Illuminate: operazione meritoria, riuscita grazie a Margherita Hack
Illuminate, 4 docufiction su altrettante grandi donne italiane portate sullo schermo da 4 giovani attrici.
Illuminate ci voleva, non foss’altro per ricordarci dell’esistenza di persone, prima che donne, di straordinaria intelligenza e soprattutto dotate di una conoscenza – e in fondo anche di una scienza, oltre che di un’arte – che oggi sembra perduta, quella del buon senso. Parlare di, o ancor meglio, far parlare direttamente la Hack, e nelle prossime settimane la Bucarelli (misconosciuta e per questo ancor più importante da portare sul piccolo schermo), la Levi Montalcini e Krizia è un’operazione a dir poco meritoria e arricchente.
Sul piano più strettamente televisivo, il racconto mostra però qualche pecca soprattutto nella sua costruzione: la traccia fictional serve sulla carta a tenere insieme i vari inserti, ovvero le testimonianze e i documenti, ma alla fine va avanti un po’ per fatti suoi, staccandosi dal resto e portando avanti peraltro un proprio sviluppo narrativo, direi doppio, dedicato da una parte alla Inaudi, finita per essere usata da un lato come una sorta di street view per mostrare al pubblico i luoghi della Hack e dall’altro per evidenziare la storia di Eda. Un po’ troppo per non lasciare un senso di vaghezza già in quella che dovrebbe essere la spina dorsale della struttura e che invece si sdoppia, indebolendosi, e si fa fagocitare dal resto. Ci prende una certa sensazione di disorientamento nel seguire il racconto, estremamente frammentato, che procede come se non si fosse scelto un vero e proprio punto di vista: ad amplificare questa sensazione la presenza di tante diverse testimonianze improntate più all’aneddotica che all’analisi della protagonista, come in una riunione di famiglia in cui si ricordano battute e comportamenti di chi non c’è più.
La vita e l’esperienza della Hack viene così affrontata per capitoli: l’essere donna, la femminilità (affidato per lo più agli estratti di Harem, una chicca), la rivoluzione accademica, la vita coniugale, la passione per lo sport, la fede, la morte. Il risultato è la scomposizione della figura della Hack come un puzzle lasciato sul tavolo. Non lo ricompone il simulacro fictional della Inaudi, men che meno lo fanno i testimoni e neppure Eda, che si ritaglia una storyline a sé. A ricomporre l’universo Hack ci pensa Margherita, con le sue stesse interviste.
La parte più riuscita, dunque, è quella documentaristica nel senso più tradizionale del termine. Il vero legame – al netto di tutti gli espedienti fictional che si vogliono ricercare – tra le tante parti della protagonista è nella raccolta dei documenti, nella loro ricerca e nella loro selezione: i momenti più emozionanti, veri, affascinanti e davvero illuminanti sulla figura della Hack sono quelli tratti dalle sue interviste, dalle sue partecipazioni tv, dai suoi incontri, scientifici e non. Tutto il resto, tutto il ‘contorno’, rischia invece di distrarre e allontanare dalla forza incredibile di questa donna, di questa persona eccentrica rispetto all’epoca in cui ha vissuto, la cui forza è arrivata fino a noi e che si alimenta della sua stessa testimonianza, più che di quella altrui.
La migliore narratrice della Hack è Margherita: merito a Illuminate di aver recuperato documenti interessanti e di averli ‘cuciti’ con attenzione e cercando di dar spazio a tutto. Il resto, devo dire, rischia di distrarre dal centro dell’universo narrativo, ovvero dalla luce netta, precisa, tagliente e potente di una donna sempre straordinariamente contemporanea.
Illuminate, diretta prima puntata | Margherita Hack
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20.18
Manca poco a questo access che in realtà è un prime time vero e proprio.
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20.30
Sigla grafica ispirata alle 4 protagoniste: la canzone mi lascia un po’ perplessa.
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20.34
E anche la docufiction parte con una canzone. Di Niccolò Agliardi, Alla fine del peggio. Mi è tutto più chiaro.
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20.34
L’escamotage narrativo è che il personaggio di Francesca Inaudi resta senza batteria dell’auto (mentre cammina) e senza batteria del cellulare. Bussa alla porta di un osservatorio e conosce Eda, una ricercatrice, che la conosceva. E’ stata una sorta di figlia adottiva per la Hack: le scrisse dopo averla vista in una puntata speciale di Quark con Angela e nacque un’amicizia, un rapporto fortissimo.
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20.37
E’ sostanzialmente la stessa Hack che si racconta, attraverso le sue interviste, cui si aggiungono i commenti di chi la conosceva.
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20.43
Tappeto musicale ansiogeno.
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20.48
Allora, mi sembra che ci sia un po’ di confusione: tanti aneddoti e ci sta, ma si passa continuamente dal discorso sulla femminilità ed essere donna in un mondo di uomini al suo ruolo nella scienza. Lo prendiamo un punto di vista?
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20.51
Ora si parla di biciclette: andava in giro in bicicletta. Tanta vitalità e tanto sport, questo il capitolo. Colonna sonora Alfonsina e la bici dei Tetes de bois.
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20.52
Mi sembra di essere a un memoriale funebre, con tutti che raccontano aneddoti.
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21.00
La chiave dell’emancipazione femminile è tutta affidata agli estratti di Harem.
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21.17
Il tappeto musicale della parte fictional è imbarazzante.
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21.20
C’è anche il capitolo dedicato alla Fede e alla Scienza. “Anche essere atei è una fede, perché non posso dimostrare che Dio c’è ma neanche che Dio non c’è…”.
Illuminate, anticipazioni prima puntata
Illuminate debutta oggi, domenica 2 settembre 2018, nell’access prime time di Rai 3 con la prima delle sue quattro puntate dedicate a quattro grandi donne italiane, rivoluzionarie e pioniere nel proprio settore. Prodotto da Anele in collaborazione con Rai Cinema, il ciclo spazia dalla stilista Krizia alla critica d’arte Palma Bucarelli, passando per il premio Nobel Rita Levi Montalcini, ma la prima puntata è tutta per l’astrofisica Margherita Hack, raccontata da Francesca Inaudi, per la regia di Emanuele Imbucci e la partecipazione, tra gli altri, di Piero Angela.
Illuminate, Margherita Hack | Anticipazioni
Lo spunto narrativo in questo caso è dato dal personaggio interpretato da Francesca Inaudi, una giovane ricercatrice che si mette sulle tracce della personalità di Margherita Hack, ripercorrendone non solo le scoperte e i successi in ambito scientifico, ma anche gli aspetti più umani e privati, senza dimenticare il carisma e la personalità che anche il grande pubblico ha imparato a conoscere.
Nata a Firenze nel 1922, scomparsa a Trieste nel 2013, la Hack si laureò in Fisica nel 1945 con 101/110. La Inaudi visita i luoghi più rappresentativi della sua vita e ne incontra amici e colleghi: tra loro Eda Gjergo, una giovane astrofisica che fin dalla sua adolescenza ha vissuto con Margherita Hack e il marito Aldo De Rosa, diventando una specie di figlia per la coppia, l’astronoma Marica Branchesi, il suo primo alunno e astrofisico Pierluigi Sevelli, i suoi biografi, ovvero Fabio Pagan e Federico Taddia; con loro anche Riccardo Illy, sindaco di Trieste negli anni ’90, l’attrice Marina Giulia Cavalli, Patrizio Roversi e Piero Angela.
Illuminate, le puntate
Domenica 9 settembre toccherà al racconto della vita di Palma Bucarelli, con Valentina Bellè e la regia di Elisa Amoruso, mentre il 16 la protagonista è Rita Levi Montalcini, con Caterina Guzzanti diretta da Giacomo Faenza, quindi conclusione domenica 23 con Krizia, raccontata da Carolina Crescentini per la regia di Gianfranco Giagni.
Illuminate, come seguirlo in diretta e in live streaming
Come detto si tratta di quattro puntate, da un’ora ciascuna, prodotte da Anele in collaborazione con Rai Cinema e trasmesse la domenica alle 20.30 su Rai 3 e Rai 3 HD (DTT, 503). E’ possibile seguire la puntata in live streaming su Raiplay, dove poi sarà disponibile on demand.
Illuminate, second screen
L’hashtag ufficiale non può che essere #Illuminate. Informazioni e dettagli sulla pagina FB di Rai 3 e sul profilo Twitter della rete.