I Retroscena di Blogo: Firenze secondo Matteo Renzi, Mediaset e l’accordo
Indiscrezioni sulle trattative fra Mediaset e Matteo Renzi sulla messa in onda del suo docufilm
Nelle ultime ore si sono sparse sui media le voci di un di un mancato accordo con Mediaset per le messa in onda del docufilm su Firenze condotto da Matteo Renzi, accordo che precedentemente era stato dato per concluso.
In particolare è stato il Corriere della sera a parlare di una intesa sfumata fra l’azienda di Cologno Monzese e la Arcobaleno Tre di Lucio Presta, che produce il progetto.
In realtà, secondo quanto apprendiamo, potrebbero non essere del tutto sfumati i margini per un accordo fra il principale gruppo televisivo privato italiano e Presta. Chissà che questa apparente frenata non possa essere dovuta a delle differenze di vedute rispetto alla collocazione oraria del programma e su altri temi correlati rispetto alla distribuzione del medesimo al di fuori dei confini nazionali.
La trasmissione sarebbe comunque destinata -televisivamente parlando- a Rete 4, la rete Mediaset che ormai si sta cucendo addosso un abito tutto nuovo dal sapore informativo per la stagione in arrivo, con l’approdo di Nicola Porro, Barbara Palombelli e Gerardo Greco, quest’ultimo che ha già iniziato la sua opera alla direzione del Tg4.
Va detto inoltre che, sempre secondo quanto apprendiamo, pare ci siano altre emittenti televisive interessate al progetto, oltre che Mediaset. Si era parlato di Netflix, ma non ci sentiamo di escludere nessuna delle emittenti che operano nel nostro paese.
Intanto nella giornata di domani il piano di produzione di “Firenze secondo Matteo“, questo potrebbe essere il titolo del programma che nella versione internazionale dovrebbe chiamarsi semplicemente “Florence“, prevede una serie di riprese filmate, ma senza l’apporto di Matteo Renzi, che ha deciso di non partecipare alla lavorazione per la giornata di lutto nazionale indetta per i funerali delle vittime della tragedia del ponte Morandi a Genova, che verrà officiata domani mattina dal Cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova.