Editoriale – L’Aquila non riparte, se non per Porta a Porta
Questa sera, permettetemi di dirlo, si potrebbe consumare uno degli eventi più tragici degli ultimi anni dell’informazione in Italia. E non mi riferisco, o meglio non mi riferisco solamente al fatto che Ballarò sia stato spostato per lasciare campo libero a Bruno Vespa con il suo Porta a Porta (come ormai arcinoto). No. Mi riferisco
Questa sera, permettetemi di dirlo, si potrebbe consumare uno degli eventi più tragici degli ultimi anni dell’informazione in Italia. E non mi riferisco, o meglio non mi riferisco solamente al fatto che Ballarò sia stato spostato per lasciare campo libero a Bruno Vespa con il suo Porta a Porta (come ormai arcinoto). No. Mi riferisco al titolo dello speciale di Vespa, aquilano d’origine: L’Aquila riparte, come si poteva sentire negli spot mandati in onda a ripetizione durante Miss Italia; uno speciale che rischia di creare un’ulteriore illusione di efficientismo e perfezione negli ignari telespettatori che si gustano lo spettacolo informativo da casa e che vogliono sentirsi dire quanto vadano bene, le cose all’Aquila.
Verrà documentata la consegna delle case di legno di Onna, inaugurate dal Presidente del Consiglio proprio nel corso della giornata odierna, e Silvio Berlusconi sarà ospite della trasmissione. Le case in legno sono state costruite dalla Provincia autonoma di Trento – con il supporto della Germania e con fondi della Croce Rossa Nazionale. Ma non è nemmeno solamente questo il punto.
Il punto è che ci vuole un bel coraggio, un coraggio che rischia di fare rima con disinformazione, a intitolare uno speciale sulla situazione dell’aquilano: L’Aquila riparte. In che modo, esattamente, ripartirebbe, mi auguro che ce lo si spieghi abbondantemente questa sera, visto che chiunque abbia avuto occasione di vedere con i propri occhi quel che accade in loco sa bene che, no, non si riparte affatto. Non per qualche casa di legno consegnata. Ma qui interviene la potenza mediatica della tv, che fa sì che si pensi, fuori dal posto, che all’Aquila vada tutto fin troppo bene.
Cosa dovrebbe fare allora, l’informazione televisiva? Probabilmente documentare sia le (poche) cose buone fatte sia gli errori, mostrare tutti i lati della questione, essere dura e critica laddove necessario, non essere schierata, avere la schiena dritta. Ecco, fin dal titolo di questo speciale, conoscendo molto bene la realtà dei fatti all’Aquila, mi sento di poter mettere le mani avanti e di tremare di fronte allo scempio dell’informazione che rischia di venir fatto questa sera a Porta a Porta. Pronto a ricredermi, sia chiaro. Ma non credo che ne avrò bisogno. E quindi sento il preciso dovere, sconfinando un po’ in tematiche altre, di mettervi in guardia, cari lettori, e di invitarvi a vedere Porta a Porta, se lo farete, con molto spirito critico e con voglia di cercare veramente l’informazione libera e indipendente.