisce un modo di fare tv antico, purtroppo spodestato dal caos dei tempi recenti dove si cerca di catturare l’attenzione attraverso l’incremento dei decibel.
Quarantasette minuti, cronometro alla mano, nel corso dei quali il pubblico rimane sullo sfondo. Una scelta stilistica evidente che riconsegna potere alle parole, alle emozioni e alle lunghe pause che troppo spesso vengono coperte e oscurate da acclamazioni e ovazioni a comando.
Stavolta no. Persino il fruscio di sottofondo si fa televisivo e acquisisce valore tensivo. E quando il battito di mani arriva, dopo oltre tre quarti d’ora, è rapido e prudente. Alla fine, in un confronto di un’ora se ne contano complessivamente tre, compresi quelli che accompagnano l’interruzione pubblicitaria e il saluto iniziale e finale alla Cucchi.
Un incontro diverso quello a Domenica In, che ha avuto pure il merito di normalizzare la figura di Stefano Cucchi dopo anni di trasmissioni ‘militanti’ che lo hanno esposto come un santino politicizzato. E se ad emergere è stato esclusivamente il lato umano del ragazzo è stato anche grazie a quegli applausi. Mancanti.